Gli italiani e l’olio extra vergine di oliva al tempo del lockdown
Cosa è emerso, in particolare, dalla ricerca condotta dai professori Francesco Visioli e Federico Scarmozzino dell’Università di Padova? In che modo si sono manifestati i consumi di olio?
Lo studio si intitola Covid-19 and the Subsequent Lockdown Modified Dietary Habits of Almost Half the Population in an Italian Sample ed è ad accesso libero. Ne abbiamo scritto settimana scorsa su Olio Officina Magazine. Solo che ci è sembrato giusto verificare in particolare come sia stato vissuto dagli italiani rinchiusi nelle proprie abitazioni l’olio extra vergine di oliva.
“Per quanto riguarda gli oli da olive – ci ha confidato lo studioso Francesco Visioli – secondo me c’è di buono che l’82,2% ha dichiarato di usare solo l’olio extra vergine di oliva. Il 14% anche olio d’oliva, mentre un misero 3% fa ricorso prevalentemente al burro”.
Di fatto, “quasi nessuno ha modificato il consumo durante il lockdown. Secondo me – ha precisato il professor Visioli – sono dati buoni, nel senso che la gente usa l’olio extra vergine di oliva. Adesso però dobbiamo lavorare sulla qualità. È bene spingere sulla conoscenza del prodotto, anzi, meglio, dei prodotti. Lo dico al plurale, perché si impari a usarlo sempre meglio e si smetta di comprarlo solo in promozione o in sottocosto, che una cosa che ancora non tollero. Però con un po’ di fortuna, e un aiuto dalle istituzioni, chissà. Anzi, rettifico: con un po’ di fortuna e aiuto da noi stessi”.
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La foto di apertura è di Olio Officina
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