Salute

Gli oli extra vergini fanno bene, ma non tutti lo sanno

La scienza ha individuato i meccanismi genetici responsabili degli effetti salutistici degli oli da olive, ed è una bella notizia. Ciononostante, i più giovani oltre a ignorarne i benefici consumano quantità insufficienti di questo prezioso alimento. Se da un lato lo studio promosso dall’Istituto Nutrizionale Carapelli ci conferma che diete arricchite con olio Evo ad alto contenuto di polifenoli si associno a un profilo metabolico più sano, dall’altro lato una ricerca condotta sui consumatori fotografa una realtà deludente. Urge dunque una attività divulgativa più integrata, basata sulla scienza, e una educazione alimentare destinata a scuole e medici di base

Olio Officina

Gli oli extra vergini fanno bene, ma non tutti lo sanno

Ciò che è emerso dall’incontro dell’Istituto Nutrizionale Carapelli dello scorso 19 novembre a Milano pone una serie di riflessioni che è bene tenere in grande considerazione. Si parla e si scrive molto della necessità di osservare una alimentazione sana, ma poi di fatto si ignora quasi del tutto il valore delle materie prime alimentari che assumiamo attraverso i nostri pasti. Riguardo all’olio extra vergine di oliva la ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato che si ha a che fare con un grasso che fa bene alla nostra salute. L’ultima conferma arriva dallo studio “Effetti benefici dell’olio extra vergine di oliva: meccanismi molecolari coinvolti”, presentato presso l’Università degli Studi di Milano.  Dalla conferenza voluta e promossa dall’Istituto Nutrizionale Carapelli è emerso chiaramente che le diete arricchite con olio Evo ad alto contenuto di polifenoli si associno di fatto a un profilo metabolico più sano.

Tuttavia, nonostante le numerose evidenze scientifiche sugli effetti salutistici dell’olio Evo, i consumatori si scoprono poco informati sul tema. A dimostrarlo una survey condotta dall’Istituto Nutrizionale Carapelli – Fondazione ETS, che rivela come oltre il 46% degli italiani non conosca i dettagli relativi ai benefici di questo alimento, tanto che il 35% ne utilizza meno di due cucchiai al giorno, quando invece gli esperti consigliano di impiegarne almeno 3-4. Ed è proprio con l’obiettivo di colmare queste lacune, più accentuate nelle fasce d’età più giovani, e di promuovere una corretta cultura alimentare, che l’Istituto Nutrizionale Carapelli ha promosso uno specifico incontro per mettere insieme scienza e informazione, evidenziando così i miglioramenti e le aree di intervento per avviare una maggiore consapevolezza dei cittadini sulla questione salute e alimentazione.

L’Istituto Nutrizionale Carapelli ha coinvolto l’Università di Milano e gli atenei di Perugia, Padova e Napoli, per presentare i risultati di una ricerca con la quale si è potuto dimostrare come le diete arricchite con olio Evo ad alto contenuto di polifenoli – come lo è tra l’altro quella mediterranea – determinino un profilo metabolico più sano, con effetti positivi sul peso corporeo e un netto miglioramento del profilo glicemico e una corrispondente riduzione del rischio di diabete. L’olio extra vergine di oliva è di conseguenza un valido alleato nel contrastare l’obesità e le sue gravi complicanze, quali il diabete di tipo 2 e le patologie dismetaboliche.

Il professor Enzo Nisoli, dell’Università degli Studi di Milano, lo afferma in modo netto: “I risultati della nostra ricerca, oltre a essere significativi di per sé, costituiranno una base per avviare nuove indagini e giungere a nuove fondamentali scoperte, che potranno certamente espandere le nostre conoscenze sui benefici di una adesione sempre più diffusa e corretta alla dieta mediterranea per la prevenzione delle malattie legate all’invecchiamento e all’obesità”-

Nisoli, tra l’altro, è stato il responsabile della ricerca presentata a Milano. I meccanismi oggetto dello studio sono quanto mai rilevanti, anche per ricerche future, ma restano tuttavia poco noti al vasto pubblico dei consumatori, tant’è che secondo l’indagine effettuata a supporto dello studio, circa il 24% degli italiani non sa cosa siano i polifenoli. Una percentuale peraltro che sale a circa il 50% nei giovani under 25, motivo di preoccupazione per il quale, nel corso dell’incontro, è stato presentato dal professor Maurizio Servili, docente all’Università degli Studi di Perugia, un utile approfondimento sulle caratteristiche e proprietà dei polifenoli. Servili è anche membro del Comitato scientifico dell’Istituto Nutrizionale Carapelli e da sempre impegnato sul fronte dello studio degli oli da olive.

Dinanzi a un quadro, da un lato esaltante, dall’altro problematico, ci si è interrogati, a partire da una tavola rotonda moderata dalla divulgatrice scientifica Elisabetta Bernardi, su come sia possibile migliorare le conoscenze dei consumatori. Si sono giustamente evidenziate le tre aree principali da cui partire, ovvero: l’etichettatura, l’educazione alimentare, e, non ultimo, il ruolo dei medici di base.

Dal momento che oltre l’80% dei consumatori dichiara di leggere le etichette, sarebbe necessario e quanto mai importante che queste veicolassero effettivamente le necessarie informazioni sui benefici salutistici. Ma al riguardo la professoressa Maria Lisa Clodoveo, dell’Università degli Studi di Bari, e membro anche lei del Comitato scientifico dell’Istituto Nutrizionale Carapelli, ha chiaramente detto che l’iter di approvazione dei claim salutistici risulta molto complesso e che l’unico claim autorizzato – “I polifenoli dell’olio di oliva contribuiscono alla protezione dei lipidi ematici dallo stress ossidativo” – resta come tale poco comprensibile, come evidenziato anche dalla survey, secondo cui oltre il 30% degli italiani non sa cosa significhi questa frase.

Il gap conoscitivo dei consumatori, e in particolare quello dei giovani, è pertanto da colmare. Lo si può fare attraverso un percorso educativo – anche se oggi, aggiungiamo noi di Olio Officina, la parola educazione sembra paradossalmente superflua, proprio mentre sarebbe la parola chiave per risolvere molte anomalie delle attuali società.

Sullo stesso tema è intervenuto Roberto Copparoni, della Direzione Generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute, il quale ha posto l’accento proprio sull’importanza dell’educazione alimentare quale strumento di prevenzione: La salute – ha precisato – necessita dell’azione coordinata di diversi attori sociali: istituzioni, università, consumatori, industria, grande distribuzione. In questo contesto l’educazione alimentare rappresenta lo strumento più importante, che consente di rendere coscienti i giovani sui rischi di cattive abitudini alimentari”.

Risulta fondamentale, inoltre, anche il contributo dei medici di famiglia, primi naturali interlocutori della vita quotidiana dei cittadini, come ha giustamente ricordato Claudio Cricelli, della  Società Italiana di Medicina Generale: “Il supporto del medico di famiglia ad un uso corretto dell’olio da olive – ha precisato – costituisce un elemento da sviluppare e perfezionare attraverso una informazione sistematica, utilizzando il suo ruolo di educatore della salute dei cittadini attraverso la diffusione delle continue evidenze scientifiche che confermano gli effetti positivi dell’olio Evo all’interno di una corretta educazione alimentare della popolazione del nostro Paese”.

Occorre dunque investire su una maggiore informazione per raggiungere i consumatori, ma i contenuti di queste informazioni, fondamentali, devono essere però scientificamente corretti. E proprio per questo il Comitato scientifico della Fondazione ha prodotto un compendio che riunisce tutte le più recenti evidenze scientifiche sui benefici dell’olio Evo. A presentarlo è il professor Francesco Visioli dell’Università degli Studi di Padova, anch’egli membro del medesimo Comitato scientifico. Il documento, supportato da un’ampia e autorevole bibliografia, sarà diffuso presso medici, nutrizionisti, istituti scolastici e divulgatori scientifici per promuovere una migliore, più ampia e corretta educazione alimentare.

Bruno Seabra, il presidente dell’Istituto Nutrizionale Carapelli Fondazione ETS, in apertura dei lavori, ha chiarito bene le intenzioni e gli obiettivi: La mission dell’Istituto Nutrizionale Carapelli – ha detto – è di promuovere la conoscenza e il consumo di quel prodotto straordinario che è l’olio extra vergine d’oliva, valorizzandolo in tutti i suoi aspetti. Per questo il lavoro del Comitato scientifico, che ringrazio per l’impegno e la professionalità, è così prezioso. Un team interdisciplinare che si dedica costantemente per dare un forte contributo in termini di evidenze scientifiche e fornire elementi a supporto della comunicazione”.

Altrettanto chiaro ed esplicito l’intervento del professor Michele Carruba, dell’Università degli Studi di Milano, che è poi il presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Nutrizionale Carapelli Fondazione ETS: “L’alimentazione è cultura e la cultura è prevenzione. L’Istituto Nutrizionale Carapelli si prodiga per promuovere la ricerca e il dibattito scientifico, ma soprattutto per la divulgazione diretta, con cui vogliamo aggiungere vita agli anni e promuovere una prevenzione che crei benessere per la popolazione. Pur non essendo un farmaco, l’alimento è assunto quotidianamente e può avere effetti sullo sviluppo, la prevenzione e la terapia di molte malattie non trasmissibili, come l’obesità, le malattie cardio-vascolari, il diabete di tipo 2 e molti tumori”.

A portare un saluto ai relatori e al pubblico, è da segnalare anche la presenza dell’on. Letizia Moratti, la quale ha richiamato l’attenzione anche delle istituzioni al tema, evidenziando l’importanza della divulgazione e della prevenzione per migliorare la qualità della vita e non solo l’aspettativa di vita. La parlamentare dell’Unione europea ha sostenuto quanto sia “fondamentale che i cittadini europei abbiano piena consapevolezza dei benefici straordinari dell’olio extra vergine di oliva, perché è un alimento che rappresenta non solo un’eccellenza della cultura mediterranea, ma nel contempo pure un solido pilastro per la salute.”

C’è da osservare, in conclusione di questa utile notizia, che l’indagine quantitativa CAWI condotta per conto dell’Istituto Nutrizionale Carapelli ha coinvolto un campione di mille intervistati. Riguardo invece all’Istituto Nutrizionale Carapelli, per quanti non ne conoscessero l’esistenza, va precisato che è stato fondato nel 2001 quale centro studi promotore di ricerche nell’ambito dell’olio (e in particolare l’olio extra vergine di oliva), mentre nel 2004 l’Istituto Nutrizionale Carapelli si è dotato di un Comitato scientifico costituito da alcuni degli studiosi del settore più rilevanti a livello internazionale. In tutto questo tempo l’Istituto Nutrizionale Carapelli ha sviluppato in partnership con atenei e istituti di ricerca italiani e stranieri una serie di ricerche sull’olio di oliva, studiato sotto ogni aspetto: chimico, sensoriale, agronomico, tecnologico estrattivo, umanistico, farmacologico, biochimico, nutrizionale. Una presenza attiva, sia partecipando a importanti convegni scientifici, sia firma articoli su riviste specializzate.

In apertura, foto di Olio Officina

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