L’abusato mito del naturale
Ci scrive un lettore: “Vedendo attaccare tutto ciò che è naturale, deduco che la vostra rivista sostiene l’industria farmaceutica”. Risponde Alberto Guidorzi: “Il 99,99% dei pesticidi che ingeriamo sono di origine naturale e più della metà, se somministrati a topi di laboratorio provocano il cancro. Lo dice la scienza. Altra favola da sfatare? Non sempre le cause di cancro negli animali di sperimentazione si dimostrano tali per l’uomo”
Gentilissima Redazione,
La presente in quanto sono rimasto particolarmente attratto dall’articolo del signor Guidorzi in relazione a quanto citato in oggetto, dove leggevo attonito una lunga serie di critiche riguardo determinati cibi e prodotti vitaminici, senza alcun consiglio di sorta a riguardo.
Ritengo da lettore attento ed informato che un buon articolo debba essere frutto non di letture prese da contrastanti ricerche sparse qua e là su Internet, bensì da persone esperte nel settore.
A questo punto mi chiedo… Vedendo attaccare tutto ciò che è naturale, deduco che la vostra rivista sostiene l’industria farmaceutica in quanto presumo che l’unico prodotto necessario per poter contrastare un certo tipo di malattie che fare prevenzione, quale sarebbe?
Forse sono solo i farmaci?
Sarei felice di ricevere un vostro riscontro, magari fornendomi una soluzione con esaurienti spiegazioni.
Ringrazio per l’attenzione.
Cordialmente
Un Vs lettore
Gentilissimo “innominato”.
Io sono un agronomo con 60 anni di esperienza e non un medico e quindi se cerca da me “soluzioni con esaurienti spiegazioni” di tipo nutrizionale non posso dargliele.
In quanto agronomo conosco, però, bene la fisiologia delle piante e ho pure un’adeguata informazione sulla fisiologia animale. Questo mi ha permesso di fare il seguente ragionamento molto terra terra, dato che una sostanza antiossidante contenuta in un cibo deve arrivare alle cellule per agire, mi sono chiesto: “come fa ad arrivare alle cellule umane intatto se deve venire preliminarmente distrutto perché la sua complessità gli impedisce di superare le barriere intestinali per entrare in circolo ed infine le barriere cellulari per addentrarsi all’interno della cellula e svolgere la sua funzione? Inoltre, visto che lo stesso corpo umano produce in proprio molte delle sostanze antiossidanti non sono proprio queste che agiscono se trovano, per formarsi, le pietre costitutive che l’alimentazione fornisce? Riconosco pertanto il ruolo dell’alimentazione, ma dubito sul ruolo dell’integrazione.
In secondo luogo, sempre in quanto agronomo, so che molte delle sostanze antiossidanti che la nutrizione classifica come tali, per le piante sono dei pesticidi, per inciso le piante non sanno che esiste l’uomo e tanto meno producono sostanze appositamente per lui; per le piante vale il fine ultimo di tutti i viventi che è la prosecuzione della specie e tutto è finalizzato a ciò.
Bruce Ames (QUI) ci dice che il 99,99% dei pesticidi che ingeriamo sono di origine naturale e più della metà, se somministrati a dei topi di laboratorio provocano il cancro. Altra favola da sfatare è che non sempre le cause di cancro negli animali di sperimentazione si dimostrano tali per l’uomo (QUI). Detto in altre parole, e sempre secondo Ames, gli americani mangerebbero 1,5 g/giorno di pesticidi naturali (tra 5000 e 10.000 molecole diverse) ossia 10.000 volte più dei pesticidi sintetici (0,09 mg/giorno) che normalmente immettono nel loro corpo. Ecco perché non ha nessun senso avere timore dei residui di pesticidi presenti negli alimenti perché sono a livello di qualche “ppb” (più intuitivamente è come dire presenza di qualche milligrammo per tonnellata) ed il nostro corpo li metabolizza senza nessuna conseguenza.
Quando poi ho letto questo sugli antiossidanti: “…La biodisponibilità di queste sostanze è piuttosto bassa ed il loro ruolo in vivo è ancora da chiarire…” (QUI)ed ho saputo che molti dei lavori che dimostravano l’azione antiossidante era eseguita solo in vitro, mi sono chiesto se molte delle mirabolanti caratteristiche salutistiche di certi integratori scritte sui giornali o riportate in televisione da sedicenti esperti nutrizionisti o anche da cattedratici in vena di apparire, avessero veramente fondamento scientifico od era solo una moda per supportare un business fiorente.
Insomma, una sopravvenuta disponibilità acritica all’assunzione di intrugli venduti in farmacia che di naturale hanno poco o nulla, piuttosto che la scelta di una bilanciata e parca alimentazione, accompagnata da stili di vita riconosciuti salutari da fondate ricerche. Temo che si sfruttino sia il mito dell’eterna giovinezza che le paure inconsulte di un consumatore in cerca di certezze inesistenti.
Di fronte a queste mie sopraggiunte e eminentemente personali convinzioni mi sono voluto documentare ed il contenuto dell’articolo riporta puntualmente le indicazioni e le fonti e relativa provenienza al fine che lettori come lei possano rifare il mio percorso. Le mie quindi non sono letture, ma ricerca di articoli con base scientifica scritti da specialisti. Non contento della mia ricerca, il testo che ne è scaturito poi è stato sottoposto preliminarmente alla lettura di uno specialista del settore (citato e raggiungibile) e puntualmente ho integrato il testo con le sue osservazioni.
Pertanto, se quanto da me scritto non l’ha soddisfatta tocca ora a lei redigere un altro articolo che dimostri l’infondatezza delle tesi che io ho sviluppato, ma, attenzione, apportando altrettanta documentazione scientifica! Resto pertanto in attesa del suo contributo e se sarà convincente gliene darò atto con piacere. Nel terminare la doverosa risposta, non posso esimermi dal rammaricarmi che lei abbia voluto mantenere un inspiegabile anonimato.
Se confronto deve trattarsi esso deve essere leale!
Cordialmente
Alberto Guidorzi
La foto di apertura, di Luigi Caricato, riprende una installazione artistica di Franco Vertovez, dal titolo “La magica tavola del succhia succhi”, esposta nell’ambito dela mostra collettiva “Il raccolto”, al Palazzo dell’Umanitaria a Milano, a cura di Arte da Mangiare
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