Sotto la lente

Alla scoperta della Tenuta La Pazzaglia

Con il termine Grechetto si definiscono ufficialmente due varietà di vite assai differenti tra loro, il Grechetto di Orvieto e quello di Todi, designati come clone G109 e clone G5. Sotto la lente il Grechetto Poggio Triale Igt 2022

Antonello Maietta

Alla scoperta della Tenuta La Pazzaglia

Adagiato su un colle che domina la valle del Tevere, al confine con l’Umbria, si trova il piccolo comune di Castiglione in Teverina. Una particolare erosione del terreno ha plasmato la morfologia di quest’area del Viterbese, dando vita al suggestivo fenomeno dei calanchi. Dal punto di vista agricolo la zona è rinomata fin dall’epoca etrusca per le produzioni viticole e olivicole.

Nel centro abitato, il Museo del Vino e delle Scienze Agroalimentari (Muvis) è il più grande d’Europa, con spazi espositivi su più livelli, di cui quattro sotterranei ospitati nelle storiche cantine dei Conti Vaselli, dismesse negli anni Novanta. In questo monumento di archeologia industriale, sapientemente ristrutturato, al visitatore è offerto un ampio saggio di cultura enologica e agroalimentare nelle sue diverse sfaccettature.

A poca distanza dal borgo, in direzione Bagnoregio, si trova la Tenuta La Pazzaglia, un’attività agricola di circa 40 ettari, una dozzina dei quali coltivati a vigneto, fondata nel 1992 da Agnese e Randolfo Verdecchia. Le loro iniziali (A e R) campeggiano tuttora nel logo aziendale.

Dal 2009 l’azienda è guidata dalle figlie Maria Teresa e Laura, impegnate nella produzione e nella commercializzazione; grazie alla loro abilità l’azienda si è guadagnata da tempo una posizione di primo piano tra le migliori realtà del Lazio.

Laura Verdecchia

Le quasi 50mila bottiglie prodotte annualmente, distribuite su diverse tipologie, sono ottenute dalla vinificazione, in purezza o in uvaggio, di vitigni internazionali, tra cui Merlot, Cabernet, Syrah e Chardonnay, e uve territoriali, come Sangiovese, Ciliegiolo e Procanico. Il vitigno prediletto è il Grechetto, anche se sarebbe meglio declinarlo al plurale, perché sono due le tipologie coltivate in azienda. Dal punto di vista ampelografico, infatti, con lo stesso termine Grechetto si definiscono ufficialmente – anche all’interno del Registro Nazionale – due varietà di vite assai differenti tra loro, il Grechetto di Orvieto e il Grechetto di Todi, designati come clone G109 e clone G5. Il primo tende a essere più produttivo, con una resistenza maggiore alle malattie e alle avversità climatiche, mentre il Grechetto di Todi è più delicato, dona uve con una buona acidità, che porta a esprimere vini eleganti, di maggior freschezza e potenziale evolutivo. Quest’ultimo corrisponde alla tipologia presente nei Colli Bolognesi con il nome di Pignoletto e nei Colli di Rimini con quello di Rébola.

Sotto la lente mettiamo il Grechetto Poggio Triale, una piccola produzione di poco più di 3mila bottiglie ogni anno, ottenuta dal clone G5, ossia quello di Todi. Le uve provengono da vigneti allevati a guyot, situati a 280 metri di altezza su terreni argillosi. Dopo la vendemmia, effettuata nei primi giorni di settembre per mantenere una buona acidità, le uve sono ulteriormente selezionate in cantina prima di essere avviate a una pressatura soffice a grappolo intero. Al termine della fermentazione è previsto un passaggio in acciaio di 12 mesi, con sosta sui lieviti per almeno 6 mesi, e altrettanti di affinamento in bottiglia.

Giallo paglierino intenso con luminosi riflessi dorati. Il profilo olfattivo elargisce con generosità sentori di frutta tropicale, mango e papaia su tutti, pesca gialla, bergamotto e cedro candito, cui seguono note di gelsomino, fiori di camomilla essiccati e macchia mediterranea, fino a chiudere con cenni di pietra fo­caia, erbe aromatiche e accenni balsamici. In bocca è avvolgente, dotato com’è di una florida componente alcolica, sostenuta da una vivace freschezza e un’incisiva sapidità, che donano un finale di lunga progressione.

Servito a una temperatura tra i 12 e i 14 °C si abbina felicemente ai piatti di mare, soprattutto a base di crostacei, ma grazie alla sua ricca struttura è in grado di accompagnare anche carni bianche e pollame nobile, con cotture alla brace o in umido. 

Grechetto Poggio Triale Igt 2022 – Tenuta La Pazzaglia

Grechetto di Todi (clone G5) 100% – 14% vol.

In apertura e all’interno, foto di Ilaria Santomanco

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