Sotto la lente

Chiara Condello e il Sangiovese di Romagna

A Predappio, in un piccolo appezzamento al limitare del bosco, le lucciole, che danno nome a questo vino, creano d’estate scenari fiabeschi. A distanza di soli dieci anni, la piccola azienda si è fatta apprezzare nel panorama del vino italiano per l’eccellente livello qualitativo e le schiette interpretazioni territoriali, mantenendo separata la sua produzione da quella di famiglia, di cui Chiara segue la parte tecnica

Antonello Maietta

Chiara Condello e il Sangiovese di Romagna

Il vitigno di gran lunga più coltivato in Italia è il Sangiovese, che arriva a coprire circa il 10 per cento della superficie vitata nazionale, con una spiccata concentrazione nelle regioni del Centro Italia, Toscana ed Emilia-Romagna in primis. Sull’origine del nome si intrecciano diverse teorie: alcuni studiosi ritengono che derivi da “sangue di Giove” (sanguis Iovis), nome attribuito al vino dei monaci del monastero di Monte Giove a Santarcangelo di Romagna, mentre altri lo farebbero derivare da “Sangiovannese”, ossia originario di San Giovanni Valdarno, in Toscana. Con certezza il primo a citare la varietà, come “Sangiogheto”, fu l’agronomo toscano Giovanni Vettorio Soderini nel Trattato della coltivazione delle viti e del frutto che se ne può cavare, pubblicato nel 1600, tre anni dopo la morte dell’autore.

Tra le numerose denominazioni che utilizzano il Sangiovese come vitigno esclusivo o prevalente, la più ampia e articolata è la Doc Romagna, che ha assorbito e integrato la precedente, istituita nel 1967 con il nome Sangiovese di Romagna. Le modifiche inserite dal 2011 nel disciplinare di produzione hanno consentito di individuare gli areali più vocati, attraverso la definizione di alcune menzioni geografiche – attualmente sono sedici – dove il fecondo comprensorio del Forlivese è ben rappresentato dai quattro toponimi di Castrocaro, Meldola, Bertinoro e Predappio. In questa zona la peculiarità dei terreni è data dalla presenza dello “spungone”, una roccia arenaria calcarea molto particolare in cui abbondano resti fossili di conchiglie e altri molluschi bivalvi, a ricordarci che 3 milioni di anni fa il mare arrivava fin qui.

Dal 2015 nella pattuglia di produttori che da tempo animano il comune di Predappio si è inserita la giovane Chiara Condello. Il podere del nonno materno era destinato non solo alla vigna, ma anche al grano e agli alberi da frutto, mentre il papà, Francesco Condello, si era già orientato verso la coltura specializzata, fondando nel 2001 l’azienda Condé: oggi questa realtà vitivinicola comprende una superficie di 110 ettari, di cui 77 vitati, e uno splendido resort immerso tra le vigne.

Chiara, con una laurea in Economia conseguita alla Bocconi, era indirizzata verso un percorso professionale assai diverso. Tra gli innumerevoli impegni che la conducevano di frequente all’estero, provvidenziali furono un paio di mesi di pausa trascorsi nell’attività di famiglia a Predappio, perché – malgrado avesse già sperimentato le faticose incombenze della vendemmia – decise di cambiare radicalmente il corso della propria vita. Gli studi ripresero, ma in un’altra direzione, verso il settore vitivinicolo, mentre i viaggi, anziché nelle capitali della finanza internazionale, la portarono spesso in Borgogna, per conoscere da vicino i più rinomati artigiani del vino e il loro modello agronomico. Con l’acquisizione di altre vigne, tra cui alcune di 40/50 anni che rischiavano l’espianto per la scarsa produttività, ha preso l’avvio la nuova attività che porta il suo nome.

A distanza di soli dieci anni, la piccola azienda si è fatta apprezzare nel panorama del vino italiano per l’eccellente livello qualitativo e le schiette interpretazioni territoriali, mantenendo separata la sua produzione da quella di famiglia, di cui Chiara segue la parte tecnica.

Da quasi 5 ettari di vigna, coltivata in regime biologico, si producono annualmente circa 30mila bottiglie di Sangiovese di Predappio, tra cui 4mila di Riserva Le Lucciole, e solo in alcune annate particolari poche centinaia di esemplari di un altro Sangiovese Predappio Riserva, Lo Stralisco.

Sotto la lente mettiamo il Romagna Sangiovese Predappio Le Lucciole Riserva. Le uve provengono da un unico appezzamento di 8mila metri quadri, allevato a cordone speronato, con una densità d’impianto di 5500 ceppi per ettaro. Il vigneto è adagiato su uno strato di roccia madre di spungone, diversamente dalle altre vigne aziendali, dove lo spungone è presente in affioramenti più sciolti.

Il microclima è ideale, con elevate escursioni termiche, grazie all’invidiabile posizione su un crinale rivolto da un lato verso l’Appennino, con le foreste del Casentino, e dall’altro verso la pianura e il mar Adriatico. Siamo a un’altezza di circa 250 metri, al limitare del bosco: nelle serate estive le lucciole, che danno il nome al vino, creano scenari da fiaba.

La vendemmia è realizzata a mano in cassette da 15 kg; le uve sono ulteriormente selezionate in cantina sul nastro di cernita. Senza pigiatura, in parte a grappolo intero, sono avviate a una fermentazione spontanea in tini aperti senza controllo della temperatura, con diversi rimontaggi e macerazioni che si protraggono fino a 40 giorni. Data l’esiguità della produzione, la maturazione avviene in un’unica botte di rovere di Slavonia da 35 ettolitri per 24 mesi, cui fa seguito l’affinamento in bottiglia per altri 12 mesi.

Carminio di buona trasparenza, inciso da venature granato. L’olfatto è pervaso da sensazioni di fiori di lavanda, mora in confettura, amarena candita, liquirizia e rabarbaro, con eleganti refoli balsamici nel finale. L’impianto gustativo, delineato su una prorompente dotazione calorica, è perfettamente equilibrato da un tannino palpitante e da una acidità in evidenza, condizioni che lasciano presagire una lunga evoluzione nel tempo.

Servito alla temperatura di 18 °C, si abbina con carni alla griglia, selvaggina in umido e formaggi stagionati, con una particolare predilezione per le costine di Mora Romagnola alla brace.

 

Romagna Sangiovese Predappio Doc Le Lucciole Riserva 2018 – Chiara Condello

Sangiovese 100% – 14,5% vol.

In apertura, foto di Ilaria Santomanco

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