Sotto la lente

È a firma Tenuta Cavalier Pepe il Fiano di Avellino Brancato

Un vino versatile, ottenuto da un vitigno di antichissima origine, erede di una varietà italica preromana. L’azienda, fondata nel 1999, è brillantemente condotta da Milena Pepe, laurea in Viticoltura ed enologia in Francia e in Marketing in Belgio. Nel 2024 la classifica del World’s Best Vineyards ha visto collocata questa cantina al 14° posto al mondo – e prima tra le italiane – per l’accoglienza enoturistica

Antonello Maietta

È a firma Tenuta Cavalier Pepe il Fiano di Avellino Brancato

L’Irpinia, areale storico della Campania che corrisponde con buona approssimazione alla provincia di Avellino, vanta una solida tradizione vitivinicola, testimoniata dalla presenza di ben tre vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita: Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo. Nel capoluogo si trova anche uno dei più antichi istituti di viticoltura ed enologia d’Italia, fondato nel 1879 dall’allora Ministro dell’Istruzione Francesco De Sanctis, di cui porta il nome. Questa scuola da sempre rappresenta un eccellente polo di ricerca per lo studio e lo sviluppo agricolo del comprensorio.

Tra le aziende che hanno contribuito alla fama recente del territorio si annovera la Tenuta Cavalier Pepe, la cui storia è intimamente collegata a quella del suo fondatore Angelo Pepe, scomparso prematuramente nel 2024.

Partito giovanissimo da Luogosano, paese all’interno della zona di produzione del Taurasi, inizia la sua carriera professionale nella ristorazione in Belgio come cameriere, per poi aprire nel 1979 a Bruxelles il suo primo ristorante, dal nome evocativo “Sogno d’Italia”. Il repentino successo dell’attività è seguito da altre aperture, che diventano un solido punto di riferimento della tradizione gastronomica italiana nella capitale belga. Nel 1998 il Presidente Oscar Luigi Scalfaro lo nomina Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana “per le sue qualità morali, l’attaccamento al lavoro e l’alta professionalità”.

I frequenti contatti con la terra natia lo convincono a dare nuovo impulso all’attività agricola mai interrotta della sua famiglia, reimpiantando i vigneti di proprietà e acquisendone di nuovi. L’azienda attuale è fondata nel 1999. Trasmette la sua passione alla figlia maggiore Milena Pepe, che si laurea in Viticoltura ed enologia in Francia e in Marketing in Belgio. Forte di queste competenze, nel 2005 Milena all’età di soli 25 anni si trasferisce in Irpinia per condurre la sua prima vendemmia, assumendo anche la guida della cantina realizzata tra le vigne di Sant’Angelo all’Esca.

Milena Pepe

Attualmente la Tenuta Cavalier Pepe dispone di 70 ettari di vigneti, 12 di oliveti e alcuni noccioleti. Dalle prime cinque etichette degli esordi, oggi la gamma – con una produzione complessiva di 500mila bottiglie – è articolata su una ventina di referenze: i vini bianchi sono ottenuti da vitigni tradizionali dell’areale, come Fiano, Greco, Falanghina e Coda di Volpe, mentre sul versante dei rossi l’Aglianico è il protagonista di due tipologie Taurasi e di altri vini di solida impronta. Piccole aggiunte di Sangiovese e Merlot permettono di realizzare altri vini dalla beva più immediata. La gamma si completa con un eccellente olio extravergine di oliva, ottenuto da un blend di Ravece, la cultivar locale, Marinese, Frantoio e Ogliarola.

L’ospitalità è da sempre il fiore all’occhiello dell’azienda: per questo motivo adiacente alla cantina e al punto vendita si trovano un ristorante e alcuni alloggi immersi nella natura. Grazie a queste strutture e alle numerose iniziative indirizzate agli appassionati per valorizzare i prodotti tipici locali, nel 2024 la classifica del World’s Best Vineyards ha visto l’azienda collocarsi al 14° posto al mondo – e prima tra le italiane – per l’accoglienza enoturistica.

Sotto la lente mettiamo il Brancato, un Fiano di Avellino Riserva realizzato solo in 3mila esemplari vinificando le uve di un vigneto esposto a sud nel vicino comune di Lapio, adagiato su terreni di limo e sabbia con inserti di calcare e residui vulcanici.

Il Fiano è un vitigno di antichissima origine, erede di una varietà italica preromana, la cui etimologia è ancora oggetto di controversie, ma probabilmente originaria proprio del paese di Lapio, un tempo conosciuto come Apia. L’uva coltivata nella zona era dunque chiamata Apiana, poi mutata Fiano nelle trascrizioni linguistiche successive. Altre teorie collegano Apiano alle api, che sono attirate dall’elevato contenuto zuccherino degli acini.

Le uve per il Brancato sono raccolte a mano a completa maturazione; ulteriormente selezionate in cantina, sono avviate a una pressatura soffice a grappolo intero. Il mosto fiore ottenuto è decantato a freddo e fatto fermentare per metà in barrique di rovere francese e per metà in acciaio. Il vino matura a lungo sui lieviti, sempre tra legno e acciaio, infine riposa per sei mesi in bottiglia, assicurando l’anno di invecchiamento previsto dal disciplinare per la tipologia Riserva.

Paglierino di attraente luminosità, con riflessi dorati; l’aderenza del vino al calice promette corpo e sostanza. L’incipit olfattivo è impostato su sentori floreali, biancospino e sambuco su tutti, seguiti da note fruttate di pesca gialla, melone e mango in perfetta combinazione. Si uniscono in chiusura cenni di camomilla, miele di erica e nocciola tostata. Anche al sorso si percepisce la riuscita fusione tra le parti, attraverso una bilanciata dotazione calorica, con contrappunti di vibrante freschezza e stuzzicante sapidità.

Si tratta di un vino versatile, con una struttura che si addice a pietanze di pesce cotte al forno o alla griglia, così come all’abbinamento con carni bianche salsate e formaggi di breve stagionatura. La temperatura di servizio oscilla tra 12 e 14 °C.

 

Fiano di Avellino Brancato Riserva 2023 – Tenuta Cavalier Pepe

Fiano 100% – 13% vol.

In apertura, e all’interno, foto di Ilaria Santomanco

 

 

 

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