Freschezza e dotazione alcolica per il Kerner di Cantina Valle Isarco
Il vitigno, che prende il nome dal medico e poeta tedesco Justinus Kerner, è un felice incrocio di Schiava grossa e Riesling. Creato nel 1929 in Germania da August Herold, presso l’Istituto di viticoltura di Weinsberg, viene coltivato anche in Austria e Svizzera. Il vino posto sotto la lente fa parte dell’alta gamma Aristos della cooperativa altoatesina

In Alto Adige il sistema della cooperazione nel settore vitivinicolo vanta una lunga storia, se si pensa che le prime cantine sociali si insediarono ad Andriano, Terlano ed Egna fin dal 1893. La possibilità per i vignaioli di vinificare in comune le proprie uve all’interno di impianti centralizzati, di cui erano loro stessi i proprietari, li svincolò dalla vendita a basso prezzo delle uve ai commercianti. Al giorno d’oggi le cantine sociali dell’Alto Adige, alcune delle quali si sono rafforzate grazie a fusioni e accorpamenti tra di loro, rappresentano un modello di riferimento per funzionalità e rigore qualitativo.
La Cantina Valle Isarco, fondata a Chiusa nel 1961, malgrado i suoi sessant’anni e più di vita è una delle cooperative più giovani del territorio altoatesino. È anche la più piccola in termini di quantità prodotte, ma svolge un ruolo fondamentale perché mantiene viva la viticoltura in questo lembo di territorio incastonato tra i rilievi alpini. Sono 135 i soci conferitori, con una media di poco più di un ettaro a testa, per un totale di circa 150 ettari di superficie vitata: da qui hanno origine 900mila bottiglie suddivise in diverse linee produttive.
Il vino che mettiamo sotto la lente fa parte della linea di alta gamma chiamata Aristos ed è ottenuto da sole uve Kerner, una varietà che trova in queste terre il proprio areale di elezione. La sua diffusione si attesta intorno al 2% della superficie vitata dell’Alto Adige. Si tratta di un vitigno particolare, creato nel 1929 nell’istituto di viticoltura di Weinsberg in Germania dal ricercatore August Herold incrociando Schiava grossa (un’uva a bacca rossa conosciuta anche come Trollinger) e Riesling. Il nome Kerner gli fu dato in omaggio a Justinus Kerner (1786-1862), medico e poeta tedesco, che aveva richiamato il tema del vino in numerose poesie.
Varietà di scarsa produttività, è tuttavia molto resistente ai climi rigidi, tanto da essere coltivato in Austria, Germania e Svizzera; sorprendentemente, se ne trovano circa 300 ettari anche nell’isola di Hokkaido, l’areale più freddo del Giappone.
Nei vigneti scoscesi della Valle Isarco, situati tra gli 800 e i 1000 metri, le uve devono essere raccolte per forza solo a mano. Dopo un breve contatto con le bucce, segue una pigiatura delicata, poi la fermentazione a temperatura controllata e la maturazione per dieci mesi sulle fecce nobili, una parte in acciaio e un’altra in botti grandi.
Il manto è giallo paglierino chiaro dai riverberi dorati. Il quadro odoroso è parecchio intrigante: fiori di sambuco e melissa, pesca, mela granny smith, e un accenno iodato. In bocca appaga per il riuscito abbraccio tra freschezza e dotazione alcolica, ben bilanciato, e prosegue con un lungo finale dominato da una scia sapida.
Una temperatura di servizio di circa 10 °C fa risaltare la sua spiccata freschezza e un’innata capacità sgrassante, grazie alle quali si abbina felicemente ai salumi di montagna, come lo speck; è un valido alleato per pietanze elaborate a base di pescato, anche di acqua dolce, ad esempio la trota al burro e salvia.
Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner Aristos 2023 – Cantina Valle Isarco
Kerner 100%
In apertura, foto di Ilaria Santomanco
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