Letrari 976 Riserva del Fondatore
Da Leonello Letrari a Lucia, e ora Margherita: la storia di una famiglia intrecciata a quella della spumantistica trentina. Il fondatore intuì le grandi potenzialità dei vigneti e del microclima del Trentino per la produzione di spumanti rifermentati in bottiglia, una tecnica ancora poco esplorata, e creò nel 1964 una realtà dedita esclusivamente al Metodo Classico

In etichetta campeggia orgogliosamente la dicitura “Viticoltori dal 1647”, e certo la storia di questa famiglia non sarebbe stata la stessa se, a un certo punto, non fosse comparso un personaggio del calibro di Leonello Letrari.
Classe 1931, appena conseguito il diploma all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (l’odierna Fondazione Edmund Mach) si fece subito apprezzare per le lungimiranti capacità professionali. Realizzò, ad esempio, il primo taglio bordolese del territorio, dando lustro all’azienda per cui lavorava come responsabile tecnico e dove conobbe Maria Vittoria, che sarebbe poi diventata sua moglie e preziosa collaboratrice.
Intuì le grandi potenzialità dei vigneti e del microclima del Trentino per la produzione di spumanti rifermentati in bottiglia, una tecnica ancora poco esplorata, e creò nel 1964 una realtà dedita esclusivamente al Metodo Classico insieme ai colleghi enologi Giuseppe Andreaus, Ferdinando Tonon, Pietro Turra e Riccardo Zanetti, con cui condivideva amicizia, passione e competenza.
Nel 1976 a Rovereto fonda con la moglie l’attuale attività di famiglia, dove può mettere a frutto in autonomia le conoscenze acquisite senza rinunciare a condividere le sue sperimentazioni, contribuendo a far crescere l’intero comparto vitivinicolo del Trentino.
Dal 1987 la figlia Lucia, anch’essa enologa, caparbia e tenace come il papà, infonde nuova energia alla già rinomata attività vitivinicola, che prosegue nel suo brillante percorso. Insieme progettano nuovi vini – tra cui il Ballistarius, dove l’autoctono Enantio fa compagnia alle uve bordolesi –, nobilitano le varietà tradizionali dell’areale, come il Marzemino, e consolidano la vocazione spumantistica, donando uno stile contemporaneo a tutta la gamma.
L’esordio del nuovo secolo coincide con il trasferimento dalla cantina storica nella nuova sede di Rovereto, più moderna e funzionale, dalla quale escono circa 120mila bottiglie all’anno.
Alla scomparsa di Leonello Letrari, nel 2017, il testimone passa definitivamente a Lucia, affiancata oggi dalla figlia Margherita, attiva nella comunicazione e nel marketing.
I vigneti, ubicati su circa 14 ettari nei migliori areali della Vallagarina, si dispongono da Rovereto a Borghetto di Avio, lungo il corso dell’Adige: qui, il benefico influsso dell’Ora, il vento che spira dal Garda, crea un microclima di tipo mediterraneo, ideale anche per la produzione di un eccellente olio extra vergine di oliva.
Insieme ad altre 67 aziende aderisce all’Istituto Trento Doc, associazione creata nel 1984 per la valorizzazione e la tutela del Metodo Classico trentino, secondo un rigido disciplinare. Non è casuale, dunque, che tra le attuali 18 referenze che compongono la gamma produttiva ben 10 siano riservate al Metodo Classico, declinato in tutte le sfaccettature.
Sotto la lente mettiamo il Trento Doc Brut 976 Riserva del Fondatore, un chiaro riferimento all’anno di fondazione dell’azienda e al suo artefice.
Si tratta di un blend di Chardonnay e Pinot nero, uve particolarmente adatte alla spumantizzazione, in cui nessuna delle due cultivar recita un ruolo da solista. La sosta sui lieviti si protrae per 120 mesi: dieci anni tondi, in cui il tempo raccoglie la sfida e si trasforma in un prezioso alleato.
Dorato smagliante, con un perlage finissimo e prolungato. Il ventaglio olfattivo spazia su sentori di erbe aromatiche, cedro candito, miele di acacia e crema pasticciera, per chiudere con un refolo di nocciola tostata e zenzero. Al palato è setoso, avvolgente, mentre una rinfrescante matrice sapida sottolinea un finale di inesauribile persistenza.
Grazie all’efficace sintesi tra l’eleganza dello Chardonnay e la struttura del Pinot nero, si dimostra molto versatile negli abbinamenti, sposando ad esempio piatti della cucina orientale, come l’anatra alla pechinese o il pollo al curry.
Trento Doc Brut 976 Riserva del Fondatore 2010 – Letrari
Chardonnay 50%, Pinot nero 50%
In apertura, foto di Ilaria Santomanco
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