Si chiama Mike l’ultimo nato nella gamma di vini di Emanuela Tamburini
Il fascino di un potente rosso strutturato, di espressione toscana, da Sangiovese in purezza, coniugato con una chiusura stelvin di respiro internazionale. La matrice territoriale si coglie nitida nella linea dedicata alla famiglia, impreziosita da etichette che richiamano il profilo stilizzato della persona alla quale sono intitolate

A sud-ovest di Firenze, dove le province di Pisa e Siena si incontrano, è situato il piccolo comune di Gambassi Terme, nella Valdelsa, attraversato dall’antica Via Francigena.
Per comprendere esattamente il contesto ambientale, ricco di storia e di risorse naturali, è opportuno citare i comuni confinanti: Certaldo (Firenze), San Gimignano (Siena) e Volterra (Pisa). Dal punto di vista vitivinicolo rientra nell’areale di produzione del Chianti Docg.
Su queste colline Franco Tamburini, bisnonno dell’attuale proprietaria Emanuela, nel lontano 1890 piantò le prime vigne e i primi olivi, dando vita a una lunga e consolidata tradizione familiare. Si tratta infatti di una delle aziende più radicate nel territorio. Nel 1930 il testimone passa al figlio Italo, che incrementa la superficie agricola e la capacità produttiva. La storia prosegue nel 1967 con Mauro, che porta l’azienda all’attuale dimensione di circa 50 ettari complessivi, di cui una trentina vitati. Impreziosiscono la tenuta mille piante di olivo delle cultivar Moraiolo, Leccino, Frantoio e Pendolino, coltivate con il metodo biologico.

Emanuela Tamburini e Michele Jermann
L’ulteriore passaggio generazionale, avvenuto nel 2002 con l’ingresso in azienda della figlia Emanuela Tamburini, laureata in Viticoltura ed Enologia all’Università di Pisa, dà l’avvio a un processo di profondo rinnovamento – sia agronomico, sia tecnologico – dell’attività, che dal 2020 si avvale anche del contributo di Michele Jermann, marito di Emanuela.

Michele Jermann
Attualmente dai 30 ettari vitati si producono circa 90mila bottiglie, suddivise in una decina di referenze. Nella gamma trovano spazio vini con stili e caratteristiche propri, ma tutti improntati sull’eleganza e la piacevolezza di beva. Un’ondata di freschezza si coglie nel bianco Il Castelluccio, ottenuto da un uvaggio di Trebbiano e Malvasia, e nel rosato TJ, un Sangiovese in purezza, entrambi sigillati con il tappo stelvin, da un’idea di Michele, che già lo sperimentava nell’azienda di famiglia sulle colline goriziane.
Il Sangiovese è il vitigno dominante nei due vini di impronta internazionale, Il Moraccio e Il Massiccio: nel primo all’85% della varietà toscana è unito un 10% di Merlot e 5% di Petit Verdot, mentre nel secondo il saldo è di solo Merlot.
La matrice territoriale si coglie nitida nella linea dedicata alla famiglia, impreziosita da etichette che richiamano il profilo stilizzato della persona alla quale sono intitolate. Il papà Mauro, definito affettuosamente con l’appellativo The Boss, campeggia sul Chianti Docg, mentre al nonno Italo è consacrata la Riserva. In questi due Chianti la percentuale di Sangiovese sale al 90%, completata da sole varietà autoctone.
Il Brunello di Montalcino Somnio, in sole 1000 bottiglie, è una dedica personale a Emanuela, che ha fortemente voluto cimentarsi con un Sangiovese in purezza da lunga evoluzione.
Non poteva mancare il Vin Santo del Chianti, ottenuto da un blend paritario di Trebbiano e Malvasia, fatto riposare a lungo nei tradizionali caratelli.
Sotto la lente mettiamo Mike, l’ultimo nato, e questa volta è il profilo di Michele Jermann a essere tratteggiato. Ottenuto da uve Sangiovese in purezza, è il vino che Emanuela ha voluto riservare al marito, un atto d’amore per sintetizzare la comune dedizione all’affascinante mondo enologico.
Dopo un’accurata selezione dei grappoli – raccolti a mano alla metà di settembre, quando l’uva raggiunge il giusto livello di maturazione –, si procede con una fermentazione tradizionale in rosso, una breve sosta in acciaio e una lunga maturazione in tonneau di rovere francesi per tre anni. Si tratta di una bella scommessa, per sole 600 bottiglie, che coniuga un potente rosso strutturato, di espressione toscana, con una chiusura stelvin di respiro internazionale.
Sfoggia una livrea color carminio, dotata di una smagliante luminosità. Il ventaglio olfattivo spazia dalla violetta appassita alla confettura di prugna, passando attraverso eleganti sentori di mora di rovo, tabacco, vaniglia e caffè tostato, con un gradevole cenno di rabarbaro in chiusura. Il sorso è esuberante, ma perfettamente calibrato sui tannini e la sapidità.
Servito a una temperatura tra 16 e 18 °C è eccellente con cacciagione e selvaggina, o con primi piatti a base di ragù di carni varie.
Toscana Sangiovese Igt Mike 2021 – Azienda Agricola Emanuela Tamburini
Sangiovese 100% – 14% vol.
In apertura e all’interno, foto di Ilaria Santomanco
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