Sotto la lente

Una livrea color carminio per il Carmignano Riserva di Piaggia

Una Doc ante litteram, la prima nella storia dell’enologia mondiale, quella con cui Cosimo III de’ Medici sanciva l’imprescindibile corrispondenza fra una denominazione e il suo areale di produzione. A Poggio a Caiano Mauro e Silvia Vannucci valorizzano gli stessi vitigni già presenti in zona nel Settecento

Antonello Maietta

Una livrea color carminio per il Carmignano Riserva di Piaggia

L’azienda Piaggia si trova in provincia di Prato, per l’esattezza a Poggio a Caiano, il comune che insieme a Carmignano compone la Docg del Carmignano.

La storia del territorio è legata al Granducato di Toscana e alla nobile casata dei Medici, che qui possedeva fastose dimore e vasti appezzamenti vitati.

In particolare, Cosimo III de’ Medici è ricordato per l’editto emanato il 24 settembre 1716, intitolato Sopra la Dichiarazione de’ confini delle quattro regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Valdarno Superiore, una sorta di Doc ante litteram: questo provvedimento, infatti, primo nella storia dell’enologia mondiale, sanciva l’imprescindibile corrispondenza fra una denominazione e il suo areale di produzione.

L’azione del Granduca andò ben oltre, poiché soltanto i quattro vini tutelati beneficiavano dell’appellativo “commessi per navigare”, ossia gli unici che potevano essere spediti all’estero, ed erano tenuti in grande considerazione per il “decoro della nazione”. Inoltre, si preoccupò di istituire le “Congregazioni di vigilanza sulla produzione”, allo scopo di tutelare la reputazione e l’onorabilità del suo territorio da eventuali frodi.

Tornando a Piaggia, Mauro Vannucci, imprenditore del settore tessile, ha avviato questa realtà nel 1990. L’azienda oggi è condotta da Silvia Vannucci, che ha mantenuto sull’etichetta il nome del papà come doveroso riconoscimento. Il passaggio di testimone non ha per nulla turbato lo stile dei vini, perché Mauro è sempre stato un attento osservatore del mercato e un anticipatore delle tendenze. Non è casuale che fu tra i primissimi produttori in Toscana a comprendere le potenzialità della vinificazione separata del Cabernet franc, realizzando fin dalla metà degli anni Novanta il Poggio de’ Colli, una delle più felici espressioni italiane del vitigno in purezza.

Tra i 25 ettari di superficie aziendale, 15 dei quali coltivati a vigneto, trova spazio anche la produzione di un eccellente olio extra vergine di oliva, ottenuto per metà dalla cultivar Frantoio e per la parte restante da Leccino, Moraiolo e Pendolino.

Il vino che mettiamo sotto la lente è il Carmignano Riserva, un uvaggio di Sangiovese (70%), Cabernet nelle due tipologie Franc e Sauvignon (20%) e Merlot (10%): tutti vitigni già presenti in zona ai tempi dell’editto.

Dopo un’accurata selezione delle uve, la fermentazione si protrae a lungo per ottimizzare l’estrazione dalle bucce. Il vino matura per diciotto mesi in barrique, dove svolge anche la fermentazione malolattica. Il protocollo aziendale non prevede lieviti selezionati, filtrazione, né chiarifica, per preservare intatto il suo carattere.

Sfoggia una livrea color carminio intenso. Al naso giungono sensazioni di arancia sanguinella, marasca, confettura di mora e pepe nero, con un soffio di liquirizia a siglare il finale. Una piacevole morbidezza e un tannino vivo si bilanciano in un palato di solida caratura, dalla lunga progressione gustativa.

Servito intorno ai 16 °C, accompagna perfettamente primi piatti di pasta fresca con sughi di carne, come i classici pici al ragù di chianina, i salumi stagionati e le carni rosse alla griglia.

 

Carmignano Riserva Docg 2020 – Piaggia

Sangiovese (70%), Cabernet franc e Sauvignon (20%), Merlot (10%)

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