Terra Nuda

Acque agitate intorno all’Igp aceto balsamico di Modena

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota stampa del Consorzio d tutela dell’Aceto Balsamico di Modena, intorno alle dichiarazioni diffuse da Armando De Nigris, presidente dell’omonimo Gruppo, e pubblicate da Olio Officina Magazine. Scrive, in particolare, la presidente Mariangela Grosoli, che “il Consorzio continuerà in tutti i modi possibili a perseguire la difesa del prodotto, della denominazione, di un mercato trasparente ed etico, insieme alla tutela del consumatore e di una concorrenza leale”

Olio Officina

Acque agitate intorno all’Igp aceto balsamico di Modena

Si apprende dall’articolo uscito sul vostro portale che Armando De Nigris, presidente dell’omonimo Gruppo, accusa il Consorzio di non aver tutelato l’Igp Aceto Balsamico di Modena e di provocare con il proprio comportamento danni al comparto produttivo.

Oltre alle motivazioni inconsistenti, stupisce il fatto che l’accusa provenga dall’azienda De Nigris che ha contrastato fin dall’inizio il percorso di tutela del prodotto modenese, prima opponendosi alla registrazione dell’Aceto Balsamico di Modena come Igp a livello nazionale, presso il Tar del Lazio e il Consiglio di Stato e, poi, dopo la registrazione e la pubblicazione del Regolamento CE 583/2009, contestando la registrazione stessa al Tribunale di primo grado dell’Unione Europea. Fino ad allora, infatti, la De Nigris produceva aceto balsamico di Modena presso il proprio stabilimento di Afragola in provincia di Napoli ed evidentemente non voleva perdere tale privilegio.

Queste contestazioni e opposizioni, contrapposte agli sforzi di produttori e istituzioni che volevano tutelare la tradizione locale, hanno determinato un lunghissimo iter processuale e istituzionale che ha provocato un ritardo di più di dieci anni nell’ottenimento della tutela e ha conferito maggior forza e diffusione ad imitazioni di ogni genere con cui i produttori di altri Paesi hanno provato a contrastare l’ascesa dell’Aceto Balsamico di Modena a livello europeo.

Purtroppo, però, quei procedimenti, pur non essendo riusciti a bloccare la registrazione del nome, hanno segnato il sistema di tutela enfatizzando dei punti deboli contro cui il Consorzio in questi anni ha dovuto battersi tenacemente. Questo dato di fatto è dimostrato dalle ultime vicende processuali; infatti, tanto nelle memorie degli avversari del Consorzio, quanto nell’udienza tenutasi innanzi la Corte di Giustizia, le sentenze relative alle contestazioni sollevate dalla De Nigris sono state utilizzate per rafforzare l’attacco al Consorzio e alla tutela dell’Igp. Questo elemento è stato ritenuto tanto determinante da essere addirittura ripreso nelle conclusioni dell’Avvocato Generale come argomento a sfavore della tutela dell’Aceto Balsamico di Modena.

Alla luce di questi fatti oggettivi e facilmente riscontrabili, si può sostenere che il soggetto che ha reso problematico e reso un grave nocumento al processo di tutela del prodotto non è certamente il Consorzio.

Il Consorzio continuerà in tutti i modi possibili a perseguire la difesa del prodotto, della denominazione, di un mercato trasparente ed etico, insieme alla tutela del consumatore e di una concorrenza leale collaborando e dialogando con i soggetti istituzionali interessati alla difesa del patrimonio comune nazionale.

Intensificherà l’attività in tema di garanzia dell’autenticità del prodotto e delle sue materie prime, sistema che qualche mese fa, da quanto hanno riportato gli organi di stampa, è stato messo sotto la lente della giustizia penale a causa della produzione in Puglia di milioni di litri di mosti sofisticati e contraffatti come idonei alla produzione di Aceto Balsamico di Modena e poi sequestrati proprio presso l’azienda che oggi accusa il Consorzio di danneggiare il comparto e non difendere il prodotto.

Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena

Il Presidente

Mariangela Grosoli

La foto di apertura è del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena

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