Terra Nuda

Ad Alghero l’olivicoltura del futuro

Sono Domenico e Pasquale Manca, di San Giuliano, i protagonisti del rilancio olivicolo in Italia. Il loro obiettivo è piantare oltre 500 ettari. Manca d'altra parte l'olio, e occorre produrlo. A poco serve dire made in Italy , quasi fosse una parola magica, se poi non si produce materia prima. Il resoconto, per immagini, di Olio Officina Anteprima, nel nome di Fratello Olivo

L. C.

Ad Alghero l’olivicoltura del futuro

Abbiamo già dato conto di quanto si è detto nella giornata di Olio Officina Anteprima in attesa di Olio Officina Festival. L’evento che si è svolto lo scorso 26 novembre ad Alghero, in Sardegna, nella tenuta della famiglia Manca, i titolari del prestigioso marchio San Giuliano. Per chi vuole approfondire, può leggere QUI l’articolo “Senza olivi non c’è futuro“.

La soddisfazione dei Manca è grande. Non è d’altra parte una scommessa facile. Se in Italia non ci sono investimenti significativi, in termini di olivicoltura, vorrà pur dir qualcosa. Vuol dire che in pochi ci credono. Piantare nuovi olivi è sempre una grande sfida, Piantarne diverse centinaia di ettari è una vera e propria sfida. Una grande sfida. Si comprende bene l’entusiasmo dei Manca.

“La giornata dedicata a Olio Officina Anteprima – dicono Domenico e il figlio Pasquale – oltrechè un’esperienza positiva, ha rappresentato un momento molto importante per la nostra azienda e per il territorio in cui operiamo. Una giornata durante la quale abbiamo potuto condividere con tecnici, colleghi del settore oleario, docenti e ricercatori universitari, esponenti della politica regionale e locale, istituzioni finanziarie, rappresentanti delle associazioni di categoria, il nostro progetto, presente e futuro, nel campo dell’olivicoltura e il grande lavoro di ricerca che ne è la base”.

Ora, dopo le parole, le immagini. Iniziamo con, alla sinistra, Pasquale, e, a destra, il padre Domenico Manca.

Cosa c’è dietro all’idea di piantare nuovi olivi – e anzi di piantarne tanti – in un Paese che non ne pianta più e tende ad abbandonare la coltivazione degli oliveti? Solo coraggio?

L’emozione è tanta, ma c’è la certezza degli obiettivi che si intendono raggiungere. “Credo in questo perché vivo di questo lavoro”, afferma senza alcuna esitazione Domenico Manca.

Domenico Manca è una persona tenace, che non molla mai quando ha una idea. La realizza ad ogni costo, ma soprattutto corre il rischio anche di sbagliare, pur di prendere a cuore il proprio territorio. Nei nuovi impianti vi sono cultivar estere perché non poteva essere diversamente, trattandosi di impianti superintensivi, ma preferisce sperimentare e accollarsi il rischio di sbagliare e così realizza anche degli oliveti di Bosana, la cultivar che Domenico Manca definisce “perla”.

“Siamo orgogliosi di quel che abbiamo fatto” – precisa Pasquale Manca – e aggiunge: “abbiamo creduto nell’olivicoltura e questo nostro impegno lo abbiamo assunto per dare un senso ai nostri cento anni di attività nel settore olivicolo e oleario. lo abbiamo fatto intraprendendo la strada della modernità. Festeggiare i cento anni dell’azienda con 100 ettari di olivo. Se l’Italia vuole essere leader dell’olio al mondo non può rinunciare a piantare nuovi olivi”.

La visita nel nuovo impianto olivetato dei Manca, al termine della giornata di parole e buon cibo, con un pranzo oliocentrico, non è stata soltanto molto istruttiva, ma si è rivelato uno spettacolo che ha coinvolto emotivamente i presenti, considerando gli effetti suggestivi del tramonto tra gli olivi.

Dopo ogni tramonto seguono tante nuove albe, le generazioni si susseguono e così, dopo i cento anni dell’azienda celebrati in questo 2016, la famiglia Manca ha avuto modo di proiettarsi nel futuro con grande convinzione, attraverso la scelta di investire in nuovi oliveti, già realizzati con successo, e di altri che seguiranno di anno in anno.

Il futuro lo si costruisce a partire dal presente, dal qui ed ora, hic et nunc, e d’altra parte non può esserci futuro senza olivi.

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