Terra Nuda

Che fine farà la Taggiasca

Giuseppe Gagliolo, in rappresentanza di un gruppo di contadini, ci ha scritto in più occasioni prefigurando la fine della storica e celebre cultivar della Liguria, lanciando dure accuse contro una parte della filiera, alimentando polemiche come è ormai costume di questi tempi in cui si parla solo di complotti. La nostra risposta rassicurante

Olio Officina

Che fine farà la Taggiasca

SONO UN VOSTRO LETTORE LIGURE, E MI STUPISCE IL FATTO CHE NULLA AVETE ANCORA SCRITTO DI DETTAGLIATO ED ESAURIENTE SULLA BATTAGLIA (PERCHE DI QUESTO SI TRATTA) TRA UN MANIPOLO DI CONTADINI E FRANTOIANI CONTRO UN AGGUERRITO GRUPPO DI COMMERCIANTI POLITICAMENTE APPOGGIATI (CIA E COLDIRETTI IN PRIMIS) PER LA CANCELLAZIONE DELLA CULTIVAR TAGGISCA DALL’ELENCO NAZIONALE DELLE CULTIVAR ITALIANE, O MEGLIO

DEL FATTO CHE LA DICITURA TAGGIASCA DIVENTERA UN “MARCHIO” DI PROPRIETA DEL CONSORZIO TI TUTELA COMPOSTO DA 12 COMMERCIANTI , ALL’INTERNO DEL QUALE LORO RAPPRESENTANO SE STESSI.
IO SPERO CHE INNAVVERTITAMENTE MI SIA SCAPPATO UN VOSTRO ARTICOLO, PERCHE SE COSI NON FOSSE TROVO INCREDIBILE IL VOSTRO TOTALE DISINTERESSE…….FORSE CHE NON POTETE ESPORVI……?
UN CONTADINO STUPITO E SERIAMENTE PREOCCUPATO.

GIUSEPPE GAGLIOLO

Via email il 3 settembre 2016

VI DISTURBO PER UNA DOMANDA NON POLEMICA ASSOLUTAMENTE
A PATTO CHE POTREBBE ESSERE CHE UN VOSTRO ARTICOLO MI SIA SFUGGITO SULL’ARGOMENTO, MA MI CHIEDEVO A COSA E’ DOVUTO IL VOSTRO TOTALE DISINTERESSE SULL’ARGOMENTO “CANCELLAZIONE CULTIVAR TAGGIASCA” IN LIGURIA.
GRAZIE.

Senza firma

Via mail il 18 agosto 2016

Buonasera.
Sono un olivicoltore ligure proprietario di qualche centinaia di piante di aggiasca le scrivo perché ieri sul quotidiano sanremonews della provincia di imperia
ho letto un articolo a dir poco inquietante!
oggi parlando con gli amici agricoltori ho appreso che pare che si voglia cancellare l’oliva taggiasca dall’elenco delle cultivar italiane a mano di pochi commercianti della zona della provincia di imperia e tutto questo ad insaputa dei contadini!
mi chiedo se voi autorevole testata ne avete sentito parlare anche perché pare si sia gia costituito un comitato di difesa al quale aderire ma le notizie sono confuse e si sa poco.
Preoccupatamente ringraziamo sperando in una vostra risposta a riguardo.

Un gruppo di contadini

Via e mai il 25 luglio 2016

Gentilissimo Giuseppe Gagliolo,

ci spiace se non le abbiamo dato una pronta risposta, quanto meno un cenno di ricezione delle email, ma d’estate ci siamo concentrati solo sui contenuti degli articoli destinati alla pubblicazione, e abbiamo trascurato la corrispondenza.

Come può notare, abbiamo pubblicato volentieri tutte e tre le sue email, lasciandole tal quali, mantenendo perfino il maiuscolo delle ultime due missive – che, a rigor di logica, dovrebbe essere inteso come una sorta di urlo, per richiamare l’attenzione che non le abbiamo dato.

Nessuna censura, per carità. Ciononostante, riteniamo che non vi sia alcun pericolo per la cultivar Taggiasca.
Stia tranquillo: è, e continuerà ad essere, la varietà di olivo di tutta la Liguria e di tutti i liguri, senza alcuna preclusione.

Da informazioni che abbiamo raccolto, le possiamo semplicemente confermare la volontà di tutelare uno dei prodotti simboli della Liguria attraverso lo strumento della denominazione di origine protetta, che finora mancava. Tutto qui.

Per quanto ci sia un generale senso di sfiducia nei confronti delle Istituzioni, non crediamo che i soggetti istituzionali coinvolti (Regione Liguria e Ministero delle Politiche agricole) vadano contro gli interessi degli olivicoltori.

La Dop è uno strumento che garantisce trasparenza di informazione ai consumatori e tutela al prodotto e ai produttori.

Sappiamo che vi sono stati molti incontri sul territorio, quindi non comprendiamo la sua preoccupazione.
Le chiediamo di contattare i vari rappresentanti del territorio, perché ne siamo certi troverà modo di esprimere le sue esigenze.

Dobbiamo tutti imparare ad accogliere gli elementi positivi e non pensare sempre ai lati oscuri.

La Taggiasca è una cultivar popolazione, diversa da territorio a territorio, tanto da essere chiamata al plurale. Si dice infatti Taggiasche, perché in tutta la Liguria ve ne sono diverse.

La preoccupazione, semmai, è che senza una tutela certa, chiunque possa di fatto presentarsi sul mercato con olive (da tavola) e oli non corrispondenti alla vera anima della Taggiasca ligure. Non è un caso che sul mercato vi siano olive da tavola Taggiasca prodotte in Puglia. Vuole forse che la Taggiasca diventi la Taggiasca di tutti?

Non capisco la sua agitazione, e il rifiuto di un percorso virtuoso che vede protagonisti tanti differite attori, tutti uniti intorno al nome della Taggiasca.

La Redazione di Olio Officina Magazine

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