Terra Nuda

G7 agricoltura, Indicazioni geografiche: si rilancia sfida su centralità del modello dei marchi di origine

Olio Officina

Nota stampa Mipaaf. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che, in occasione della settimana di eventi collaterali al G7 dell’agricoltura di Bergamo, si è svolto questa mattina il “G7 delle Indicazioni Geografiche”, un momento di confronto fra le maggiori organizzazioni dei produttori delle IG in rappresentanza di oltre un milione d’imprese e operatori delle filiere agricole, vitivinicole e delle bevande spiritose di tutto il mondo.

Al termine del vertice internazionale è stata sottoscritta la “Dichiarazione di Bergamo”, un documento strategico, presentato alle Istituzioni, che ha l’obiettivo di riconoscere il valore delle Indicazioni Geografiche in ambito agricolo, ambientale e commerciale, definendo anche gli strumenti per la lotta alla contraffazione, i piani per una produzione sostenibile e il rilancio dei negoziati per la tutela legale delle IG.

” Da Bergamo – ha affermato il Ministro Martina – rilanciamo l’impegno per la tutela e la promozione delle Indicazioni Geografiche. Con la Dichiarazione di Bergamo si delineano le sfide decisive per tutelare e promuovere il nostro patrimonio agroalimentare, definendo anche nuovi strumenti per la lotta alla contraffazione, i piani per una produzione sostenibile e il rilancio dei negoziati per la tutela legale dei marchi geografici. I 4 punti cardine della dichiarazione sono in linea con la nostra azione e, in qualità di Presidenza del G7 agricoltura, li assumo come punto di impegno. Vogliamo lanciare un segnale forte per ridare spinta ai sistemi di protezione multilaterali in un momento storico cruciale in cui assistiamo invece a un ripiegamento verso antiche logiche protezionistiche.

“Il solo modo per proteggere – prosegue il Ministro – è integrare. Ecco perché è fondamentale lavorare insieme per regole forti in mercati aperti, tutelando le nostre produzioni di qualità agroalimentari che rappresentano anche una componente fondamentale dell’export. Servono nuovi strumenti di reciprocità, clausole di salvaguardia esigibili e autenticità dei prodotti Made in Italy sui mercati internazionali.”

“La giornata di oggi nell’ambito del G7 – ha dichiarato il Vice Ministro Olivero – è la rappresentazione tangibile del nostro impegno nel tutelare e promuovere le indicazioni geografiche quale espressione del patrimonio culturale del nostro paese e opportunità per promuovere la qualità in ogni parte del mondo . La dichiarazione di Bergamo rafforza la nostra azione di tutela delle denominazioni che abbiamo già avviato nei mesi scorsi con gli accordi con le piattaforme di e-commerce attraverso l’ICQRF e ci induce a proseguire su questa strada per mantenere alta la reputazione e la distintività delle nostre produzioni certificate

I QUATTRO PUNTI CHIAVE DELLA DICHIARAZIONE DI BERGAMO

1. Creazione di un sistema multilaterale di protezione delle Indicazioni Ge­ografiche efficace, semplice e trasparente per i produttori e i consumatori, sostenendo anche l’applicazione dell’Accordo di Lisbona del 1958 – rivisto con l’Atto di Ginevra del 2015 – per garantire una tutela multilivello alle IG.

2. Miglioramento della trasparenza della “Internet governan­ce” con il coinvolgimento degli stakeholders per una efficace protezione del­le IG quale diritto di proprietà intellettuale, in parti­colare nella gestione da parte di ICANN del sistema assegnazione dei nomi di dominio di primo e di secondo livello; nell’utilizzo dei nomi delle IG nei portali di commercio elettronico e nei motori di ricerca.

3. Approfondimento delle ricerche e degli studi riguardo il positivo contri­buto delle Indicazioni Geografiche alla sostenibilità economica e ambien­tale e al cambiamento climatico.

4. Incremento delle risorse finanziarie per la cooperazione internazionale destinate al rafforzamento delle IG attraverso modelli e sistemi di governance efficaci, nelle aree caratterizzate da sottosviluppo e conflitti, con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni dei produttori dei Paesi più sviluppati.

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