Terra Nuda

L’agricoltura sociale chiede di poter ripartire e di non mettere a pregiudizio il lavoro finora svolto

La Rete delle fattorie Sociali, insieme con altri soggetti, chiede di non essere lasciata sola in questa complessa gestione dell’emergenza Coronavirus

Olio Officina

L’agricoltura sociale chiede di poter ripartire e di non mettere a pregiudizio il lavoro finora svolto

L’agricoltura sociale, riconosciuta come uno degli strumenti più innovativi in grado di coniugare le esigenze di rinnovamento del welfare con lo sviluppo di un’agricoltura multifunzionale e moderna, chiede di non essere lasciata sola a gestire l’emergenza Coronavirus.

Per questo undici sigle tra mondo della rappresentanza sindacale (Confagricoltura, Cia, Copagri, Confcooperative e Legacoop) e Organizzazioni del sociale (Rete Fattorie Sociali, Legambiente, C.N.C.A, Federsolidarietà, Comunità di Capodarco, Forum nazionale dell’A.S.) hanno chiesto un incontro urgente alla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova.

Il blocco delle attività didattiche ed educative, che coinvolgono soggetti fragili, mette, infatti in serio pericolo sforzi di anni, con il rischio concreto, per molte strutture, di non poter più riaprire.

“Sarebbe un vero peccato – sostengono le Organizzazioni – vanificare le numerose iniziative promosse e sviluppate a livello locale e regionale che hanno fatto dell’agricoltura sociale un’esperienza solida e radicata sul territorio.”

Le proposte suggerite al ministro sono diversificate: prima tra tutte la necessità di riprendere, nel rispetto delle regole di prevenzione e protezione individuale, le attività educative, sociali e sociosanitarie. Inoltre, maggiore supporto e assicurazioni di liquidità per le strutture interessate. Maggiore attenzione viene chiesta anche nella programmazione delle risorse finanziarie dei Fondi Strutturali.

La foto di apertura è di Olio Officina

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