Terra Nuda

L’arte della saponeria

Storie di archeologia industriale. Tutto ebbe inizio a partire dall’olio. Si intuì che la grande quantità di olio scadente poteva essere utilizzato come materia prima per la fabbricazione dei saponi. Erano gli anni in cui iniziavano a sorgere, soprattutto nella città di Bari, importanti saponerie alimentate con forza motrice a vapore. La saponeria “G. S. L’Abbate” di Fasano, fondata da Giuseppe Sante tra il 1878 e il 1880, è l’unica fabbrica di saponi dell’Italia centro-meridionale (e forse anche dell’Italia settentrionale) giunta alla quinta generazione

Antonio Monte

L’arte della saponeria

[…] È questa una delle regioni oleifere per eccellenza. Vi concorre la natura e la posizione del suolo, e la temperatura del nostro clima […]“. In questa maniera Cosimo De Giorgi, l’eminente studioso leccese che nei suoi studi abbracciò campi vastissimi ed eterogenei, definì la Terra d’Otranto, con i suoi numerosissimi comuni, distinti in sei zone oleifere. È innegabile che l’olio ha conosciuto all’interno del bacino del Mediterraneo una straordinaria ed avvincente storia millenaria, che continua sino ai giorni nostri.
L’industria olearia ricopriva, dunque, un posto di primaria importanza, non solo per i livelli produttivi ma anche per il ruolo di integrazione che essa svolgeva per la provincia in relazione alle altre aree economiche.

L’olio salentino era tutt’altro che destinato alla tavola: esso veniva impiegato principalmente “[…] per le fabbriche de’ panni di Lana, e del Sapone […]”e per l’illuminazione, pertanto per tali usi era ricercatissimo e ben pagato. La grande quantità di olio che si produceva a livello industriale, fece sviluppare altre industrie che utilizzano gli “scarti” della lavorazione, quali i residui dell’olio lampante (la morchia) e la sansa; questi sottoprodotti, diventavano la materia prima per l’estrazione dell’olio dalle sanse di oliva con il solfuro di carbonio e per la fabbricazione dei saponi a base di olio d’oliva.

Nella produzione del sapone il territorio salentino (le province di Lecce, Brindisi e Taranto, note come Terra d’Otranto) non ha avuto, come invece è accaduto in Terra di Bari (che tra il 1885 e il 1890, aveva 26 fabbriche si sapone), delle fabbriche vere e proprie; il “sapone comune o ordinario” si produceva in maniera artigianale in alcuni paesi. Solo “Casa Colosso” di Ugento, nei primi anni quaranta del secolo scorso impiantò, per sfruttare gli scarti del grande stabilimento oleario, un sansificio e una fabbrica di saponi.

Tra i più noti saponifici presenti in Terra di Bari giova ricordare il saponificio di Giorgio Borrelli, quello di Antonio Sorrentino, di Donato Roppo, o quello della “Soc. An. Saponificio Larocca” e tanti altri. Tra questi merita di essere annoverato, perché tra i primi ad essere impiantato in provincia di Bari, il grande saponificio, oleificio e sansificio di Giuseppe Sante L’Abbate a Fasano (che sino al 1927 faceva parte della provincia di Bari), tutt’ora attivo dal 1880.

La saponeria “G. S. L’Abbate”, fondata da Giuseppe Sante tra il 1878 e il 1880 è l’unica fabbrica di saponi dell’Italia centro-meridionale (e forse anche dell’Italia settentrionale) giunta alla quinta generazione. Giuseppe Sante, Stefano, Giuseppe Sante junior e, attualmente, ancora Stefano junior come nelle migliori dinastie: infatti, proprio una dinastia di maestri dell’arte della saponeria. Essi hanno scritto una interessante pagina della storia d’impresa, prima delle “Puglie” (come riportato nelle carte intestate) e, successivamente, di Terra d’Otranto, del Salento, del Mezzogiorno d’Italia.

L’Azienda tuttora attiva produce, con metodi e tecniche artigianali, saponi all’olio d’oliva (oltre a detergenti e disinfettanti) continuando la tradizione dei saponieri presenti sul territorio pugliese (soprattutto in Terra di Bari), che tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento vantava, come già ricordato, numerose fabbriche di sapone facendo concorrenza ai saponi liguri (in particolare quelli di Savona con il noto saponificio “Domenico Sguerso & Figli”) e a quelli francesi (noto l’antico saponificio Gavarry a La Ciotat, tra Tolone e Marsiglia). Giuseppe Sante intuì da subito, mentre lavorava con il padre Vito che era un intermediario nella vendita di olio, che la grande quantità di olio scadente e di pessima qualità poteva essere utilizzato come materia prima per la fabbricazione dei saponi.

Erano gli anni in cui iniziavano a sorgere, soprattutto nella città di Bari, importanti saponerie alimentate con forza motrice a vapore; tra le prime e più note si ricordano le fabbriche di “Milella & C.”, quella della “Société Nouvelle des Huileries et Savonneries Meridionales” e la “Oss Mazzurana & Comp“. Egli nel 1878 circa iniziò l’attività di saponiere in dei locali in via Larizza a Fasano; ma nel 1880 l’azienda assume l’attuale denominazione “G. S. L’Abbate“, “Casa propria fondata nel 1880”.

Nel corso degli anni perfezionò il ciclo, rigorosamente artigianale, di produzione del sapone e introdusse nuovi prodotti sia per il bucato che per uso personale. Alla morte prematura del fondatore, le sorti dell’azienda passano nelle mani del primogenito Stefano che, con tenacia ed entusiasmo innova i metodi artigianali di fabbricazione del sapone con tecniche moderne utilizzando oli d’oliva pugliesi e grassi pregiati di importazione. Si inizia, in tal modo, la fase industriale dell’attività saponiera che con il supporto di una moderna attività di marketing, porta il saponificio “G. S. L’Abbate” a partecipare ad Esposizioni nazionali ed internazionali dove conseguì encomi e ambiti riconoscimenti con medaglie d’oro e croci al merito. Tra il 1903 e il 1909 partecipa alle più importanti Campionarie italiane tra cui quella di Roma, Firenze, Perugia, Genova, Milano (dove ebbe una menzione speciale e venne premiato per tre varietà di saponi: il Radium, l’Electric e il Mon Plaisir) e all’Esposizione Agricola, Industriale, Zootecnica di Brindisi.

I saponi prodotti erano molto ricercati e riscuotevano un notevole successo perché venivano sottoposti al “Controllo Chimico permanente italiano” con sede a Genova; infatti, nell’opuscolo stampato in occasione dell’Esposizione Agricola di Brindisi del 1909 c’è scritto: “[…] Il Premiato Saponificio G. S. L’Abbate di Fasano (Bari) è uno dei pochi in Italia i di cui prodotti figurano sotto il “Controllo” per cui merita una speciale attenzione, dando un elenco di detti prodotti genuini: Sapone Radium, Electric Sapone, Mon plaisir, Ideal Palmolive […]“. Le necessità produttive conseguenti al ruolo acquisito dell’azienda nel panorama nazionale, rendono necessaria (tra il 1923 e il 1927) la costruzione di un moderno opificio che venne costruito in via Roma, dove attualmente ancora si produce. Stefano, tra le diverse innovazioni commerciali che introdusse all’interno dell’azienda, dedicò particolare attenzione alle nuove forme di comunicazione (che nei primi anni venti del Novecento iniziarono ad adeguarsi alle esigenze del mercato) come mezzo di promozione dei prodotti. Inoltre, rivolse particolare cura nell’incarto dei saponi con delle pregiate carte e raffinati astucci. Dopo la crisi economica del 1929, l’azienda incrementa la sua crescita completando il ciclo di produzione del sapone con impianti di trattamento degli oli d’oliva (estrazione dell’olio dalle sanse, raffinazione, esterificazione).

In questi anni entra in azienda il primogenito Giuseppe Sante junior che, con i due fratelli, affianca il padre sino alla sua scomparsa. La ripresa economica degli anni postbellici impone all’azienda un rinnovo delle tecnologie produttive e dei prodotti. A fianco della produzione del sapone entrano in campo nuovi prodotti per la detergenza domestica ed i prodotti disinfettanti, sempre in linea con la mission storica dell’azienda. La fine degli anni novanta del secolo scorso, vede la scomparsa della terza generazione e l’ingresso in azienda della quarta e della quinta. Oggi tutte le attività della storica “G. S. L’Abbate s.r.l.” amministrata da Stefano junior sono suddivise con la NIBE s.r.l. e L’Abbate Industrie Chimiche s.r.l. amministrate da Giuseppe L’Abbate.

La cartolina postale del sapone Radium, posta in apertura appartiene all’archivio di G. S. L’Abbate

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