Terra Nuda

L’azienda fasanese Pantaleo al Cibus per valorizzare la Puglia olivicola

Non è soltanto una impresa che confeziona e che si è imposta soprattutto sui mercati esteri per la qualità dei suoi oli e le innovazioni di prodotto. C’è dell’altro, vi è pure una componente meno nota e che si intende ora mettere in evidenza: la grande vocazione olivicola, con oltre cento ettari olivetati

Olio Officina

L’azienda fasanese Pantaleo al Cibus per valorizzare la Puglia olivicola

Nota stampa. Al Cibus di Parma, per chi non avesse avuto modo di apprezzare gli oli da olive prodotti e confezionati dalla Nicola Pantaleo Spa, è possibile farlo dal 9 al 12 maggio presso il Padiglione 5, allo stand I 64. Anche quest’anno dunque, e ancora una volta, con la consapevolezza di quanto sia importante lasciare un segnale positivo (e propositivo) al Paese.

Molti conoscono l’azienda per la varietà delle sue referenze, oltre che per il grande successo riscontrato soprattutto nei mercati esteri, ignorando invece la forza propulsiva che i Pantaleo hanno anche sul fronte espressamente agricolo.

C’è infatti la Pantaleo Agricoltura, impegnata da anni nella coltivazione anche di altre colture in biologico, che ha grandi obiettivi davanti a sé. Attualmente vanta ben 78 ettari di superficie coltivata a olivi. Le varietà presenti in campo, con piante curate con grande amore, sono le cultivar Leccino, Picholine, Coratina, Ogliarola, Cima di Melfi, Cima di Mola e Peranzana. E’ pertanto un impegno a tutto tondo, premiato da produzioni di alta qualità, quello dell’azienda pugliese, per un impegno che i Pantaleo seguono con ogni attenzione ecura, tanto che a breve acquisteranno ulteriori superfici olivetate, con l’acquisizione di altri 56 ettari.

E’ un obiettivo importante, quello dei 134 ettari coltivati a olivo. Si tratta di superfici agricole che non sono poi così frequenti nel panorama nazionale, visto che la superficie media aziendale non va in genere oltre l’ettaro. E’ il segno di una passione concreta, che non trascura tutti i passaggi della filiera, dal campo alla tavola.

Gli investimenti fatti costantemente dalla famiglia Pantaleo – oltre all’ambito propriamente commerciale, che li vede da molto tempo protagonisti di primo piano sulla scena internazionale – hanno interessato anche oliveti abbandonati da più di dieci anni, mirando così, con questa vocazione agricola, al rilancio della olivicoltura tradizionale senza però tralasciare nemmeno l’innovazione, convinti come sono, i Pantaleo, che l’olivicoltura debba fare ancora molti passi in avanti, senza fermarsi a logiche di sola conservazione.

“Il futuro – sostiene il presidente della società, Donato Pantaleo – è nella capacità di guardare avanti, non nel fermarsi, ancorandosi al passato. Il passato deve solo lasciarci l’insegnamento di chi ci ha preceduto, ma il nostro compito è di costruire qualcosa che sia invece di insegnamento per le generazioni che verranno”.

Proprio con tali prospettive, nel corso del 2016 saranno messe a dimora piante di cultivar Oliana e Arbosana, in mdo da procedere così con una coltivazione superintensiva. In aggiunta, inoltre, da ottobre partirà anche la produzione diretta, con un frantoio aziendale, che, in previsione, molirà olive sia di produzione propria, sia selezionate e acquistate altrove, per l’equivalente stimato in olio pari a 1,5 milioni di litri.

Le due anime della Pantaleo saranno dunque presenti al Cibus proprio per confermare il rinnovato impegno nel dare valore all’olivicoltura italiana. Da una parte, dunque, vi è la Nicola Pantaleo Spa,che vende l’olio ed è da tempo leader in diversi Paesi del mondo, e dall’altra, in stretta relazione, la Pantaleo Agricoltura, che prosegue nella sua mission, già iniziata oltre sei anni fa, di fornire una preziosa integrazione del processo produttivo.

La foto di apertura è di Vhs per Olio Officina

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