Terra Nuda

L’ecosostenibiltà ci fa star bene

In un libro di Mina Spedicato edito da Milella, si compie un viaggio istruttivo nel Salento, tra passato e presente, prendendo in esame una tradizione culinaria consolidata di cui si scopre anche la valenza salutistica, etica e sociale. Il cibo che noi mangiamo è frutto di un paesaggio di cui abbiamo cura coltivandolo. Di conseguenza le scelte alimentari non possono prescindere dal valore intrinseco della sostenibilità

Francesco Caricato

L’ecosostenibiltà ci fa star bene

Si intitola Ecosostenibilità e il messaggio che se ne ricava è sufficientemente esplicitato, in maniera quanto mai eloquente e diretta. Il valore della natura, e di conseguenza la centralità del territorio intesi come marcatori culturali, sono al centro dei quattro capitoli di cui si compone il libro. L’autrice in realtà struttura queste quattro unità tematiche in quattro parti. L’ecosostenibilità che si rintraccia nel titolo del libro, così apertamente dichiarata, viene indirizzata subito all’elemento cibo e investe sia gli aspetti salutistici, sia quelli edonistici del piacere stesso del cibo. È un po’questo, se vogliamo, il nucleo centrale su cui fa perno il libro di Mina Spedicato, un volume di 88 pagine edito da Milella.

L’autrice è medico esperta in omotossicologia, medicina estetica, nutrizione, immunopatologia omeopatica, medicina funzionale, agopuntura e medicina sistemica. Il sottotitolo del volume è altrettanto chiarificatore e fa comprendere bene la volontà dell’autrice: Colori e sapori del Salento. Tutto si concentra dunque sul sud della Puglia, dove l’elemento del paesaggio è centrale e i frutti di questo paesaggio sono non soltanto la bellezza, ma i frutti stessi della terra.

La prima parte affronta temi inerenti il cibo, il benessere e la salute. Ed è opportuno evidenziare come il cibo non vada confinato nella sola sfera nutritiva, ma in un ambito più vasto e ampio che comprende e sviluppa valori di ordine etico, sociale e salutistico: “La nostra bellezza – scrive la Spedicato – deriva dalla vitalità del cibo”.

La seconda parte si sofferma sulla sostenibilità del territorio e del cibo salentino. Sostenibilità, come sappiamo, è il nuovo mantra, ripetuto in continuazione, ma la dottoressa Spedicato ci fa comprendere in questo capitolo il senso profondo di tale valore, andando al di là dell’attuale moda, scendendo in profondità: “La natura – scrive – è un ciclo vivente continuo in cui l’uomo si evolve assieme ad essa”.

La terza parte è un viaggio a ritroso e riporta in sintesi i risultati di una ricerca sull’alimentazione del ceto aristocratico salentino nella seconda metà del 1700. Tra l’altro, negli anni esaminati dalla ricerca, si scopre come in tutti i feudi e nelle masserie risulti l’introito di “musto”e “oglio”. Anche se l’olio veniva impiegato per produrre luce, mentre in cucina non era l’unico protagonista, visto che come condimento veniva utilizzato insieme con il lardo.

La quarta parte, infine, presenta una selezione di testi relativi a un concorso rivolto agli studenti di alcune scuole primarie a partire da una sana nutrizione derivante dalla tradizione culinaria salentina.

Il libro si legge volentieri, si muove attraverso una scrittura semplice e discorsiva, e ci porta tenendoci per mano, per raccontarci un mondo fondato su valori certi, ai quali bisogna sempre puntare, valorizzandoli, promuovendone la ecosostenibilità, anche per non perdere mai di vista un vasto patrimonio di conoscenze, considerando oltretutto che la dieta fondata sui cibi del territorio rafforza anche il nostro benessere.

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