Terra Nuda

L’olio desnudo

Come viene percepito l’olio ricavato dalle olive? Un giovane, originale e dinamico giornalista, Carlo Spinelli, che vede in foto, incontra tre giovani chef con diverse esperienze e culture. Si va dalla cucina classica a quella fusion, fino ad approdare alla cucina di strada riattualizzata. Cosa penseranno Alessandro Negrini, Wicky Priyan e Giuseppe Zen

L. C.

L’olio desnudo

Non fidatevi delle apparenze. L’abito non fa il monaco. Il giornalista che vedete nella foto di apertura addirittura non è nemmeno vestito. Non che sia bizzarro, è originale. Ha quel tocco di euforia che è ciò che occorre al mondo dell’olio. Si dice quieto come l’olio, non a caso.

Così, sabato 24 gennaio, in sala Leonardo, nella sezione “Il cibo nutre la mente” – e io sono il conduttore, in questo caso (quasi) silente, che osserva dialogare Spinelli e i tre chef, ci si prepara a un incontro che si preannuncia denso di sorprese.

Occorre svegliarsi presto, mi raccomando – e per gli chef che lavorano fino a notte è uno sforzo non da poco, per questo sono benedetti dal cielo per essersi offerti al pubblico della quarta edizione di Olio Officina Food festival. L’appuntamento è a Milano, presso il Palazzo delle Stelline, in corso Magenta 61. Non mancate, ne sentirete di nuove: ore 9.30 – 10.15.

Il titolo dell’incontro: “L’olio incontra gli chef, gli chef incontrano l’olio”. Mediatore Carlo Spinelli. Chissà se verrà armato di telecamera sul palco. Con lui Alessandro Negrini, chef presso Il Luogo di Aimo e Nadia; quindi Wicky Priyan, chef presso Wicky’s Wicuisine; e infine lo chef Giuseppe Zen, di Mangiari di Strada. Tutti operativi a Milano.

Tre espressioni di cucina – quella classica, quella fusion, quella popolare. Cosa accade, nelle cucine, nell’atto di preparare una ricetta quando ci si deve confrontare con i condimenti da utilizzare? Che ruolo ricopre l’olio da olive? Cosa è possibile fare di nuovo con un alimento/condimento che ha sulle proprie spalle oltre sei millenni di storia?

Se qualcuno ha proprio voglia di ascoltare qualcosa di nuovo, qui ci sono possibilità concrete che si ascolti per davvero qualcosa di nuovo. Ma state attenti: tra loro c’è pure un cuoco con passato da criminologo. Potete ben immaginare il taglio dell’incontro.

Carlo Spinelli, apprezzato food & music writer, non si presenterà così come appare (svestito) nella foto di Cristian Parravicin. L’olio, invece, quello sì, sarà messo a nudo.

Fate attenzione, però. Spinelli ha studi in Lettere Moderne e Storia Antica, viaggia mangia e scrive in ordine sparso per ItaliaSquisita, Rolling Stone, La Cucina Italiana, Playboy, Wired e Artribune. “Approfondendo l’antropologia dell’alimentazione nel contemporaneo mangiare, tra culture e geografie all’antitesi – si leggge in una biografia in circolazione sul web e mai smentita – ama in egual misura la cucina del neolitico e quella d’avanguardia, quella tradizionale, quella istintiva nordica e quella più scientifica, ma soprattutto lo streetfood terrestre. Ha vissuto due anni in Svezia, con il padre artista e ludologo ha scritto enciclopedie sul mondo del gioco per Fabbri Editore e DeAgostini, e ultimamente ha contribuito a creare IlMangiadischi, format tv in cui si miscela la musica d’autore e l’alta cucina. Sul web è conosciuto come Doctor Gourmeta, personaggio scanzonato che sperimenta l’onnivorismo e fotografa chef Michelin in situazioni ironiche e surreali”.

Gli chef? Pazientate. Li conoscerete a Milano, vogliamo mantenere il massimo riserbo, per scoprirli tutti in una sola volta. Ma chi non li conosce dovrà colmare al più presto una così grave lacuna. Vi aspettiamo a Olio Officina Food Festival.

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