Terra Nuda

L’olivicoltura a Piacenza c’è. E si fa in tre

Tutto nasce dalle persone che ci credono, e non è facile portare avanti progetti economicamente incerti, soprattutto quando non vi è un territorio noto e già collaudato. Esiste l’olio piacentino, ma non tutti se ne rendono conto subito. L’esperienza di Giampaolo Bononi, Mauro Carboni e Danilo Maggi

Maria Carla Squeo

L’olivicoltura a Piacenza c’è. E si fa in tre

Occorre crederci, e c’è chi non demorde e insiste affinché l’olivicoltura possa affermarsi perfino a Piacenza. Ci scrive Gianpaolo Bononi, comunicandoci lo stato dell’arte: “ho acquistato il frantoio più il lavatore-defogliatore per essere autonomo, insieme a Mauro Carboni e Danilo Maggi, che risultava già proprietario dell’unico locale autorizzato dall’Asl per la frangitura in provincia di Piacenza”.

“Lo scorso anno – prosegue Bononi – abbiamo franto tra prodotto nostro e altre olive coltivate nel piacentino e nel parmense, circa 85 quintali di prodotto, che abbiamo nella maggior parte restituito ai produttori, i quali finalmente trovano, senza viaggiare in altri luoghi del nel nord Italia un punto autorizzato (per il bio) e del personale preparato.
Abbiamo anche registrato un marchio, Frantoio Piacentino, che evoca il territorio e riporta antichi fasti dell’olivo sulla via francigena nel 1300/1400”.

“Le olive frante – precisa Bononi – hanno dato degli ottimi risultati, con oli dal contenuto in polifenoli ragguardevole, visto che in alcune analisi si sono attestati su valori di circa 400/500, oltre a una acidità libera dello 0,01. Ho coinvolto i miei compagni di viaggio in questa privata iniziativa a nostre spese dopo avere provato ad inseguire un progetto associativo come co-fondatore/presidente e lasciato dopo un triennio per palese divergenze con i soci in merito agli obiettivi legati allo sviluppo dell’olivicoltura”.

Chi sono i tre protagonisti di questo nuovo progetto olivicolo in provincia di Piacenza?Bononi risponde per tutti: “siamo tre persone con competenze fondamentali e attrezzature specifiche che si sono messe insieme per diventare il punto di riferimento territoriale per l’olivicoltura della provincia”.

Le tre persone sono il già citato Gianpaolo Bononi, manager di grandi aziende nonché produttore, dal 2007, del “Primo extravergine Piacentino” (il virgolettato è di Bononi) che è stato chiamato Incanto Sublime, ottenuto a Gropparello, da 500 piante: Mauro Carboni, dottore agronomo, nonché esperto riconosciuto dell’olivicoltura piacentina e parmense, che da anni segue gli impianti più importanti e produttivi, dispensando suggerimenti e consulenze a tutti coloro che si avvicinano all’olivicoltura; e Danilo Maggi, imprenditore agricolo che ha investito sul futuro dell’olivo con la messa a dimora di circa 900 piante, dotandosi, tra l’altro, dell’unico locale autorizzato dall’Asl per la frangitura delle olive, l’imbottigliamento e lo stoccaggio dell’olio prodotto a Mirandola di Carpaneto Piacentino.

Da sinistra: Mauro Carboni, Gianpaolo Bononi, Danilo Maggi

Così, come ci comunicano i tre produttori, per la prima volta in provincia di Piacenza esiste un frantoio autorizzato e certificato. Si tratta di un Frantoio Tem da 100 kg, abbinato a un lavatore/defogliatore, collocato a Mirandola di Carpaneto Piacentino, presso l’azienda agricola Maggi.

“Il progetto – ci fanno sapere Bononi, Carboni e Maggi – non ha nessuna associazione di riferimento e nessun obbligo, ma solo la volontà di formare un gruppo di persone che condividano gli stessi obiettivi e che puntino a diventare il nucleo formativo dello sviluppo dell’olivicoltura piacentina”.

Il frantoio ha già fissato il giorno di apertura, il 10 ottobre, disponibile per la frangitura delle olive del territorio previa comunicazione; mentre a novembre sarà aperto tutti i fine settimana (Frantoio Az. Agricola Maggi: 0523/856035).

Nella foto di apertura: Gianpaolo Bononi

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