Terra Nuda

La valorizzazione delle foreste in Toscana

Ad oggi la superficie complessiva supera quota 1 milione e 200 mila ettari, pari al 53,4% del territorio regionale. Un patrimonio di tale rilevanza richiede un’azione continua di manutenzione e gestione. Da qui l'introduzione del concetto di “comunità del bosco” intesa come l'insieme dei soggetti pubblici e privati che, in accordo, provvedono alla gestione attiva di aree boschive tramite la pianificazione degli interventi

Marcello Ortenzi

La valorizzazione delle foreste in Toscana

Il Rapporto sullo stato delle foreste toscane, dati 2016, presentato il 23 marzo a Firenze dal Presidente Enrico Rossi, mostra un immenso manto verde che ricopre gran parte di colline e montagne. Il documento è una dettagliata fotografia dell’intero sistema forestale colto nelle sue caratteristiche, nelle attività che vi si realizzano, nelle normative che lo regolano: dopo un inquadramento generale delle aree boscate nella regione, si approfondiscono gli aspetti legati alla gestione, al clima, alla lotta agli incendi boschivi, alle imprese e al lavoro nel bosco, al rapporto tra bosco ambiente e società. La superficie complessiva dei boschi toscani tenda lievemente ad aumentare (+ 53.000 ettari negli ultimi cinque anni) per effetto sia di un miglior dettaglio nella rilevazione sia per l’abbandono di alcune parti delle nostre montagne.

Attualmente la superficie complessiva, supera quota 1 milione e 200.000 ettari, pari al 53,4% del territorio toscano. Il territorio verde è formato prevalentemente da piante di quercia, castagno e carpino (73%) seguiti da leccete e sugherete (12,8) e da faggete (8,9%). In questo bosco si esplicano molteplici funzioni, le operazioni colturali di taglio alimentano una filiera, quella del legno che, considerandone tutti i possibili utilizzi, interessa 13.000 aziende e 40.000 addetti.

E’ in fase d’incremento anche l’utilizzo di questo materiale per usi energetici specialmente termici, e da non sottovalutare è l’importanza socio-economica della raccolta dei prodotti del sottobosco ed in particolare di marroni e castagne, di funghi e tartufi. Il convegno è stato l’occasione anche per prevedere un incremento di operai forestali. Infatti, il Presidente Rossi ha evidenziato che “Abbiamo 350 operai forestali in Toscana.

Dobbiamo capire con l’ente Terre e i Comuni come possiamo aumentarne il numero a 500, che secondo alcune considerazioni dei tecnici sarebbe una dotazione abbastanza ottimale”. Gli operai forestali sono dipendenti con contratto a tempo indeterminato degli enti locali, che garantiscono manodopera specializzata poiché lavorano tutto l’anno nei cantieri forestali e sono, quindi, tecnicamente preparati a operare in bosco, sia nello spegnimento degli incendi, sia nelle operazioni di bonifica: un’attività di primaria importanza per la quale è fondamentale l’uso degli attrezzi manuali. Gran parte delle risorse regionali sono spese in prevenzione, novanta milioni, mentre per interventi di ripristino conseguenti a danno 28 milioni. Resta poco per la valorizzazione economica pubblica della filiera del legno.

Un patrimonio di tale rilevanza richiede un’azione continua di manutenzione, gestione e valorizzazione e la Regione Toscana che ha sempre guardato con estremo interesse a questa realtà, in particolare nelle scelte di politica forestale perseguite con la Legge Forestale della Toscana e con i programmi forestali regionali, ora con la recentissima modifica alla legge forestale regionale ha dedicato particolare attenzione alle norme per la gestione sostenibile rafforzando il concetto di gestione attiva del bosco.

Nella norma questa gestione è intesa come l’insieme delle azioni volte a garantire un uso delle foreste e dei terreni forestali nelle forme e a un tasso di utilizzo che consenta di mantenere la loro biodiversità, produttività, vitalità e di adempiere, ora e in futuro, alle rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali senza comportare danni ad altri ecosistemi. Ha inoltre introdotto il concetto di “comunità del bosco” intesa come l’insieme dei soggetti pubblici e privati che, in accordo, provvedono alla gestione attiva di aree boschive tramite la pianificazione degli interventi. Si prevede l’intensificazione dell’uso dei fondi europei per aumentare l’utilizzo sostenibile dei prodotti boschivi e il coinvolgimento delle categorie degli operatori delle proprietà pubbliche. Poi s’intende aiutare le imprese che sono già dinamiche in modo che la filiera cresca su se stessa, sulle buone pratiche. Questo può far aumentare il fatturato e l’occupazione. E con un loro sviluppo ci sarebbe la possibilità di trascinare anche le altre imprese e il resto del territorio.

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