Terra Nuda

Le olive giganti di Taggia

Un’opera del designer Mauro Olivieri in una piazza della cittadina dell’Imperiese, in Liguria, che ha, sin nel nome, il richiamo alla più celebre cultivar della regione. Avere oggi, in tempi così difficili, la sensibilità di investire nell’arte, è segno di una crescita in civiltà. Un’opera artistica resta sempre un investimento importante quanto necessario

Luigi Caricato

Le olive giganti di Taggia

Sono qualcosa di veramente molto bello, le olive giganti del noto designer Mauro Olivieri. Vi invito a fare presto un sopralluogo, anche perché meritano di essere contemplate non soltanto in fotografia.

Meglio andarci di persona, e con l’occasione approfittare per visitare la bellezza dei luoghi, non solo il centro storico, anche le campagne. Io vi ho mangiato in più occasioni, apprezzando ogni piatto del territorio e tantissimo l’olio. Ora non c’è più il ristorante in cui ho potuto apprezzare e conoscere Davide Zunino, scoperta di Franco Boeri. Peccato, ma le occasioni non mancano. In Liguria si mangia bene.

Gli oli monovarietali da olive Taggiasca meritano di essere presi in seria considerazione. Coloro che insistono sugli oli potentemente amari e piccanti hanno evidentemente gusti da monomaniaci e trascurano la bontà di oli che hanno lasciato un segno indelebile nella storia, trainando anche altri territori in passato marginali. Una visita in Liguria merita. Anche per rendersi conto di come si coltivino gli olivi da veri eroi, mettendo in pregiudizio la propria incolumità.

Il pretesto delle olive giganti di Mauro Olivieri da visitare a Taggia è nel medesimo tempo un invito all’assaggio degli oli che vi si ricavano. Occorre soprattutto saper apprezzare gli oli dal fruttato leggero, perché non è da tutti e non è nemmeno un’operazione semplice. Come non è facile neppure essere bravi produttori di oli dal fruttato leggero, perché non è da tutti riuscire a ottenere extra vergini fini e delicati con tutte le caratteristiche dell’alta qualità.

Una visita pertanto mettetela in conto, magari in prossimità della raccolta e molitura delle olive. Non solo per pura curiosità, ma anche per rendersi conto di quanto sia fascinoso, e operoso, questo angolo di Liguria.

Così, a vederle in foto, le olive giganti mi piacciono. Le vedrò comunque presto perché sarò a Bordighera a metà settembre a presentare il mio Atlante degli oli italiani.

Senza che altri comuni si sentano sminuiti, Taggia possiamo elevarla a capitale dell’oliva Taggiasca, e questo enorme momunento ne celebra alla perfezione la grande portata. Oliva piccola, minuta, nella realtà, in campagna, ma qui, diventata oggetto d’arte, viene rappresentata in forme e dimensioni giganti, anche perché la sua fama è tale da non poterla immaginare diversamente.

Le olive di Mauro Olivieri, nomen omen, sono di ben 8 metri di altezza, mentre la foglia è alta 11 metri. Dal basso, si scorge da terra un cesto con la scritta “Arma porta della Valle Argentina”, e, dall’altra parte, “Taggia patria dell’oliva Taggiasca”.

Un plauso va sicuramente agli amministratori di Taggia, per la scelta coraggiosa da parte di un piccolo centro abitato. E io ne penso così bene, di tale scelta, che la trovo degna di essere imitata con altre forme altrove. Se non si investe nei segni che lasciamo al futuro, non ci si eleva mai. L’arte lascia un segno tangibile di noi, proprio così come è avvenuto in passato in tanti luoghi.

Sicuramente, considerando che viviamo in un Paese dallo sguardo corto come l’Italia, qualcuno, immagino, avrà pure pensato di criticare tale scelta, ma nella patria della Taggiasca è la scelta più saggia.

Avere oggi, in tempi così difficili, la sensibilità di investire nell’arte, è segno di una crescita in civiltà. Posso immaginare le critiche che ci saranno per i costi sostenuti, ma l’arte resta un investimento importante e necessario.

Chiedendo, mi hanno informato che si è trattato di fondi comunitari stanziati tramite un concorso regionale proprio per promuovere una zona e un prodotto tipico. Il progetto è stato omaggiato al comune di Taggia dal designer Mauro Olivieri, ed è stato, tra tutti, il più apprezzato dalla Regione Liguria.

Olivieri, per chi non lo conoscesse, nel 1986 ha aperto lo studio Laboratorio Maio, un centro di creatività e di immagine, dove – si legge nel suo sito – oltre alla progettazione architettonica si fa interior design, production design, food design, graphic design, comunicazione, ambientazione paesaggistica e allestimenti floreali.

Ora, non resta altro che fare un salto e constatare di persona.

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