Terra Nuda

Natura Nuova a sostegno della prevenzione dello spreco alimentare

Oggi, martedi 5 febbraio, è la sesta giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. L’azienda di Bagnacavallo condivide in pieno la celebrazione in quanto l’idea imprenditoriale da cui è partita fu (ed è rimasta) quella di trasformare la frutta fresca che il mercato, in modo particolare quello della Gdo, rifiuta per una piccola imprecisione estetica

Olio Officina

Natura Nuova a sostegno della prevenzione dello spreco alimentare

Prende il via oggi la Giornata nazionale di Prevenzione dello Spreco. Istituita dal Ministero dell’Ambiente con la campagna Spreco Zero e l’Università di Bologna – Distal attraverso il progetto 60SeiZERO, la giornata è giunta alla sua sesta edizione. Natura Nuova, l’azienda di Bagnacavallo (RA) che da oltre 25 anni si occupa della produzione di polpe e frullati di frutta, sarà tra i principali partner dell’iniziativa.

La ragione di questo sostegno è da ricercare nelle origini di Natura Nuova: l’idea imprenditoriale fu (ed è rimasta) quella di trasformare la frutta fresca che il mercato, in modo particolare quello della GDO, rifiuta per una piccola imprecisione estetica. Natura Nuova nasce infatti con l’obiettivo di valorizzare la frutta di produzione locale, con una filiera di qualità garantita da un Consorzio nato nel 2007, e di creare quindi un prodotto naturale, pronto al consumo e lavorato con una tecnologia innovativa.

In occasione del convegno “Coltivare le buone pratiche”, che si è tenuto lunedì 4 febbraio alla Iran Room della sede FAO di Roma, è intervenuto il presidente di Natura Nuova Gabriele Longanesi che, moderato da Massimo Cirri di Radio2 Rai Caterpillar, ha potuto illustrare come l’azienda da lui fondata riesce a dare “Nuova vita alla frutta”.

Natura nuova è oggi un’azienda con oltre 150 dipendenti, con un’età media di 30 anni e un turnover bassissimo, 3 stabilimenti produttivi alimentati da energia green autoprodotta (fotovoltaico e cogeneratore), 16mila tonnellate di frutta lavorata e 10 linee produttive.

A proposito di Spreco Zero

La Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare è stata ideata ed istituita dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con la campagna Spreco Zero e Università di Bologna – Distal nel 2014, quando fu celebrata per la prima volta.

In quell’occasione, per iniziativa dell’agroeconomista Andrea Segrè, coordinatore del Piano Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare (PINPAS), furono convocati gli Stati generali della filiera agroalimentare italiana.

Dal 2014 ad oggi la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare è l’occasione per sensibilizzare su una questione centrale del nostro tempo anche attraverso la diffusione di nuovi dati da parte dell’Osservatorio nazionale Waste Watcher, fondato da Last Minute Market con Swg.

I dati sullo spreco in Italia (forniti da Spreco Zero)

Sul piano della distribuzione lo spreco del cibo grava per 9,5 kg/anno ad ogni mq di superficie di vendita negli ipermercati e per ben 18,8 kg/anno ad ogni mq nei supermercati. Tradotto per ogni consumatore italiano significa una produzione di spreco di 2,89 kg/anno pro capite, vale a dire 55,6 grammi a settimana e 7,9 grammi al giorno solo sul piano distributivo. Il 35% di questo spreco potrebbe essere recuperabile a scopo alimentazione umana. Sono i dati della campagna Spreco Zero di Last Minute Market raccolti con il progetto Reduce e i Diari di Famiglia che hanno monitorato lo spreco domestico del cibo in Italia: la vera “voragine” degli sprechi perché nelle nostre case gettiamo ogni anno qualcosa come 36 kg annui di alimenti pro capite.

Un danno economico secondo 9 italiani su 10 (93%), e di forte impatto diseducativo sui giovani (91%) alla luce dei dati del Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg. Nella pratica quotidiana il 63% degli intervistati dichiara di gettare il cibo una volta al mese (17%) o anche meno frequentemente (46%). Il 15% sostiene di gettare cibo una volta ogni due settimane, il 15% una volta a settimana e solo l’1% della popolazione ritiene di gettarlo quotidianamente o in misura di 4/5 volte a settimana.

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