Terra Nuda

Nessuno può essere padrone della vita degli altri

La vita rappresenta un valore e ciascuno di noi merita rispetto, sia che voglia a tutti i costi vivere, sia che non voglia più saperne. Ciò che è grave, è il colpevole silenzio della politica sui temi dell'eutanasia. Il caso del dj Fabo deve farci riflettere. La sua morte lontano dal proprio paese, in Svizzera, è l'inquietante evidenza di un'Italia che si allontana a passi svelti dalla civiltà

Luigi Caricato

Nessuno può essere padrone della vita degli altri

Nessuno può essere padrone della vita degli altri. Ciascuno vive la propria esperienza personale, non possiamo forzare la volontà altrui. Se si decide di vivere, nonostante dolore e devastazione interiore, nessuno può opporsi. Lo stesso vale per chi alla vita vuole dire basta e chiudere definitivamente, non necessariamente perché afflitto da una malattia.

La vita ha il suo corso, e ciascuno di noi ha voce in capitolo, e se uno ama la vita la vive fino in fondo, ma se uno desidera la morte, non gli si può imporre di vivere.

Il rispetto parte dall’accettazione della libera volontà altrui.

Se poi vogliamo entrare nella sfera della fede, anche in questo caso chi desidera la morte ha tutto il diritto di decidere per sé, altrimenti che senso avrebbe il libero arbitrio, se qualcuno impedisce a un altro di compiere la propria volontà?

Io credo che l’eutanasia sia una benedizione divina, una sorta di affrancamento dal dolore e dal dramma. Nessuno può essere condannato a vivere, come nessuno può essere condannato a morire.

La vita è un valore e ciascuno di noi merita rispetto, sia che voglia a tutti i costi vivere, sia che non voglia più saperne. Ciò che è grave, è il colpevole silenzio della politica.

Un paese civile non impiega vent’anni nel (vano) tentativo di affrontare temi così delicati e drammatici.

La vita resta un valore sacro, anche quando qualcuno decide, per propria scelta, di spegnere l’interruttore.

Nella foto di apertura, il “Cristo morto”di Andrea Mantegna

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