Terra Nuda

Nuova olivagione, le stime

La campagna olearia 2014/2015 nel bacino mediterraneo. Fra circa un mese si inizia. Conoscere in anticipo le quantità che saranno prodotte nei vari paesi è sempre stata una necessità, soprattutto per calibrare il momento e il quantitativo degli acquisti e centrare i prezzi di vendita. In attesa di capire come andrà a finire, ecco le previsioni

Adriano Caramia

Nuova olivagione, le stime

Ci siamo. Fra circa un mese comincia la nuova campagna olearia nelle zone usualmente anticipatarie rispetto alle altre. Si pensi ad esempio ad alcune aree della Sicilia, la Calcidica in Grecia o le zone prossime all’Estremadura in Spagna. E’ trascorso un anno segnato in primo luogo dalla colossale raccolta in quest’ultimo paese (che ha depresso i prezzi sino a fine maggio) e in seconda istanza dal lungo periodo di mancanza di precipitazioni in molte zone dell’Andalusia (che ha sospinto i mercuriali da giugno sino ai livelli massimi di questi giorni).

Conoscere in anticipo le quantità che saranno prodotte nei vari paesi è sempre stata una necessità per gli operatori oleicoli, soprattutto per calibrare il momento e il quantitativo degli acquisti e centrare i prezzi di vendita per le consegne a lungo termine per i clienti più importanti.

Tradizionalmente, sin dal periodo della fioritura, continuando per l’allegagione e l’invaiatura, tutti gli operatori seguono con interesse e apprensione le varie fasi di sviluppo delle piante e dei frutti, con un occhio sempre rivolto alle previsioni metereologiche.

Proviamo a dare una panoramica riguardo le stime delle prossime raccolte nel bacino mediterraneo, dopo aver consultato gli operatori dei vari paesi produttori. Sono cifre non ufficiali e le possiamo ritenere “dei pareri” di gente che ha più di una campagna olearia sul groppone.

Nel giro di qualche settimana molti paesi rilasceranno stime più dettagliate, effettuate da organi ufficiali e, man mano che verranno pubblicate, non mancheremo di farvele tenere.
A tale proposito, il Consiglio Oleicolo Internazionale terrà una riunione il 7 ottobre per una elaborazione dei dati provenienti dai vari paesi.

Cominciamo con la Grecia

Il paese ellenico ha avuto una campagna disastrosa questo ultimo anno: alcuni parlano di una produzione inferiore alle 100.000 tonnellate. La grossa défaillance è stata quella dell’isola di Creta, generalmente un ricco e pregiato serbatoio di ottimi extra vergini.
Quest’anno (intendendo la raccolta 2014/2015), si stima una quantità complessiva di 250-285.000 tonnellate.

Vediamo le suddivisioni geografiche:

• Creta 100/110.000 tons
• Peloponneso 90/100.000 tons
• Grecia centrale 40/50.000 tons
• isole 20/25.000 tons

La Spagna

Dal 1 settembre 2013 al 30 agosto 2014 (anno climatologico) l’osservatorio della Università di Jaen ha registrato precipitazioni pari a circa 300 mm.
E’ un dato fra i più bassi degli ultimi cento anni. Fra l’altro, le già esigue precipitazioni sono occorse quasi tutte nell’autunno ed inverno, con una totale assenza in primavera ed estate.

Occorre sapere che nel paese iberico (dati all’anno 2013 del Ministerio de Agricultura, Alimentación y Medio Ambiente de España) su una superficie complessiva di 2.584.564 ettari destinati ad uliveto, 1.853.539 sono non irrigui (secano) e 731.025 sono irrigui (regadío).

La lunghissima raccolta passata (si è prodotto sino a tutto marzo) e il naturale avvicendamento delle annate (vecería, in spagnolo) hanno determinato i presupposti per una produzione attuale pessima.

Qui è il vero nodo dell’intera matassa: la Spagna produce all’incirca la metà di tutto l’olio del mondo e forti incrementi o diminuzioni delle sue produzioni sconvolgono i prezzi mondiali.

Alcune organizzazioni agricole stimano (nella peggiore delle ipotesi) una campagna simile a quella di due anni fa (circa 620.000 tons), altre fonti prevedono un range tra le 700.000 tonnellate e il milione; ciò in funzione delle tanto agognate piogge di settembre ed ottobre.

La situazione, esaminata per macroaree, sembra non buona nelle province di Jaen e Cordoba (rispettivamente 750.000 e 360.000 tons prodotti l’anno passato, quindi il 62,5% dell’intera produzione spagnola). Le cose migliorano a Sevilla. Discreta la zona di Malaga. Non buona anche nella Castilla la Mancha (Ciudad Real,Toledo).

La Tunisia

Prevista una campagna record nel paese nordafricano. Il raccolto previsto oscilla tra le 250.000 e le 280.000 tonnellate. Ha molta incidenza il fattore delle rese in olio delle olive. Vi sono infatti talune qualità che hanno oltre il 25% di contenuto di olio e ciò può spostare di molto (in più o in meno) le cifre finali. Anche questo, è ovvio, dipende dall’andamento climatologico dell’inzio dell’autunno. Sinora le piogge sono state abbondanti e ben distribuite nel tempo.

Le zone di produzione in ordine quantitativo sono quella di Sfax, poi quella intorno a Kairouan, quindi il Sahel (Sousse, El Jem) ed il nord (area di Tunisi, fra l’altro quella dove vi è la maggiore produzione di olive da tavola).

La Turchia

Per il paese turco si prevede una abbondante raccolta, circa 250.000 tonnellate.
Le aree di produzione intorno ad Izmir, Aydin, Mugla fanno ben sperare sia in termini quantitativi sia in termini qualitativi. Non eccellente la situazione al nord (aree votate generalmente all’extra vergine). Si ipotizza una percentuale sul totale complessivo del 65% tra lampanti e vergini, e il 35% di extra vergini.

Il Marocco

Situazione non buona per il Marocco. Prevista una produzione di circa 60/80.000 tonnellate. Data la ristrutturazione di molti impianti, aumenta la percentuale di extra a discapito di vergine e lampante.

Il Portogallo

Discrete le stime per il Portogallo, che prevedono una cifra intorno alle 60.000 tonnellate.

A queste produzioni occorre aggiungere quelle di altri paesi quali l’Algeria, Cipro, Egitto, Francia, Croazia, Siria, Libia, ecc. Per taluni paesi, fra l’altro, vige l’incognita dovuta alla situazione politica che sicuramente influirà sulla normale attività economica. Inoltre bisognerà tenere in conto gli stock di olio (limitati, invero, dato il forte ritmo di vendite sinora verificatosi,). Ma, il dato più importante che tutti devono tenere in conto per determinare il quantitativo complessivo di merce a disposizione dei mercati non proviene dalla produzione, bensì dal temuto calo dei consumi per l’aumento dei prezzi di vendita al pubblico, che ad oggi ha contrassegnato il commercio all’ingrosso e dovrà essere traslato al dettaglio.

La foto di apertura è di Luigi Caricato.

Prossimamente il resoconto della olivagione 2014/2015 dell’Italia

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