Assicurare una equa remunerazione agli agricoltori onde evitare prezzi inferiori a quelli di produzione
Il 29 luglio il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema preliminare del decreto legislativo che vieta le pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare, ma ora si attende il parere delle commissioni parlamentari per giungere a una approvazione definitiva
Il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri è ritenuto importantissimo dallo stesso ministro delle Politiche agricole Patuanelli, in quanto servirà a riequilibrare i rapporti di forza tra le parti negli scambi commerciali, garantendo una posizione più equa per gli agricoltori e i produttori.
Nei prossimi tre mesi lo schema di legge dovrà essere sottoposto al parere delle commissioni parlamentari per poi essere approvato, in via definitiva, entro la fine dell’anno dal Consiglio dei Ministri.
“Mi auguro – sostiene Stefano Patuanelli – che in questo lasso di tempo si potrà lavorare assieme per migliorare ulteriormente il testo, con l’obiettivo di rafforzare maggiormente la posizione contrattuale della parte più debole, fissando per legge dei criteri capaci di assicurare un “equo prezzo” al produttore agricolo. Ad esempio, ritengo che debba essere sempre sanzionata come pratica commerciale sleale la vendita di prodotti agricoli e alimentari a prezzi inferiori rispetto a quelli di produzione. La legge delega sulla base della quale il Governo ha predisposto lo schema di decreto legislativo, purtroppo, non ci ha consentito di poter raggiungere questo obiettivo. Infatti, il Parlamento nella delega ha previsto il divieto solo per le ipotesi di vendita di prodotti agricoli a prezzi inferiori del 15% rispetto al costo di produzione. Ne ho parlato in Consiglio dei Ministri – ha precisato il ministro Patuanelli – e abbiamo tutti assunto l’impegno di eliminare questo riferimento alla quota del 15%, se il Parlamento, in sede di parere o con emendamenti, si pronuncerà in tal senso”.
Con il decreto approvato vengono recepite nell’ordinamento italiano le norme finalizzate a disciplinare le relazioni commerciali e contrastare le pratiche commerciali sleali negli scambi tra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli ed alimentari, in quanto contrarie ai principi di buona fede e correttezza, comprese quelle imposte unilateralmente da un contraente alla sua controparte. Obiettivo del provvedimento è quello di razionalizzare e rafforzare il quadro giuridico vigente, nella direzione della maggiore tutela dei fornitori e degli operatori della filiera agricola e alimentare e sostenere la trasparenza nei rapporti commerciali a cui venditori e acquirenti di prodotti agroalimentari dovranno attenersi prima, durante e dopo la relazione.In particolare la direttiva introduce il livello minimo di tutela comune a tutta l’Unione europea e comprende un elenco di pratiche commerciali sleali vietate e un elenco di pratiche che saranno autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci al momento della formalizzazione dell’accordo di fornitura.
L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) viene designato autorità nazionale di contrasto, deputata a vigilare l’applicazione delle disposizioni che disciplinano le relazioni commerciali, i divieti stabiliti dalla direttiva e le relative sanzioni. L’ICQRF sarà anche chiamato a collaborare con le Autorità di contrasto degli Stati membri e con la Commissione europea, anche al fine della reciproca assistenza nelle indagini che presentano una dimensione transfrontaliera.
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