Bosco Monini, a ottobre la prima raccolta di olive
Realizzato dalla storica azienda spoletina, il progetto - lanciato nel 2020 - a oggi conta 700mila ulivi collocati tra Umbria e Toscana. Si tratta di un polmone verde nel Centro Italia capace di combattere l’inquinamento dell’aria e contribuire alla rigenerazione della fertilità dei terreni. Si ottiene così un olio extra vergine di oliva biologico, che guarda alla sostenibilità oltre che a un alto profilo qualitativo

Il nuovo oliveto da 700 mila piante realizzato da Monini tra Umbria e Toscana è pronto per la prima raccolta che prenderà il via a ottobre.
Ad annunciare il nuovo traguardo del progetto Bosco Monini, lanciato nel 2020 e che prevede di toccare quota un milione di nuovi ulivi entro il 2030, Zefferino Monini, presidente e amministratore delegato dell’azienda, in una cornice speciale: l’assegnazione, nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto, del quindicesimo Premio Monini “Una Finestra sui Due Mondi”
Il progetto, partito nel 2020, rappresenta il cuore della transizione verde dell’azienda, nonché un esempio vincente di agricoltura rigenerativa: l’obiettivo è infatti quello di creare un polmone verde nel Centro Italia capace di combattere l’inquinamento dell’aria – l’olivo è infatti una delle specie arboree più idonea a ridurre la concentrazione di particolato nell’atmosfera – ma anche di contribuire in maniera sostenibile alla produzione di olio extravergine di oliva biologico 100% italiano e di alta qualità.
In appena quattro anni sono stati già piantati oltre 700 mila olivi, di cui a ottobre si raccoglieranno i primi frutti. “Questo perché – ha spiegato Zefferino Monini – abbiamo scelto di investire in un progetto di olivicoltura moderna e sostenibile, con cultivar capaci di adattarsi perfettamente al territorio e al clima e di arrivare a maturazione in tempi più rapidi. In un paio di anni ci aspettiamo di produrre circa 500 mila litri di olio extravergine biologico 100% italiano”.
Ma il Bosco non è solo olio: “uno degli aspetti cruciali del progetto è legato alla biodiversità e alla rigenerazione della fertilità dei terreni: gli oliveti sono circondati da aree verdi e aree boschive cha rappresentano oasi ecologiche per decine di specie animali. Con LifeGate e l’Università di Bologna abbiamo inoltre avviato un progetto per monitorare lo stato di salute delle api, sentinelle del benessere ambientale. Ad oggi abbiamo ben 10 alveari a Perolla, nella parte toscana del Bosco. E si tratta solo dell’inizio” ha concluso Zefferino Monini.
Per approfondire, è possibile cliccare qui.
In apertura, Frantoio del Poggiolo – Umbria
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