C’è bisogno di impiegare meglio il capitale boschivo italiano
Finora ancora troppo sottoutilizzato rispetto a tutte le potenzialità possibili. Serve, quindi, agire secondo una nuova prospettiva che punti alla salvaguardia dell’importante patrimonio forestale, fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici e per la tutela della biodiversità. A questo scopo si aggiunge un altro punto cruciale: qualificare le filiere produttive del settore attraverso la realizzazione di nuovi impianti a biomassa
Molto recente la pubblicazione della Strategia Forestale Nazionale, strumento essenziale per delineare le politiche forestali nazionali nel contesto di quelle europee e degli accordi internazionali ma anche come vertice della “piramide” della pianificazione forestale, recentemente innovata grazie al Decreto attuativo in materia, pubblicato nel dicembre 2021.
La Strategia dà inoltre attuazione a parte della Strategia europea per la biodiversità 2030 e alla Strategia forestale 2030, come previsto dal Tuff ed integra la Strategia nazionale per la bioeconomia per la parte fondamentale legata al sistema foresta-legno.
Il documento del Mipaaf è stato oggetto di convegni e analisi da parte degli operatori di settore e degli enti di ricerca, stante la sua importanza per l’Italia.
La Toscana è la regione che ha un patrimonio forestale notevole e il convegno di Borgo a Mezzano ha evidenziato come la superficie della regione coperta da foreste sia aumentata del 20 per cento negli ultimi 70 anni: oltre 70.000 ettari sono ‘nati’ dall’abbandono delle zone agricole nelle aree collinari e montane.
Per il Presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri, la sfida di oggi è utilizzare la ricrescita annuale del legno, senza depauperare il patrimonio boschivo, per migliorare e sviluppare la sua funzione ecologica di stoccaggio e assorbimento della Co2.
“Solo il 30% della ricrescita annuale del legno è utilizzata e lavorata mantenendo nel tempo il capitale boschivo per migliorare e sviluppare la sua funzione ecologica di stoccaggio e assorbimento della Co2. Lo sviluppo delle attività della selvicolturale diventa un’esigenza irrinunciabile per una strategia nazionale intelligente e razionale. È necessario dare priorità alla pianificazione forestale territoriale regione per regione e ai piani di gestione aziendale. Per raggiungere questo obiettivo, complesso ma realizzabile, occorre generare e sostenere uno sforzo comune unitario di acquisizione di consapevolezza e sensibilità ambientale ed economica”.
Bisogna tener conto, tuttavia, che le foreste coprono oltre un terzo della superficie dell’Italia e contribuiscono in modo determinante a fornire una vasta gamma di benefici.
Questo capitale, tuttavia, è stato finora sottoutilizzato rispetto alle sue potenzialità, mentre ha la capacità di essere un motore di crescita della bioeconomia.
La maggior parte dei boschi si trova in aree montane interne, spesso soggette a spopolamento e abbandono, con conseguente aumento del rischio di dissesto idrogeologico e degrado dei suoli.
Senza contare il fenomeno degli incendi, in costante e preoccupante aumento in Italia, come si evince dai moltissimi scoppiati in questi mesi estivi.
Lamberto Frescobaldi, componente della giunta nazionale di Confagricoltura, ha indicato i target da raggiungere per rimuovere i ritardi, andando oltre la politica dell’emergenza e pianificando una strategia che abbia un duplice scopo: innanzitutto salvaguardare questo “polmone verde” ai fini della mitigazione ai cambiamenti climatici e della conservazione della biodiversità, assicurando anche una maggiore competitività delle filiere forestali.
Quindi qualificare le filiere produttive delle risorse forestali nazionali, realizzando impianti a biomassa per il teleriscaldamento, nell’ottica di valorizzare le estese superfici legnose governate a ceduo delle nostre vaste aree appenniniche.
Del resto la missione della Strategia Forestale, indicata in premessa la documento, pone “Portare il Paese ad avere foreste estese e resilienti, ricche di biodiversità, capaci di contribuire alle azioni di mitigazione e adattamento alla crisi climatica, offrendo benefici ecologici, sociali ed economici per le comunità rurali e montane, per i cittadini di oggi e per le prossime generazioni.
La Strategia Forestale Nazionale incentiverà la tutela e l’uso consapevole e responsabile delle risorse naturali, con il coinvolgimento di tutti, in azioni orientate dai criteri della sostenibilità, della collaborazione e dell’unità di azione”.
In apertura castagni, foto di Marcello Ortenzi©
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