roma – “la cia-confederazione italiana agricoltori e il csa-centro studi anticontraffazione (dipartimento del centro studi grande milano) hanno siglato un protocollo di collaborazione teso all’individuazione di strumenti e misure per contrastare il dilagante fenomeno del falso ‘made in italy’, anche nel settore agroalimentare”, rende noto la cia. “l’accordo – informa un comunicato – firmato nella sede nazionale della cia da dino scanavino e dall’avvocato daniela mainini, rispettivamente presidenti della confederazione degli agricoltori e del centro studi anticontraffazione, prevede, in particolare, azioni comuni come analisi, incontri, seminari e progetti finalizzati alla diffusione della cultura della legalita’, sia in ambito nazionale che in ambito europeo e internazionale”. “il comune lavoro e i relativi studi sulla materia diverranno delle proposte di legge, che le organizzazioni sottoporranno alle istituzioni preposte”, spiega la confederazione specificando che “la cia e il csa promuoveranno specifici piani di comunicazione per la valorizzazione delle produzioni agricole e alimentari di qualita’ nazionali e per la distintivita’ del ‘made in italy'”. “il nostro protocollo d’intesa – chiariscono cia e csa – nasce dall’esigenza non piu’ rinviabile di fermare un fenomeno in continua ascesa che in italia ruba al mercato regolare circa 6,5 miliardi di euro l’anno, di cui oltre 1 miliardo di euro solo al settore agroalimentare. tra l’altro, questa odiosa pratica prevede l’immissione alla vendita di prodotti che potrebbero non avere alcuna garanzia a livello di sicurezza alimentare”. “oltre ai rischi per la salute, il falso – ricorda il comunicato – reca un danno economico e d’immagine inaccettabile tanto piu’ che a finire piu’ spesso nel mirino dei contraffattori sono proprio i prodotti di qualita’ regolamentata, le dop e le igp, il biologico: cioe’ quelli che dovrebbero offrire un’assoluta garanzia di sicurezza alimentare, che e’ il criterio al primo posto nelle scelte di consumo per otto italiani su dieci”. “sul tema della contraffazione – concludono i promotori dell’accordo – vogliamo aggregare le sensibilita’ di tutte quelle associazioni di categoria, del mondo imprenditoriale, dei gruppi di lavoro d’informazione e delle istituzioni che abbiano un approccio etico sull’argomento”. (cl.co)
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