Terra Nuda

È iniziata ufficialmente la stagione delle castagne 

Il post pandemia e la forte produzione, che fa sperare in un’annata positiva, hanno permesso la ripresa di sagre e feste, occasioni fondamentali di vendita per i piccoli castanicoltori. Nonostante questo, però, non mancheranno diversi problemi legati al drastico calo dei prezzi, dove in alcune zone il costo va da un minimo di 0,90 fino a 1,50 euro al chilo, molto meno rispetto allo scorso anno. In aumento, invece, le spese legate alla produzione, come potatura e confezionamento. Castagne e marroni sono delle eccellenze delle zone interne, ma servono maggiori tutele in vista per offrire ai produttori maggiori garanzie

Marcello Ortenzi

È iniziata ufficialmente la stagione delle castagne 

La castanicoltura in Italia è in piena attività, con la raccolta in tutti i luoghi di produzione e conseguentemente sono riavviate le tantissime sagre dedicate alla castagna, dopo il blocco per la pandemia.

Si tratta di un aspetto molto importante per tanti piccoli castanicoltori, che rappresentano il 90% della castanicoltura italiana. In queste occasioni, infatti, viene venduto circa il 50% del prodotto fresco.

Inoltre, tali manifestazioni fungono da volano per la vendita di altri prodotti agroalimentari.

La stagione castanicola 2022 ha tutte le carte in regola per essere una buona annata, in relazione anche al meteo di settembre e ottobre.

Tuttavia i castagneti secolari, presenti sulle Alpi e gli Appennini sanno reagire meglio di altre piante alle situazioni di difficoltà.

Il castagno, poi, per le sue caratteristiche intrinseche, non costringe ad anticipare la raccolta in annate di particolare siccità, come è stata l’attuale.

Ci sono come sempre patologie in alcune piante, quali il “marciume”. È una patologia causata da un fungo, arrivato praticamente nello stesso periodo in cui si è dovuto affrontare l’attacco della vespa cinipide.

L’anno scorso sotto questo aspetto non vi sono stati particolari problemi, quest’anno l’esito è ancora incerto. Commercialmente c’è ancora il problema di una sempre maggiore presenza di prodotto estero, di qualità più scarsa rispetto a quella nazionale, ma dai prezzi inferiori.

L’annata 2022 delle castagne si caratterizza da una forte produzione, ma questo sta portando a un drastico calo dei prezzi.

Contemporaneamente aumentano notevolmente i costi di produzione, quali potatura, in genere ogni 5 anni, pulizia del sottochioma, la raccolta, la cernita e il confezionamento.

A Montella, ad esempio, le castagne sono pagate da 0,90 fino a un massimo di 1,5 euro il chilo, molto meno rispetto ai 2 – 2,10 euro il chilo di un anno fa. Nel viterbese sono molto apprezzate le castagne della Tuscia, prodotto tipico di tradizione millenaria.

Le castagne dei Monti Cimini, 50% della produzione laziale, si producono dai 500 ai 900 metri sul livello del mare nei comuni della Comunità Montana dei Cimini.

Qui, le vaste estensioni di castagneti secolari che si sono formate in questo terreno di origine vulcanica, dove esistono esemplari imponenti, consentono di ottenere castagne e marroni di elevata qualità.

Ma i prezzi al produttore si aggirano sui 0,8 – 3 euro al chilo a seconda della pezzatura.

Castagne e marroni nazionali sono prodotti di eccellenza delle zone interne, ma occorre intervenire decisamente sulle patologie e sulla filiera.

 

In apertura, foto di Marcello Ortenzi

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