Terra Nuda

Elio Fiorucci e l’olio

Il grande stilista della moda democratica non è più tra noi. Lunedì 20 luglio lo hanno trovato senza vita nella sua casa a Milano. Aveva appena compiuto 80 anni. E’ stato un genio della moda, rivoluzionandola sin dalla fine negli anni Sessanta.

Olio Officina

Elio Fiorucci e l’olio

Era nato a Milano nel 1935. Era figlio di un commerciante di pantofole e all’inizio della sua carriera lavorò anche con il padre, inventando delle galosce in plastica rese attraenti dalla grande intensità dei colori.

Elio Fiorucci nel 1967 aprì un negozio a Milano che fu per anni il faro della moda e del design, tanto che alcune delle sue collezioni sono presenti nelle collezioni di diversi musei d’arte di a Londra e in America.

Per lui i negozi non erano luoghi di merce, ma di idee e di socialità.

Intervistato da Daria Bignardi, per il volume Che ce ne importa a noi dell’olio d’oliva, libro edito nel 1997 da Sperling & Kupfer, a proprosito dell’olio raccontò un aneddoto che riportiamo di seguito.

“Sono molto legato alla Toscana. Dieci, quindici anni fa, andando a Saturnia a fare i bagni, era ottobre o novembre, sotto il paesino c’era un frantoio tenuto da un giovanottone alto, mi ero fermato a curiosare e a comprare olio.
Era l’epoca della raccolta delle olive e vidi arrivare tanti carretti carichi di olive, lui che le schiacciava e che per fare assaggiare l’olio preparava queste grandi fette di pane toscano, ci metteva sopra l’olio appena fatto, le faceva scaldare, mi offriva questo pane caldo, squisito…
Era diventato un rito, tutti gli anni in quella stagione tornare al frantoio, vedere spremere le olive e poi mangiare queste fette di pane caldo con l’olio di oliva. Mi è sempre piaciuto, dei prodotti alimentari, sapere da dove nascono, chi li ha fatti, guardare negli occhi chi li ha prodotti. L’olio è un prodotto sacro, magico. Lo compro volentieri dal contadino, e considero un lusso poterlo fare, perché vado lì, vedo gli ulivi, la sua casa, il suo frantoio, mi fermo a parlare con lui e mi sembra di tornare indietro nel tempo, quando gli uomini mangiavano quello che loro stessi producevano e raccoglievano con le loro mani. Per me è un’emozione unica, speciale”.

La foto di apertura è tratta da Internet

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