Terra Nuda

Gli oli emiliani si fanno largo

Si chiama “Montelocco” ed è l’olio della tenuta Venturini Baldini in limited edition. Denominato come il suo luogo d’origine, l’extra vergine è la nuova punta di diamante dell’azienda con sede a Quattro Caselle, in provincia di Reggio Emilia, nato lo scorso anno da ulivi autoctoni. Viene consigliato per insalate ricche, salsa verde ma anche con le carni bianche. Per questa seconda annata verrà presentata la nuova collezione “Biolio” , dal corpo cilindrico e spalla arrotondata

Olio Officina

Gli oli emiliani si fanno largo

Eccellenza, ricerca della sostenibilità, rispetto del territorio e della sua storia sono i pilastri della tenuta Venturini Baldini, la cui proposta non si limita a Lambruschi d’eccellenza, spumanti metodo classico e aceto balsamico.

L’azienda, con sede a Quattro Castella in provincia di Reggio Emilia, ha dato vita lo scorso anno a una nuova punta di diamante: una produzione limited edition di olio extra vergine d’oliva, denominato Montelocco come da suo luogo d’origine e proveniente da ulivi autoctoni storici – ceppaia risalente ad oltre trecento anni – che vanta una tradizione secolare con origini risalenti al periodo Medievale.

“Come da tradizione proprio nelle scorse settimane è iniziata la raccolta manuale delle olive”, spiega Julia Prestia, dal 2015 alla guida della Tenuta insieme al marito Giuseppe. “Per noi un momento davvero importante e suggestiva, proprio come la vendemmia è una sorta di rito”.

Il cambio di colore delle olive, detto invaiatura, è il segnale dell’avvio del processo di maturazione. “Diversa in base alla varietà delle olive”, spiega Julia. “ma indicativamente il periodo della raccolta è per tutti tra ottobre e novembre. Noi abbiamo iniziato proprio la terza settimana di ottobre”.

Secondo i dati diffusi dalle organizzazioni del settore si registrerà un meno 30% in quantità rispetto al 2021. La causa? Sicuramente la siccità che ha colpito il nostro Paese quest’anno, il caldo anomalo nel periodo di fioritura a maggio e la successiva mancanza d’acqua nel periodo di accrescimento a luglio.  Nonostante queste problematiche, per la raccolta 2022 “Abbiamo riscontrato una resa ai livelli del 2020 e soprattutto una valorizzazione della qualità, che risulta eccellente”, rassicura Julia.

Il Montelocco mostra un fruttato di oliva di intensità media sia all’olfatto sia al gusto. “Fruttato verde medio/leggero, sentori di cardo e foglia. Amaro e piccante in equilibrio. Consigliato per insalate ricche, salsa verde, carni bianche”, emerge dalla recensione Ais per la prima annata 2021.

Per la nuova annata 2022 l’olio extra vergine di Venturini Baldini sfoggerà una nuova bottiglia – la Biolio 250ml di Vetruria-: corpo cilindrico e spalla arrotondata sono le caratteristiche che distinguono la collezione Biolio con tappo antirabocco.

L’impegno per l’olio d’oliva della tenuta Venturini Baldini non si ferma tuttavia ad una produzione di nicchia. Julia Prestia è stata infatti nominata – nel 2021 – presidente del neonato Consorzio Coer – Consorzio Olio Extra vergine di Oliva Emilia-Romagna.

Il Consorzio è stato istituito il 9 febbraio 2021, con lo scopo di promuovere e valorizzare l’olio extra vergine di oliva del territorio, i luoghi di produzione e le attività di oleoturismo dell’Emilia-Romagna. “Coer ha in programma un appuntamento dedicato alla presentazione della nuova annata, con l’assaggio di tutti gli oli dei consorziati entro il mese di gennaio 2023”.

La presenza inequivocabile di oliveti in provincia di Reggio Emilia risale intorno al 1.000 d.C. I monaci della zona si occupavano della coltivazione dell’ulivo, che forniva prezioso olio alle lampade delle chiese reggiane.

Il prodotto derivato dalla frangitura delle olive veniva inoltre utilizzato in svariati modi, ad esempio per la medicina e la lavorazione di tessuti.

Nel 1.300 d.C., secondo la testimonianza di alcuni storici, i proprietari terrieri dell’epoca fornivano ai contadini della zona appezzamenti di ulivi da coltivare a mezzadria (un contratto agrario per cui il proprietario e il coltivatore si dividono i guadagni).

Dal 1850, si ha l’introduzione di olivi autoctoni da impiantare nel territorio. Tuttora vi è la diffusione di nuovi impianti di olivi per reintrodurre il genotipo autoctono nei luoghi di origine.

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