Terra Nuda

Grande festa per la castagna della Lunigiana

Sono stati festeggiati a Siena, nel mese di ottobre, i dieci anni dall'iscrizione nel registro delle Dop europee della Farina di Castagne della Lunigiana Dop

Marcello Ortenzi

Grande festa per la castagna della Lunigiana

La stagione 2021 ha visto una raccolta di castagne stimata in lieve calo (-15 per cento) e con differenze anche notevoli tra alta quota e bassa quota ma comunque è ritenuta positiva.

Il disciplinare di questa pregevole farina prevede l’antica essiccazione a fuoco lento nei metati, la selezione manuale, quindi le castagne secche vengono portate nei mulini a macina di pietra, dove vengono macinate entro il 30 gennaio dell’anno successivo alla raccolta.

Non si possono macinare più di 5 quintali di castagne al giorno, per non surriscaldare ed impastare la pietra.

La farina di castagne della lunigiana si distingue, dal colore avorio-crema e dalla preziosa e caratteristica borotalcatura, ottenuta grazie alla particolare macinazione.

Si conserva in un luogo fresco e asciutto per almeno un anno. La Farina Dop “nuova” potrà essere in commercio solo dal 15 novembre in poi così come prevede il disciplinare e certamente arriverà sulle tavole dei consumatori al termine della raccolta.

Durante l’evento di celebrazione del decennale la Presidente della Coldiretti di Massa-Carrara ha evidenziato tra l’altro che il “vero tema del presente è l’abbandono dei castagneti da frutto che favorisce le importazioni dall’estero quando l’attività castanicola ha rappresentato per queste terre una fonte indispensabile di sostentamento famigliare e di reddito agricolo. La filiera della castagna è una filiera che può garantire reddito, occupazione, impegno ed interessanti prospettive per il trasformato collegato al campo della ristorazione che è in grande crescita così come quello turistico autunnale”.

Coldiretti stima che, nella sola Lunigiana, ci siano almeno quindici ettari di castagneti in stato di abbandono.

Il consumatore nazionale in queste condizioni rischia di trovare castagne straniere provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e dalla Grecia ma spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai nostri produttori.

Quindi lo Stato e le Regioni devono recuperare i castagneti oggi abbandonati, come quelli della Lunigiana, e più in generale nella regione e rimetterli in produzione.

I produttori hanno ribadito la necessità di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia.

Necessario che i consumatori leggano per bene l’etichetta e si assicurino la presenza del logo comunitario.

Il rispetto del disciplinare garantisce la qualità”.

Un traguardo, quello per la pregiata farina Dop della Lunigiana del decennale che è stato celebrato recentemente a “BuyFood Toscana 2021” a Siena dall’assessore all’agricoltura, Stefania Saccardi.

Ancora peggiore è la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l’obbligo di etichettatura di origine e per le farine di castagne che, non avendo un codice doganale specifico, non è neppure dato a sapersi quante ne vengano importate.

In Parlamento è in discussione una proposta di legge che si spera venga approvata presto con le misure per il settore castanicolo di cui si chiede l’avvio.

La foto in apertura è di Marcello Ortenzi

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