I Mosh e Moah agitano il settore oleario
Lo scorso 15 maggio si è tenuta in Spagna, a Jaén, una conferenza di presentazione dell'ambizioso progetto Foss dedicato all'utilizzo della spettroscopia Nir (Near Infrared) per la rilevazione precoce di contaminanti presenti nelle olive e negli oli di oliva. Ad oggi, tuttavia, il metodo di rilevazione è ancora soggetto a incertezza

Sebbene la normativa Ue punti a stabilire un limite finale di 2 mg/kg per oli e grassi (ma – attenzione! – il regolamento in questione è ancora in discussione, e, al momento, si parla di limiti più alti per alcuni oli/grassi, e in ogni caso l’applicazione dovrebbe partire dal primo gennaio 2027 – ndR), vi sono difficoltà nel determinarne in modo affidabile il contenuto a causa della presenza di composti biogenici, come squalene e steroli. Analogamente, il metodo di rilevazione è ancora soggetto a incertezza. Questa può arrivare fino al 50% per Mosh e Moah a valori prossimi al Loq. Ciò evidenzia la difficoltà di rispettare questo valore come obiettivo di rilevamento a causa della mancanza di precisione. Era anche chiaro che questa normativa avrebbe avuto un impatto significativo sul settore.
Il 15 maggio 2025, la Sala Río Víboras del Centro Congressi Ifeja (Jaén) è diventata il vero epicentro dell’innovazione nell’olio d’oliva ospitando la presentazione dell’ambizioso progetto Foss, dedicato al miglioramento della spettroscopia Nir (Near Infrared) per la rilevazione precoce di contaminanti Mosh e Moah nelle olive e negli oli d’oliva. Alle ore 12, un ampio e diversificato gruppo di professionisti – produttori, confezionatori, laboratori e ricercatori – si è riunito per analizzare la portata di questa tecnologia e le sue implicazioni sia per la qualità che per la sicurezza alimentare.
La sessione è stata moderata dal consulente internazionale Juan Vilar, figura di spicco del settore, che ha accolto i partecipanti e presentato i relatori. La prima presentazione è stata tenuta da Miguel Ángel Martínez, Direttore Generale di Foss Iberia, che, in un discorso breve ma incisivo, ha sottolineato l’importanza della sinergia tra la tecnologia sviluppata da Foss e l’esperienza del settore oleario per garantire l’efficienza produttiva e la piena fiducia dei consumatori.
Antonio Roldán (Foss) ha preso la parola e ha tenuto una presentazione concisa in cui ha evidenziato i progressi tecnologici che attualmente consentono l’identificazione di composti indesiderati nell’olio d’oliva con una velocità e una precisione senza precedenti, sottolineando l’urgenza di implementare metodi analitici agili per il controllo qualità.
In seguito, il ricercatore scientifico del Csic, Wenceslao Moreda, è salito sul palco per analizzare, con rigore accademico, il problema dei contaminanti Mosh e Moah. La sua presentazione, ampiamente supportata da dati sui limiti e sui quadri normativi presi in considerazione per le diverse categorie di oli, ha catturato l’attenzione del pubblico, fornendo informazioni sull’impatto di questi composti sulla salute e sulle strategie più promettenti per affrontarli.
Successivamente, Álvaro Olavarría, direttore di Oleostepa, e Rafael Sánchez de Puerta, direttore generale di Dcoop, hanno offerto una prospettiva eminentemente pratica, sottolineando l’importanza di rilevare questi contaminanti sia al momento della ricezione delle olive che nell’olio finito. Hanno sottolineato come l’implementazione del progetto Foss potrebbe trasformare in modo decisivo i protocolli di controllo qualità dell’intera azienda.
La tavola rotonda è stata arricchita dai contributi di Cristóbal Gallego (JaénCoop), María José Benítez (Almazaras de la Subbética), Rafael Soriano (Soliguer Ingeniería) e Fernando Hierro (Agrama), che hanno concordato sull’importanza della collaborazione interaziendale per garantire il successo e la rapida adozione della tecnologia Nir nel settore.
Oltre al programma formale, l’evento ha offerto un’intensa e proficua opportunità di networking. Oltre cinquanta professionisti, tra cui rappresentanti di Dcoop, JaénCoop, Oleoestepa, Almazaras de la Subbética, Castillo de Canena, Csic, Ctaex, Cotecnisur, Agrama, Indlab, Migasa, Sovena, Doleo, Capi, Tai, Oleand, Hacienda Almanzora, Oleantia e altre organizzazioni leader, hanno scambiato idee, condiviso buone pratiche e pianificato potenziali sinergie volte al miglioramento continuo della qualità dell’olio d’oliva.
La giornata si è conclusa in un clima di ottimismo e collaborazione. La presentazione del progetto Foss non solo ha segnato una pietra miliare nel campo della rilevazione di Mosh e Moah, ma ha anche rafforzato l’impegno dell’azienda per l’eccellenza analitica, la sostenibilità e la salute pubblica, consolidando ancora una volta la fiducia dei consumatori nell’olio d’oliva, gioiello indiscusso della gastronomia mediterranea.
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Si ringrazia per la notizia e la foto Laura Moreno Moreno
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