Terra Nuda

Il dramma burocrazia inchioda l’agricoltura

Agra Press

Roma – Ancora una volta la Confagricoltura si interroga sulla burocrazia ed ancora una volta l’analisi e’ drammatica. Tuttavia in situazioni del genere non si puo’ che sperare in un qualche spiraglio di sole. Cosi’ fa il presidente dell’organizzazione Mario Guidi che, pur conscio di una qualche ritrosia della politica in materia, assicura che la sua organizzazione ha come obiettivo l’autosnellimento e da’ atto al Ministro della funzione pubblica Gianpiero D’Alia di una disponibilita’ del governo al dialogo ed al sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe Castiglione di una propensione all’ascolto del Mipaaf.

I due esponenti di governo hanno partecipato questa mattina, insieme al coordinatore degli assessori all’agricoltura Fabrizio Nardoni e al sindaco di Novara Andrea Ballare’, ad una sessione di Confagricoltura Academy dedicata a cercare soluzioni per uscire dal labirinto della burocrazia. E’ intervenuto anche Gian Antonio Stella che, con la verve che lo contraddistingue, ha dato conto delle inenarrabili nefandezze del linguaggio burocratico. Ha partecipato all’incontro l’attore comico Ubaldo Pantani. Di notevole impatto i casi narrati da altrettanti imprenditori agricoli trovatisi alle prese con le pastoie cartacee e coi i ritardi nei pagamenti. Due elementi, questi ultimi, che appaiono quasi l’unico elemento unificante di un’italia, non solo agricola e’ bene ricordare, straziata dalle carte. D’Alia ha assicurato la disponibilita’ del governo a lavorare per la semplificazione in agricoltura ed ha lungamente dissertato sui danni derivanti all’agricoltura dalla riforma del titolo V della Costituzione.

Interessante cio’ che ha detto Nardoni a proposito della oggettiva difficolta’ di avere uno schema nazionale di riferimento per i Psr. C’e’ l’impegno per mettere a punto una proposta unica ma interessi diversi e non immediatamente conciliabili rendono difficile trovare un punto di equilibrio, ha ammesso. Rischiando l’impopolarita’, Castiglione ha fatto notare che l’aggravio burocratico cresce con il diminuire dei contenuti politici dei documenti di programmazione. Il Sottosegretario ha anche affrontato nel dettaglio le questioni relative alla riforma della Pac suggerendo una misura unica sia per la gestione del rischio sia per la difesa idrogeologica e non ha escluso l’ipotesi di eliminare i premi al di sotto dei 400 euro.

Secondo i dati presentati da Confagricoltura all’Academy, due giornate alla settimana, ovvero cento giornate all’anno, sono dedicate dagli imprenditori agricoli alla gigantesca macchina burocratica mentre – ha osservato Guidi – “i nostri imprenditori dovrebbero impegnare tutte le loro energie, ancor piu’ nei periodi di crisi, a fare business e ad esportare a prezzi concorrenziali, a mantenere occupazione e non a combattere con i burocrati”. Confagricoltura ricorda che i “piani di sviluppo rurale italiani (Psr) – simbolo della complicazione burocratica – sono composti in media da 600 pagine piu’ una serie di allegati di varia natura che oscillano tra le 800 e le 1600 pagine, che bisogna necessariamente conoscere se si vuole beneficiare delle misure. Per un peso complessivo tra 4 e 8,5 kg di carta, senza quantificare tutti i documenti attuativi, i bandi per la presentazione delle domande, i documenti modificativi e integrativi”.

Guidi ha anche ricordato le proposte della Confagricoltura: taglio delle funzioni per tagliare le spese della burocrazia, acominicare dalle provincie; sportelli unici Inps, Inail, Asl, Agea, Ispettorati agrari, Uma, Guardia forestale; semplificazione procedurale e superamento delle lungaggini che si traducono in un danno. “alcuni nostri imprenditori hanno raccontato oggi le loro vicende, i loro drammi, il loro vivere nel labirinto senza trovare la via d’uscita; questo stato ha il bandolo della matassa, il famoso filo di arianna, ma fa di tutto per nasconderlo”, ha aggiunto Guidi. “E’ devastante e, se mi permettete, anche vergognoso sentire che un’azienda sia costretta ad alzare la bandiera bianca della resa, a chiudere e licenziare perche’ ha sbagliato a pagare al fisco un euro a dipendente e l’amministrazione non ha trovato il modo per regolarizzare la sua posizione. Ma e’ questa l’amministrazione pubblica di cui abbiamo bisogno? Di cui hanno necessita’ le imprese?”, ha concluso il Presidente di Confagricoltura.

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