Terra Nuda

Il Premio Laudemio 2017

Abbiamo sempre sostenuto che la celeberrima società consortile toscana, fondata dai marchesi Frescobaldi nel 1986, sia ogni volta ben più di un passo avanti rispetto ad altre realtà del comparto olio. Ora, per esempio, hanno inventato una competizione che mette in evidenza l’eccellenza di una produzione coinvolgendo i più innovativi chef. Alla prima edizione vince Salvatore Bianco, del Ristorante “Il Comandante” dell’Hotel Romeo di Napoli

Olio Officina

Il Premio Laudemio 2017

Abbiamo già avuto modo di mettere in luce un grande progetto culturale, prima ancora che commerciale, qual è stato ed è il Laudemio. Può capitare che qualcuno ne ignori l’esistenza, ma nel caso sarebbe una lacuna grave. Per quanti intendessero approfondire la conoscenza, rimandiamo alla lettura di un testo che ne racconta la storia e le finalità: Una sola parola: Laudemio.

Ora, ritorniamo sul prestigioso marchio, riportando la cronaca di una serata conclusiva della prima edizione del Premio LAUDEMIO®, cui eravamo presenti lo scorso martedì 28 novembre all’Hotel Excelsior Gallia di Milano.

In questa occasione, dopo una gara che si è potratta per alcuni mesi e ha visto coinvolti i migliori e più rappresentativi chef operanti in Italia, nella serata finale è stato incoronato lo chef Salvatore Bianco, del Ristorante “Il Comandante” dell’Hotel Romeo di Napoli. Tutti e tre i finalisti sono stati sorprendenti, per capacità inventiva nell’abbinare al meglio un olio buono quanto complesso, piuttosto caratterizzato sul piano sensoriale, prevalendo le note amare e piccanti e a volte anche una nota astringente.

Sul secondo gradino del podio, dopo Bianco, si è piazzato lo chef Marco Stabile, del Ristorante “Ora d’Aria” di Firenze; mentre terzo è stato Giuseppe Di Iorio, del Ristorante “Aroma” sul rooftop di Palazzo Manfredi a Roma.

I tre chef finalisti – selezionati dopo le otto tappe del concorso che si sono svolte fra gennaio e giugno in altrettanti ristoranti italiani – si sono cimentati nell’esecuzione di due piatti ciascuno (il piatto finalista e un nuovo piatto inedito) presentati a una folta platea di giornalisti e opinion leader del mondo enogastronomico.

In questo spazio che concdiamo con grande piacere al consorzio del Laudemio, riprendiamo in gran parte una nota stampa molto dettagliata, ma ritorneremo sugli oli a marchio Laudemio perché abbiamo la necessità e l’urgenza di scriverne in maniera più dettagliata, visto che troviamo esemplare la capacità di inventare sempre qualcosa di nuovo.

Tornando alla serata del 28 novembre, il vero protagonista è stato proprio l’olio Laudemio e non gli chef in gara. Tutto era progettato per dare ampio rilievo a un progetto che nasce in un periodo storico, nell’ormai lontano 1986, in cui nessuno si sognava di mettere l’olio al centro di attenzioni così tanto qualificate.

La sera della finale del Premio Laudemio l’olio prodotto dai soci del consorzio volontario, è stato interpretato in sei superbi piatti d’autore, serviti rigorosamente alla cieca ai cinquanta “giudici”.

L’inizio della gara è avvenuto con il piatto “Amaro al cubo”, un antipasto presentato dallo chef finalista Marco Stabile, seguito dal “Baccalà in olio cottura su crema di ceci neri della Murgia Carsica e lamelle di bottarga di muggine” dello chef Giuseppe Di Iorio. Quindi, a seguire i primi piatti “Raviolini ripieni di Laudemio in brodo di cappone profumati al tartufo nero pregiato”, dello chef Di Iorio, e per chiudere con i primi il “Riso, Laudemio e olive” dello chef Salvatore Bianco.

Infine, per ciò che concerne i secondi piatti, a confrontarsi in gara vi era un “Assolo d’agnello” dello chef Bianco, e una “Faraona pochè nel Laudemio, crema e chips di topinambur, alga gigartina e ice-lime” di Marco Stabile.

La somma dei punteggi ottenuti dai due piatti ha decretato la vittoria dello chef partenopeo: per lui in premio un viaggio in Istria, alla scoperta delle bellezze e dei tesori enogastronomici di una regione che già gli antichi romani consideravano, insieme all’Etruria, terra d’elezione per il miglior olio extra vergine d’oliva.

A premiare i tre vincitori, sul palco, Diana Frescobaldi, presidente del Consorzio LAUDEMIO®, e Fausto Arrighi, ex Direttore della Guida Michelin e presidente del concorso, coadiuvati da Fede & Tinto, i conduttori di Decanter, il programma di Rai Radio2 interamente dedicato all’enogastronomia.

“Abbiamo deciso di istituire questo Premio – ha spiegato Diana Frescobaldi- per promuovere e valorizzare un olio unico e pregiato, e, per farlo, abbiamo scelto quelli che sono senza dubbio i migliori ambasciatori della cultura agroalimentare di qualità: gli chef”.

“Lo scopo del Premio – ha proseguito la Frescobaldi – è duplice: da un lato veicolare l’olio LAUDEMIO® nell’alta ristorazione, dall’altro, proprio attraverso il contributo e la creatività degli chef, far sì che sempre più persone possano conoscerlo e apprezzarlo, diffondendo la cultura del consumo consapevole basato sulla qualità e non sulla quantità”.

La serata è stata anche l’occasione per presentare l’annata 2017 del LAUDEMIO®, frutto del raccolto appena concluso.

Abbiamo promesso che saremmo tornati sul Laudemio, e lo faremo. Per noi di Olio Officina è un esempio da seguire, un modello di riferimento come pochi altri ve ne sono sul fronte del comparto oleario. La forza propulsiva data dal Consorzio al settore, consiste nel fatto che oltre alla qualità del prodotto che tutti e ovunque possono ottenere, è soprattutto al capacità di anticipare e precorrere le tendenze, mettendo in campo sempre iniziative vincenti, dall’idea di un disciplinare di produzione pensato in un periodo storico in cui le attestazioni di origine dell’olio ancora dovevano essere concepite, alla capacità di mettere insieme produttori con idee e intenti comuni, uniti dalla volontà di fare la differenza, sempre, rispetto ad altri produttori. Tutto questo nasce dall’idea di un grande imprenditore illuminato come Vittorio Frescobaldi e da altre storiche famiglie di vignaioli che hanno deciso di dare valore ai propri oli, mettendo così sotto i riflettori un alimento troppo spesso relegato per molto tempo a un ruolo marginale di condimento. Invece, lavorando con grande efficacia e inventiva, i produttori del Laudemio hanno saputo imporsi all’attenzione generale ogni volta con progetti nuovi, tanto nuovi che finora nessuno ha saputo eguagliare. Si veda per esempio questo concorso tra chef, dove alla fine a guadagnare gli onori è sempre lui, l’olio, non coloro che lo producono o chi lo utilizza. L’olio in primo piano, sempre.

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