Il rilancio della coltura delle oleaginose non è più rinviabile
L’imprenditore faentino Carlo Tampieri, presidente del Gruppo oli da semi di Assitol e ora anche ai vertici dell’associazione europea di settore Fediol, evidenzia la necessità di lavorare al rilancio del comparto dei semi oleosi e delle farine proteiche, puntando su sostenibilità e collaborazione di filiera
Avevamo già dato settimana scorsa la notizia (QUI) della nomina di Carlo Tampieri nell’Executive Board di Fediol, l’associazione europea che rappresenta l’industria dei semi oleosi e delle farine proteiche, in rappresentanza dei Paesi del Mediterraneo.
Classe 1968, l’imprenditore faentino presiede il Gruppo oli da semi di ASSITOL, l’Associazione Italiana dell’Industria, ed è amministratore delegato della Tampieri spa, azienda leader nella produzione di oli vegetali, non confezionati, grezzi e raffinati, da semi di girasole, germe di mais e vinacciolo. Fa parte inoltre dei consigli di amministrazione di altre aziende del Gruppo Tampieri, in attività da oltre 90 anni, ed è vicepresidente dell’Associazione Granaria di Milano.
Riportiamo le sue dichiarazioni, pervenute da Silvia Cerioli: “Per me – ha precisato Tampieri – questa nomina è un onore, ma anche una responsabilità. Sono infatti chiamato a dare voce a un comparto, in Europa, che sta vivendo un momento economicamente delicato e pieno di sfide legate al post-pandemia. Nel Board di Fediol vorrei portare la nostra visione della sostenibilità, che vede le aziende italiane protagoniste già da diversi anni”.
Nel 2020, anno pesantemente segnato dal Covid 19, le superfici coltivate a semi oleosi in Italia, secondo elaborazioni Assitol/Fediol, sono cresciute dell’11%. Anche l’industria ha mantenuto elevati livelli di produttività, lavorando circa 3 milioni di tonnellate di semi ed esportando 341.041 tonnellate di oli. Un dato, quello dell’export, in leggero calo rispetto agli anni precedenti (-6,1%), a causa della diminuzione dei consumi, dello stop dell’Horeca e delle difficoltà della logistica. Tuttavia, il comparto si conferma centrale per l’agroalimentare italiano, grazie alla sua capacità di “intersecare” importanti produzioni, food e non food, che vanno dagli oli vegetali per l’industria alimentare e l’imbottigliamento alle farine, sia quelle proteiche per la zootecnia sia quelle per pane, pasta e pizza, fino alle bioenergie e all’oleochimica. Inoltre dagli scarti, si ottiene energia “verde” per l’autoconsumo e per la rete elettrica esterna.
“L’intera filiera dei semi oleosi segue un modello di produzione circolare – spiega Tampieri – all’insegna della riduzione degli sprechi, del reimpiego dei sottoprodotti e del basso consumo di acqua”. Anche la scelta del settore a favore della tracciabilità e della certificazione dei prodotti in senso no-OGM si lega alla sostenibilità. Per queste ragioni, sottolinea il presidente del Gruppo oli da semi di ASSITOL, “dobbiamo comunicare meglio e con più forza i caratteri distintivi del nostro modo di lavorare”.
Il Covid 19, con il rincaro delle materie prime di origine vegetale ed i problemi di approvvigionamento ha fatto emergere il deficit proteico di cui soffre da sempre l’intera Europa e, ovviamente, l’Italia. La produzione di proteine è infatti molto inferiore rispetto alla domanda dei consumatori e dell’industria ed entro il 2030 questo gap è destinato ad aumentare in modo ancora più drammatico. “L’aumento delle superfici e delle rese non si ottiene in poco tempo – osserva il neo-consigliere di Fediol – ma è altrettanto evidente che il rilancio della coltura delle oleaginose non è più rinviabile”.
Ecco perché il ruolo di Bruxelles è da considerarsi cruciale. “E’ necessario lavorare in Europa per costruire il percorso di rilancio del settore dei semi – conclude Carlo Tampieri – valorizzando sostenibilità e innovazione. Temi che hanno un ruolo fondamentale anche all’interno del Green Deal Europeo, insieme alla strategia “Farm to fork”, alla neutralità climatica ed alle altre misure prioritarie nell’agenda economica. Intendiamo impegnarci in tal senso, facendo tesoro dell’esperienza maturata nel comparto, con la piena collaborazione di tutta la filiera e delle istituzioni”.
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