In Valtellina è nato il Vino Sbagliato
Non poteva che essere l’eclettica coppia di giovani enologi, Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini, che hanno dato origine una decina di anni fa alla Cantina Dirupi a produrre un vino con questo nome che suscita immediata curiosità tra gli enoappassionati
Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini emergono con ruolo di punta nella ormai numerosa schiera di giovani vigneron che stanno stupendo con i loro vini da una agricoltura il più possibile integrata nel territorio, rispettosa della aspra e difficile natura circostante.
Il vino è uno Sforzato di Valtellina a tratti caratteristico e per altri versi innovativo nel confronto con prodotti analoghi. Da un terreno incolto, 7.500 mq, recuperato e piantato a nebbiolo nel 2005, posto su un unico terrazzamento a quota 600 m.s.l.m. in località Chioso nel Comune di Tresivio (Sondrio) è nato questo splendido vino frutto della vendemmia 2011.
La conduzione del vigneto è ad agricoltura biologica a bassa resa di uva per ettaro, 45 quintali nel 2011. Sesto d’impianto a ritocchino in parte vigneto storico e in parte di nuova realizzazione, come sopra indicato, nel 2005. Terreni di origine morenica, prevalentemente sabbiosi a reazione acida. Dopo la raccolta manuale effettuata il 26 ottobre 2011 le uve sono state appassite naturalmente in fruttaio. Fermentazione in acciaio e affinamento di 12 mesi in barrique di secondo e terzo passaggio. A seguire ulteriore affinamento in bottiglia di 12 mesi. Poche le bottiglie prodotte: 922 e 51 magnum.
Il “Vino Sbagliato” della Cantina Dirupi (Sforzato di Valtellina) si presenta con una bella veste rubino quasi impenetrabile. Al naso fatica ad aprirsi per poi sprigionare una gamma aromatica molto ampia, fine, pulita, con note di prugne selvatiche, piccoli frutti rossi molto maturi, amarene sottospirito, agrumi, rosa canina, il tutto di una dolcezza che poi troveremo in bocca. Il gusto è appagante, di una lieve dolcezza che accarezza il palato equilibrato da tannino morbido, ottima sapidità, grande freschezza. Finale coerente e molto lungo. Beva impressionante. Da meditazione ma anche da tutto pasto con le pietanze saporite del territorio: dai pizzoccheri alla selvaggina da pelo, ai formaggi stagionati. Un vino di grande stoffa che merita di essere annoverato tra le grandi eccellenze del territorio retico terrazzato, che esprime il meglio del nebbiolo di montagna.
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