Ismea, si allarga il divario negativo dei prezzi agricoli, con pesante caduta oli di oliva
Roma – “Ottobre chiude con un lieve rialzo mensile dei prezzi dei prodotti agricoli alla prima fase di scambio, ma su base annua si amplia il divario negativo gia’ emerso con la rilevazione di settembre”, rende noto l’Ismea sulla base dell’indice delle quotazioni all’origine dei prodotti agricoli che a ottobre “si e’ portato a 135,1 (base 2000=100), facendo segnare un piu’ 0,6% mensile e una contrazione del 4% rispetto a un anno fa”.
“Il calo tendenziale e’ stato ancora determinato da una caduta dei listini delle coltivazioni, scesi del 6,4% rispetto a ottobre 2012”, afferma l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare nel rilevare che “anche l’aggregato zootecnico ha registrato una flessione su base annua seppure di minore entita’ (-1,3%)”. “Scendendo nel dettaglio, tra le colture vegetali – chiarisce l’Ismea – si conferma il calo significativo delle quotazioni cerealicole (-18,9% sempre rispetto ad ottobre 2012), condizionate dall’ondata di ribassi sui mercati internazionali”. “variazioni di segno negativo – comunica l’ismea – hanno riguardato anche le altre produzioni vegetali: si va dal meno 10,7% delle coltivazioni industriali al meno 1,8% della frutta.
Solo i prezzi dei vini restano in territorio positivo con un +2% nei confronti di ottobre 2012″. “sui mercati zootecnici l’ismea registra “cedimenti generalizzati per bestiame vivo e uova (-5,6% in media), con flessioni del 13,8% per i suini, del 6% per gli ovi-caprini e del 6,7% per le uova”. “Ancora negativo – prosegue l’istituto – il dato tendenziale dei bovini che in un anno arretrano dell’1,2%. in controtendenza i lattiero-caseari (+4,7%), con punte del +38% per il burro”. “Tra i formaggi a pasta dura – specifica l’istituto – si rilevano andamenti contrapposti, con il pecorino romano rincarato in un anno del 19,1%, a causa della minore offerta, e parmigiano reggiano e grana padano scesi in media del 2,7% e del 3,5%”.
“Passando all’analisi della dinamica congiunturale, l’incremento mensile dell’indice – spiega l’Ismea – e’ la sintesi di andamenti opposti tra l’aggregato vegetale (+2,7% su settembre 2013) e quello zootecnico (-1,4%)”. “Nel primo caso, il contributo positivo proviene unicamente dai prodotti ortofrutticoli, con ortaggi e frutta in crescita rispettivamente dell’11,4% e del 9,6%, grazie prevalentemente all’avvio della campagna di commercializzazione per diverse varieta’ autunno-vernine. Flettono invece i cereali (-2,9%), i vini (-0,7%) e le colture industriali (-0,2%)”, prosegue l’istituto giudicando “pesante la caduta dei prezzi per gli oli di oliva (-7,3%), in un mercato influenzato dalle attese di una produzione spagnola in forte aumento”.
“Il comparto zootecnico evidenzia cali mensili anche di un certo peso tra gli animali vivi”, continua l’Ismea nel sottolineare che “in particolare i suini accusano una flessione delle quotazioni del 14,5%, da ricondurre esclusivamente ai capi da macello interessati nei mesi scorsi da aumenti piuttosto significativi. piu’ contenuti i cali per avicoli ( -4,4%), bovini (-0,5%) e ovi-caprini (-0,2%). “In controtendenza – cocnlude l’istituto – i conigli (+16,6%) e le uova (+4%), mentre il comparto lattiero-caseario chiude con un aumento medio dei prezzi dello 0,8% su base mensile”. (cl.co)
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