L’olio che unisce
Importante appuntamento in Umbria, a Città di Castello, con un evento dal titolo “La ricchezza intangibile dell’Olivo”. Ci saranno voci autorevoli della cultura italiana, oltre ai rappresentanti delle varie organizzazioni del settore. L’obiettivo è pacificare il comparto oleario e porre le premesse per iniziare un futuro nuovo e diverso, propulsivo
“Quando nel febbraio scorso abbiamo pensato a questo meeting in cui coinvolgere gli operatori della filiera olivicola e olearia – ha spiegato Raoul Ranieri, dell’Oleificio Ranieri di Città di Castello – le relazioni tra le diverse associazioni di categoria e tra gli stessi operatori, erano abbastanza confliggenti. Da qui il desiderio di voler ritrovare unità in uno scenario internazionale fortemente competitivo. L’impresa – ha affermato Raoul Ranieri nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’incontro che si è svolta lo scorso 10 luglio – oltre a finalità commerciali ed economiche dovrebbe essere portatrice anche di valori etici e sociali. Questo pensiero è stato favorevolmente accolto, tanto che le adesioni di imprenditori, rappresentanti ed esperti del settore è stato oltre le aspettative”.
“In un contesto di impegno sociale, di promozione del made in Italy e di responsabilità – ha aggiunto Raoul Ranieri – la presenza di Brunello Cucinelli rappresenterà un’autorevole testimonianza”. Con lui, alla serata in programma venerdì 17 luglio, a partire dalle 17, presso la prestigiosa sede di Palazzo Vitelli a Città di Castello, parteciperanno i giornalisti Maria Latella e Giorgio Boatti, lo storico dell’agricoltura Alfonso Pascale, l’imprenditore Brunello Cucinelli, nonché lo scrittore e giornalista Luigi Caricato, che con l’occasione presenterà il suo più recente lavoro editoriale, l’Atlante degli oli italiani edito da Mondadori. A far da padroni di casa Riccardo e Raoul Ranieri.
“Sarà un’occasione – ha riferito Raoul Ranieri – per far incontrare imprenditoria e cultura per ragionare intorno a un prodotto verso cui l’Italia da sempre ha espresso una grande e consolidata vocazione. L’evento ha come titolo “La ricchezza intangibile dell’Olivo” ed è stato presentato proprio con l’obiettivo di riportare al centro di ogni conmfronto dialettico costruttivo l’albero dell’olivo e il suo frutto, l’oliva, quale simbolo di una cultura, di un territorio e dei valori unitivi e pacifici che si porta dietro l’albero della pace.
Fondato nel 1930 a Città di Castello da Domenico Ranieri, l’Oleificio Ranieri da oltre ottant’anni produce olio da olive di alta qualità. Nelle tre generazioni che si sono succedute la passione per questo prodotto altamente simbolico e prezioso non si è mai perduta. Ed è da questa passione che è nato in Riccardo e Raoul Ranieri, presidente e amministratore dell’azienda, hanno avuto modo di concepire questo incontro volto a dar vita a un nuovo corso nel mondo dell’olio. Saranno presenti le figure più rappresentative della filiera, tra cui realtà come Assitol, con Giovanni Zucchi, Federolio, con Masturzo, Forcella e Marini; il Cno, con Sicolo, l’Unasco, con Canino e Cappio; nonché Dipierdomenico per Aipo; Silvestri per Assofrantoi, e altri ancora.
“Avevamo il tinore che pochi avrebero aderito all’inziativa, ma poi siamo rimasti sorpresi e inaspettati dall’ondata di adesioni che sono giunte”, ha precisato Raoul Ranieri.
“C’è molto da riflettere sulla necessità di affrontare la realtà per quello che ogni volta appare, per cercare di essere sempre protagonisti del tempo storico che si sta vivendo. La Spagna domina indisturbata lo scenario internazionale, conquistando sempre nuovi mercati, ed è un gran peccato perdere ogni annmo terreno” ha aggiunto Riccardo Ranieri.
“In realtà, è mancata la relazione dialettica tra le parti”, ha aggiunto Luigi Caricato, speigando come “il comparto dell’olio è ancora poco conosciuto e molto chiacchierato. Si tratta ora di saperlo leggere e interpretare alla luce della contempenaeità, senmza ancorarsi al passato come se la tradizione fosse archeologia, quando invece si guarda al passato per farlo vivere in prospettiva futura, ma con occhi nuovi”.
“L’Italia – ha sostenuto Cristiano Ludovici, vicepresidente della Sezione Agroalimentare di Confindustria Umbria – deve ritrovare se stessa e portare avanti il proprio progetto alimentare con una visione imprenditoriale che non rinunci a investire risorse e idee. L’Italian sounding non ci fa male, se solo siamo in grado di essere presenti noi ovunque nel mondo, e non altri, facendo tesoro di fama e prestigio di codono i prodotti italiani. L’Italia ha bisogno di rinascere e di trovare i numeri necessari per stare sul mercato”, ha concluso Ludovici nel corso della conferenza stampa del 10 luglio.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Olio Officina e con il patrocinio della Regione Umbria e del Comune di Città di Castello, oltre che con la collaborazione di Confindustria Umbria e di Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello.
L’illustrazione di apertura è di Valerio Marini
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