L’olio nella lampada votiva
Tra pochi giorni, il 4 ottobre, in occasione della festa del Patrono d’Italia, Francesco d’Assisi, il Lazio donerà l’olio per tenere accesa il lume che quotidianamente arde nella cripta della Basilica del Santo. L’elenco delle regioni che dal 1939 ogni anno hanno compiuto il gesto del dono
Quest’anno è il turno del Lazio. L’olio che alimenterà la lampada votiva che arde nella cripta della Basilica di San Francesco ad Assisi, là dove vi sono le spoglie mortali del santo, verrà consegnato il 4 ottobre, in coincidenza con il giorno in cui sarà festeggiato il Santo Patrono d’Italia.
E’ un rito che si ripete puntuale di anno in anno, a partire dal 4 ottobre 1939, da quando il pontefice Pio XII decise di proclamare patrono primario d’Italia proprio Francesco d’Assisi.
La cerimonia si svolge alla presenza dei fedeli e delle alte personalità ecclesiastiche e dello Stato italiano. Ci sarà anche il sindaco del capoluogo della regione scelta a turno per rappresentare la Patria. Quest’anno è la volta del sindaco di Roma Ignazio Marino.
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, insieme a un rappresentante del Governo italiano terrà il tradizionale discorso alla nazione in diretta su Rai1. Presiederà la solenne celebrazione nella cappella papale il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la città di Roma.
Si deve all’architetto Ugo Tarchi il disegno della lampada votiva, presentato nel settembre 1937 al padre Generale dell’epoca. La lampada votiva, realizzata tutta in bronzo lucido ed argento, è alta un metro e venti di altezza. Così la descrive lo stesso tarchi: “L’asse centrale, forgiato a croce, s’innalza dal centro della tazza che, nella sua forma semisferica simboleggia il mondo. In alto, la turrita corona d’Italia reca, nei quattro scudetti, lo stemma di casa Savoia, il Fascio Littorio, la Lupa Romana e lo stemma della città di Assisi. Sull’orlo della coppa staccano contro il fondo luminoso dell’alabastro le parole del verso dantesco: Altro non è che di suo lume un raggio. Al di sotto della coppa, la frase dedicatoria: I Comuni d’Italia al Santo. Al di sopra della tazza, tre colombe d’argento sostengono coln i becco una corona di ulivo, sovrano e universale simbolo di pace”.
L’olio incarna un ruolo altamente simbolico, non solo per il suo significato spirituale, ma anche perché rappresenta l’elemento caratterizzante il nostro Paese, in quanto terra di ulivi.
L’olio è il segno della luce e della condivisione, ma è anche il liquido dell’unzione con cui gli stessi sacerdoti vengono consacrati. Il 4 ottobre 1995, quando la regione dontrice era stta la Lombardia, il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo all’epoca di Milano, disse che l’olio rappresenta anche “il simbolo della fatica, della generosità e della laboriosità della nostra gente. Offrirlo vuol dire, tra l’altro, ringraziare San Francesco per quanto ha fatto per l’Italia. E’ un gesto che vuol essere il segno del desiderio di rinascita sociale, politica ed evangelica”.
L’olio resta sempre un corpo vivo altamente simbolico, anche in ragione dle fatto che lo stesso gesù Cristo è proprio l’Unto del Signore.
L’olio è il simbolo più caro della Chiesta cristiana.
La lampada presente è un’opera, che cerca di restituire l’essenzialità del messaggio francescano attraverso i materiali: la purezza del vetro, la forza dell’olio e la luce della fiamma. La base riporta le parole della Preghiera Semplice: “dove sono le tenebre che io porti luce”. La Luce di San Francesco di cui un esemplare arde presso la tomba del Santo di Assisi richiama le parole di Tommaso da Celano: “Subito offrì denaro a un sacerdote, perché provvedesse una lampada e l’olio, e la sacra immagine ne rimanesse priva, neppure per un istante, dell’onore, doveroso, di un lume”.
L’olio è stato tra l’altro anche il dono che lo stesso Papa Francesco ha fatto nei giorni scorsi agli ordinari militari e ai vescovi, quale simbolo di pace, durante la sua visita pastorale a Redipuglia.
Una lampada votiva, inoltre, verrà accesa anche in occasione delle celebrazioni di commemorazione della Prima Guerra Mondiale.
LA LISTA DELLE REGIONI ANNO PER ANNO
1939 Lazio
1940 Piemonte
1941 Lombardia
1942 Liguria
1943 Assisi
1944 Campania
1945 Toscana
1946 Marche
1947 Abruzzo
1948 Sardegna
1949 Emilia Romagna
1950 Sicilia
1951 Calabria
1952 Puglia
1953 Veneto
1954 Basilicata
1955 Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige
1956 Lazio
1957 Piemonte
1958 Lombardia
1959 Liguria
1960 Umbria
1961 Campania
1962 Toscana
1963 Sardegna
1964 Abruzzo
1965 Marche
1966 Emilia Romagna
1967 Sicilia
1968 Calabria
1969 Puglia
1970 Veneto
1971 Basilicata
1972 Friuli Venezia Giulia
1973 Molise
1974 Lazio
1975 Valle D’Aosta
1976 Umbria
1977 Lombardia
1978 Liguria
1979 Campania
1980 Toscana
1981 Sardegna
1982 Marche
1983 Abruzzo
1984 Emilia Romagna
1985 Sicilia
1986 Calabria
1987 Puglia
1988 Veneto
1989 Basilicata
1990 Friuli Venezia Giulia
1991 Molise
1992 Trentino Alto Adige
1993 Umbria
1994 Lazio
1995 Lombardia
1996 Piemonte
1997 Liguria
1998 Campania
1999 Toscana
2000 Marche
2001 Sardegna
2002 Valle D’Aosta
2003 Sicilia
2004 Abruzzo
2005 Emilia Romagna
2006 Calabria
2007 Puglia
2008 Veneto
2009 Basilicata
2010 Trentino Alto Adige
2011 Molise
2012 Friuli Venezia Giulia
2013 Umbria
2014 Lazio
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