Terra Nuda

La Cina crede sempre più nell’olivicoltura e incontra i vertici del Consiglio oleicolo internazionale

L'area olivicola copre attualmente più di 60 mila ettari. C'è tanto impegno, anche nel valorizzare il proprio germoplasma, con ben 130 varietà di ulivi coltivati, ma ad oggi sono le condizioni climatiche poco propizie a diffonderne la coltivazione

Olio Officina

La Cina crede sempre più nell’olivicoltura e incontra i vertici del Consiglio oleicolo internazionale

Il Segretariato esecutivo ha recentemente ospitato un gruppo di rappresentanti cinesi nella sede di Madrid: Lijiang Zhou, presidente dell’Associazione per la promozione della coltivazione dell’olivo nella provincia del Sichuan e ricercatore presso il Sichuan Institute of Forest Planning and Inventory; Jian Xiao, vicepresidente della stessa associazione, vice segretario generale della direzione Olive Growing della China Forrest Association e presidente dello Sichuan HUA-OU Olive Development; e Ning Yu, del Sichuan Institute of Forest Planning and Inventory.

Il gruppo è stato accolto dal Vice Direttore Esecutivo del Coi, Jaime Lillo; il capo dell’unità Economia e promozione, Ender Gunduz; il capo dell’Unità per l’olio da olive, la tecnologia dell’olio e l’ambiente, Abdelkrim Adi; e il capo del Dipartimento di cooperazione e formazione tecnica, Catarina Bairrao Balula.

La visita è stata l’occasione per discutere del settore olivicolo in Cina e della possibile collaborazione futura tra Cina e Consiglio oleicolo internazionale. Tra gli argomenti trattati, l’importanza della formazione tecnica per migliorare la gestione degli uliveti e la produzione di olio d’oliva.

Un’altra area di interesse è stata la banca di materiale genetico che la Cina ha avuto per oltre 40 anni, che contiene circa 130 varietà di ulivi, e il fatto che l’area olivicola del Paese copre più di 60.000 ettari. Sfortunatamente, le condizioni climatiche ostacolano l’espansione del settore.

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