La Liguria è anche terra di viticoltori e presenta infinite potenzialità
Non è stata una scelta casuale quella di individuare in Taggia la sede del Centro Internazionale per lo studio della storia della vite e del vino. Negli ultimi anni il vino ligure ha iniziato ad essere comunicato in maniera differente, e sono tanti i progetti futuri. Chiara Cerri, Consigliere regionale, ha accolto l’evento con grande entusiasmo, ed è certa che questa iniziativa contribuirà a valorizzare sempre di più il territorio, patria di grandi prodotti come il Moscatello e l’oliva Taggiasca
Tanta storia, molte curiosità, numerose riflessioni, parecchi spunti, ma soprattutto una notizia importante: Taggia sarà la sede del Centro internazionale per lo studio della storia della vite e del vino.
Il convegno “Moscatello di Taggia: 600 anni di storia, 10 anni di Doc e …”, organizzato dalla Associazione produttori del Moscatello di Taggia in collaborazione con il Comune di Taggia, che si è svolto con grande riscontro di pubblico venerdì e sabato a Taggia nell’ex Oratorio di Santa Teresa non è stato solamente occasione per fare il punto sull’evoluzione dell’epopea del Moscatello di Taggia.
L’annuncio lo ha dato lo storico Alessandro Carassale (Università di Genova) che nelle prossime settimane presenterà nel dettaglio l’iniziativa: “Abbiamo scelto Taggia e la Liguria, nonostante fossero interessati diversi distretti produttivi europei, oggi molto votati alla viticoltura – ha spiegato Carassale – perché un tempo la maggior parte dei vini di pregio del Mediterraneo venivano da qui”.
Insieme alla Malvasia di Candia (Creta), i vini delle Riviere di Genova e in particolare il Moscatello di Taggia erano quelli che pagavano le imposte più elevate, come ha spiegato Daniele Lombardi (Università di Siena), autore del libro “Dalla dogana alla taverna.
Il vino a Roma alla fine del Medioevo. Gli inediti Statuta Comunicatis Artis Tabernariorum Alme Urbis Rome (1481-1482)”, il quale durante il convegno ha mostrato il documento notarile al momento più antico che testimonia la cessione di una quantità di vino da parte di tal Antonio Calvino, di Taggia, che nel 1445 portava a Roma il Moscatello di Taggia.
Entusiasta il Consigliere regionale Chiara Cerri, presente in veste di Consigliere comunale delegato alla cultura e alla valorizzazione del patrimonio storico di Taggia: “Siamo pronti ad appoggiare questa iniziativa che sicuramente contribuirà a valorizzare ulteriormente il nostro territorio, così come già avviene grazie al Moscatello e agli altri prodotti della nostra agricoltura, in particolare l’oliva taggiasca”.
Reazione ovviamente molto positiva anche da parte del vice Presidente e Assessore all’agricoltura della Regione Liguria, Alessandro Piana, il quale ha sottolineato come – attraverso le iniziative dell’Enoteca Regionale della Liguria – la promozione del vino ligure sia stata notevolmente incrementata negli ultimi anni.
Attività promozionale finalizzata alla commercializzazione del prodotto che sarà sostenuta, come affermato dal Presidente Enrico Lupi, anche dalla Camera di Commercio Riviere di Liguria.
Durante la prima giornata di lavori, Alessandro Carassale ha fatto il punto sulla situazione della ricerca storica relativa al Moscatello di Taggia e posto l’accento sulle possibili indagini future. In particolare lo scandaglio dei documenti contenuti presso l’archivio storico del comune di Taggia presenta enormi potenzialità.
Il Centro Studi si propone anche di invogliare giovani studiosi a studiare queste carte.
Allen J. Grieco (Harvard University) ha spiegato le difficili interpretazioni della terminologia medievale per quanto concerne l’enologia e la viticoltura.
Ha evidenziato che dalle fonti emergono però gli elementi essenziali per inquadrare la tipologia dei vini Moscati nel panorama dell’epoca, per un continuo lavoro di studio sul vino Moscatello di Taggia.
Nell’arco delle due giornate di lavori, il convegno ha proposto diverse relazioni estremamente interessanti, anche dal punto di vista enologico.
Particolarmente coinvolgente la presentazione dell’enologo Gianpiero Gerbi, il quale ha sottolineato il necessario investimento in comunicazione da parte del territorio, al fine di far conoscere in tutto il mondo la vicenda e le particolarità del Moscatello di Taggia, in quanto motore dell’economia non solo enogastronomica, ma anche turistica.
Antonio Luvoni (Dipartimento Agricoltura, Regione Liguria) ha, tra l’altro, tracciato un puntuale quadro delle superfici partendo dal primo impianto agli attuali 5 ettari, affiancando l’analisi delle produzioni di Moscatello di Taggia dal 2011, anno di nascita della Doc ad oggi.
Giovanni Minuto, (Direttore dell’Ente di certificazione Made in Quality) ha ribadito l’importanza del percorso di aggregazione svolto dall’Associazione sia nella ricerca che nel mondo produttivo, anche in relazione alle prospettive di sviluppo all’interno del quadro attuale e di avvenire.
Entusiasmante anche l’intervento di Daniele Ognibene (Université de Genève/Università di Bologna), il quale ha proposto una interessante riflessione sulla necessità, nei tempi passati, di aiutare con l’aggiunta di un cotto il vino che doveva subire lunghi stress a causa del trasporto.
I rappresentanti delle associazioni di categoria, in particolare Stefano Roggerone, Presidente provinciale Imperia e vice Presidente regionale Liguria di Cia Agricoltori Italiani e Mirco Mastroianni, Presidente provinciale Savona e referente regionale per la viticoltura, hanno ribadito l’importanza del recupero del territorio e la creazione di nuove aziende agricole evidenziato in collegamento con la riscoperta del Moscatello di Taggia; e hanno anche confermato la necessità di avere più autorizzazioni all’impianto di nuove superfici vitate per una viticoltura di qualità e in espansione, com’è quella del nostro territorio.
Il lavoro di ricerca e sviluppo come è quello del Moscatello può essere da esempio per un uso della viticoltura che vada oltre la sola produzione di un prodotto enologico.
Il convegno si è chiuso con una degustazione di Moscatello di Taggia, nelle sue tre versioni, Secco, Vendemmia tardiva e Passito, in abbinamento con prodotti tipici del territorio.
Le degustazioni sono state animate da Augusto Manfredi, Ais, e Ivano Brunengo, Fisar.
Si ringrazia per la notizia e per la foto in apertura Federico Crespi
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui
Commenta la notizia
Devi essere connesso per inviare un commento.