Terra Nuda

La mancata tutela della salute degli agricoltori è un problema che non può essere ignorato

Esposizione a gravi malanni e usura fisica importante: questa è la realtà in cui versano migliaia di lavoratori. Il presidente di Inac-Cia Agricoltori Italiani, Alessandro Mastrocinque, ha affermato che da un recente monitoraggio è stato rilevato il proliferare di patologie come asma e tumori alla cute, trachea e pleura. Agire e mettere in sicurezza il comparto è un passo urgente da compiere, e occorre guardare anche all’ammodernamento degli strumenti e mezzi a disposizione

Olio Officina

La mancata tutela della salute degli agricoltori è un problema che non può essere ignorato

Nell’immaginario comune si è soliti pensare che l’agricoltore viva e lavori in ambienti quasi totalmente incontaminati, molto più sani rispetto ad altri contesti. Le denunce di malattie professionali in agricoltura, però, sono cresciute del 9,5% nel corso del 2022, riguardando in questo modo 10.041 soggetti, a differenza dei 9167 soggetti registrati l’anno precedente.

La realtà è ben diversa da ciò che ci si aspetta, e fare l’agricoltore comporta anche oggi un’usura fisica importante che, in alcuni casi, espone il soggetto a gravi malanni.

Questa situazione è emersa con grande chiarezza nel corso dei lavori dell’iniziativa promossa dal Patronato Inac della Cia-Agricoltori Italiani, a Roma, dove è stato evidenziato che il dato delle domande di riconoscimento delle malattie professionali sarebbe ben più alto, e non lo è perché la maggioranza degli agricoltori ignora il sistema delle tutele previste nel nostro Paese, per le patologie connesse al lavoro.

Ad occuparsi di questa delicata e importante situazione è l’Inail, che ha accolto l’invito del patronato Inac a fare una giornata di formazione e informazione, partecipando con due dirigenti di primissimo piano dell’Istituto: Tommaso De Nicola e Stefano Rossi.

“Dal nostro monitoraggio -afferma il presidente di Inac-Cia Alessandro Mastrocinque- abbiamo potuto rilevare il proliferare di patologie tra i lavoratori del comparto agricolo, purtroppo anche terribili, come l’asma e i tumori alla cute, trachea e pleura. Addirittura si stanno affacciando malattie che non sono neanche contemplate nelle tabelle di riferimento, utilizzate da Inail”.

Il patronato Inac-Cia segnala che le malattie professionali più diffuse in agricoltura sono le seguenti:

  • Disturbi dei dischi intervertebrali;
  • Entesopatie periferiche;
  • Mononeuriti dell’arto superiore e mononeuriti multiple;
  • Sordità;
  • Spondilosi;
  • Disturbi delle sinovie, dei tendini e delle borse;
  • Artrosi;
  • Lesioni interne del ginocchio;
  • Disturbi dell’orecchio;
  • Traumatismo dei nervi periferici del cingolo scapolare e dell’arto superiore.

Seguono una serie di neoplasie che interessano gli organi respiratori.

Da quanto emerge dai dati Inail, precede l’agricoltura solo il comparto industriale dove le malattie professionali riconosciute nel 2022 sono state oltre 50.000.

“Rafforzare la sicurezza del settore, avere precise garanzie sulle tutele legate al benessere dei lavoratori agricoli, comprendere il perimetro del sistema assicurativo –ha sottolineato il Direttore Generale di Inac-Cia, Laura Ravagnan- è la strada obbligata da imboccare per favorire anche l’ingresso di giovani nel comparto. Perché, è bene ricordarlo, il turn over degli addetti nei campi non sale da quel 5/7 %, annuo, da decenni”.

“Stupisce che nonostante lo scenario inequivocabile rappresentato e supportato dalle cifre, l’agricoltura non venga considerata tra i lavori gravosi e usuranti e per questo sia rimasta tagliata fuori, ad esempio, dai beneficiari dell’Ape Social e della pensione anticipata per i precari”, afferma il direttore nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Maurizio Scaccia.

Ma il problema non si limita solo alle malattie professionali. Purtroppo, l’orizzonte che comprende più in generale il tema della sicurezza del lavoro nel campo agricolo richiede un grande progetto a sostegno della modernizzazione degli strumenti di lavoro da mettere a disposizione degli agricoltori.

Forme di aiuti e finanziamenti sono stati attivati negli anni dai governi italiani e dall’Europa, e anche la stessa Inail promuove bandi per situazioni di questa tipologia.

Per mere disfunzioni tecniche, i sostegni previsti non giungono mai a destinazione di aziende piccole e marginali o incontrano una serie di notevoli difficoltà.

Da qui, la proposta che avanzano Inac e Cia-Agricoltori Italiani sia alle Istituzioni sia all’Inail: prevedere in futuro dei bandi che si rivolgano a target aziendali diversi e ben profilati.

Secondo Inac e Cia-Agricoltori Italiani non possono concorrere sulla medesima gara aziende da un ettaro con quelle da 100. E a voler essere ancora più pragmatici, non si possono mettere in gara imprese che fatturano milioni di euro con chi ha bilanci inferiori ai 15.000 euro.

Anche le esigenze di attrezzature tecnologiche connesse all’attività sono chiaramente diverse: se una data impresa potrebbe aver bisogno di un sostegno per un trattore di ultima generazione, l’altra azienda, magari a conduzione familiare, di dimensioni nettamente inferiori, potrebbe necessitare di piccoli attrezzi a tecnologia avanzata.

Queste ultime piccole realtà -conclude Inac Cia- rappresentano oltre il 70% del totale delle imprese agricole italiane.

In apertura, foto di Olio Officina©

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