Terra Nuda

La scomparsa del frantoiano Luigi Ortore

Per il mondo dell’olio pugliese è stato un solido punto di riferimento, artefice del rilancio dell’olivicoltura carpinese. Attraverso il suo impegno, il territorio è cresciuto moltissimo, imponendosi all’attenzione dei mercati internazionali

Olio Officina

La scomparsa del frantoiano Luigi Ortore

In provincia di Foggia, a Carpino, la presenza di Luigi Ortore è stata di fondamentale importanza. Anche perché non è così frequente che in un piccolo comune così lontano dai grandi centri propulsivi, con meno di quattro mila abitanti, ci si possa imbattere in un centro produttivo tra i più rinomati. Attraverso il lavoro di personalità come Luigi Ortore è stato possibile assistere a una spinta propulsiva così determinante per le scelte qualitative delle produzioni olearie del Gargano, al punto da farsi notare anche sui mercati internazionali, sia per la qualità nutrizionale, sia per le stesse peculiarità sensoriali degli oli, merito appunto di un frantoiano come Ortore, che ha saputo trainare anche i produttori degli areali vicini, portandoli verso tale percorso virtuoso.

Con lui, e con i figli Isabella, Leonarda e Michele, Il frantoio non è più solo un luogo dove si estrae l’olio dalle olive, ma anche un laboratorio di idee in cui trova spazio pure l’arte. Attraverso il maestro Giorgio Fracchiolla il Frantoio Ortore ha dato una svolta a quello che per molti può essere solo un mero opificio, aperto solo nelle settimane in cui si svolge l’olivagione. Il luogo di produzione per Luigi Ortore, come pure per i figli, deve essere anche un luogo di bellezza e creatività

Solo una persona di grande sensibilità può credere nella forza creativa che può scaturire dagli olivi e dal frantoio. Non è un caso che sia stato creato uno spazio artistico all’interno dell’azienda; e perfino gli stessi mobili e quadri sono concepiti in chiave artistica.

Per questo, e per molte altre ragioni, la scomparsa di Luigi Ortore lascia un vuoto enorme. È morto domenica 3 dicembre, il fondatore del Frantoio omonimo. La Pro loco di Carpino lo ricorda con grande affetto e stima, con queste parole: “il frantoio – si legge in una nota –  era diventato il suo santuario personale dove accoglieva produttori, visitatori e appassionati che andavano a passare del tempo con lui e a condividere qualche chiacchiera. Era un maestro nel trasmettere la sua conoscenza, sempre pronto a dare consigli.

La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nella comunità agricola di Carpino e tra coloro che amano il mondo rurale. Mancherà moltissimo, ma il suo spirito rimarrà vivo nei cuori di coloro che hanno condiviso la sua passione e il suo amore per la terra e la natura”.

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