Terra Nuda

La Toscana per l’olio

Un protocollo d’intesa fra enti allo scopo di valorizzare gli oli di qualità certificata e i territori di origine in cui questi si producono. Al centro delle attenzioni la tutela ambientale e paesaggistica, come pure i consumatori, le scuole e il settore ristorativo. Tra le iniziative un tavolo tecnico di coordinamento, il progetto Vetrina Toscana e l'avvio di misure a favore del turismo oleario

Marcello Ortenzi

La Toscana per l’olio

I fenomeni climatici non favoriscono spesso la qualità e la produzione dell’olio extra vergine e nascono iniziative regionali per favorire gli operatori nel limitare tali danni. La Regione Toscana ha attivato a fine ottobre un percorso di collaborazione con Associazione Nazionale Città dell’Olio e l’Ente Terre Regionali Toscane per promuovere progetti di sviluppo della filiera olivicola e olearia regionale.

Un protocollo d’intesa fra gli enti ha per obiettivo la valorizzazione degli oli extra vergini di oliva di qualità certificata e dei relativi territori di origine, la tutela ambientale e paesaggistica degli oliveti e la conoscenza della cultura dell’olivo e dell’olio presso consumatori, scuole e mondo della ristorazione.

La regione ha il 4% della produzione nazionale, ma vanta il 40% delle produzioni certificate e di grande pregio. Il protocollo è stato definito dall’assessore regionale Marco Remaschi un punto di partenza per altre collaborazioni e aperto all’adesione di altri soggetti attivi nel settore.

L’iniziativa non dimentica di prevedere gli aspetti legati al paesaggio, unico e apprezzato in tutto il mondo e alla cultura olivicola, che saranno oggetto di formazione dei consumatori di oggi e quelli futuri.

Il protocollo d’intesa individua tutta una serie di ambiti di collaborazione tra i soggetti firmatari a iniziare da progetti specifici destinati alle scuole di ogni ordine e grado per sensibilizzare e educare a una cultura alimentare e salutistica dell’olio extra vergine di oliva diffondendo la conoscenza del prodotto, delle tradizioni culinarie e del paesaggio fino all’utilizzo di produzioni locali e regionali nelle mense.

È previsto anche il progetto Vetrina Toscana per la valorizzazione delle eccellenze olivicole locali, con particolare riguardo agli oli Dop e Igp, nei menu della ristorazione regionale anche attraverso e per creare campagne d’informazione, divulgazione e comunicazione, con l’ausilio delle Associazioni di Assaggiatori di Olio di Oliva toscane, indirizzate a consumatori, ristoratori ed imprese. Ma anche l’organizzazione di convegni e momenti di approfondimento rivolti ad operatori della filiera olivicola-olearia e ai consumatori e l’avvio di progetti di ‘turismo dell’olio’ coinvolgendo l’intera filiera olivicola, dall’azienda al frantoio fino ai ristoratori e gli enti territoriali.

Previsto anche un tavolo tecnico di coordinamento, creato per l’attuazione del protocollo, composto da un membro per ciascun firmatario. Il tavolo definirà congiuntamente le azioni da sviluppare e verificherà lo stato di attuazione di tutte le attività concordate ogni sei mesi.

Il protocollo d’intesa ha durata triennale e resterà aperto all’adesione di altri soggetti con obiettivi analoghi. Un altro punto di collaborazione previsto riguarda la promozione di progetti pilota sul recupero degli oliveti abbandonati, anche in seguito a calamità naturali o incendi, e delle relative produzioni locali anche attraverso esperienze di agricoltura sociale, sfruttando le competenze dell’Ente Terre Regionali Toscane. Per questo, un altro protocollo firmato ha riguardato l’intesa tra Ente Terre Regionali Toscane, l’Associazione Città dell’olio e il Comune di Murlo che è stato il primo in Toscana a chiedere di poter attivare sul proprio territorio un intervento specifico in tal senso.

Il progetto prevede una prima fase di studio e ricerca di dati sul territorio per individuare i terreni e i proprietari degli oliveti abbandonati, con priorità rivolta alle aree che per propria natura e posizione sono ritenute di maggior interesse ai fini della successiva assegnazione per la rimessa a coltura. La fase successiva prevede la predisposizione di specifici bandi, l’inserimento degli stessi in banca della terra e l’attuazione di tutte le procedure di gara per la selezione del soggetto che gestirà tali terreni.

La foto di apertura è di Olio Officina

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