Le donne osano
Una sede operativa a Milano, con esposizione e spazio per incontri, per le Donne dell’Olio. Da Osa nasce cosa, è proprio il caso di dire. Come opportunamente sostiene la presidente dell’associazione Gabriella Standsfield. Uno spazio aperto, nella celebrata zona dei Navigli, per promuovere una libera cultura dell’olio
L’appuntamento è per giovedi 19 giugno a Milano. L’indirizzo: Alzaia Naviglio Grande 72. L’ora: alle 11.30. Ci saranno ovviamente le Donne dell’Olio, con le numerose iscritte alla storica associazione fondata nel 2000, l’unica organizzazione che rappresenta l’altra metà del mondo dell’olio. Le donne sono quelle che osano, le più coraggiose. Infatti nella giornata di giovedi 19 giugno si porta a compimento un progetto che era nel cassetto da tempo: avere uno spazio operativo in una città importante come Milano, luogo simbolo di Expo 2015. Già, perché le Donne dell’Olio non vogliono perdere questa opportunità. Milano diventa il centro del Mondo e l’olio sarà la goccia che unirà i popoli, sia quelli che l’olio lo producono, sia quelli che l’olio si limitano solo a consumarlo.
Chi ci sarà il giorno dell’inaugurazione di OSA? L’Avatar Olivia, per esempio. Ovvero: l’Olio parlante, di cui vi abbiamo già riferito a suo tempo – altro bel progetto, innovativo, delle Donne dell’Olio.
OSA è l’acronimo di Olio Spazio Aperto. Il tema portante della giornata inaugurale riservata alla stampa, ma anche, in un momento successivo, al pubblico, ha per titolo “Dal Frantoio al sever. Flussi d’olio, d’immagini e di parole”.
Non vi anticipamo molto per non far perdere l’effetto sorpresa. Si partirà da una conversazione digitale tra un Agente Conversazionale Interattivo, la Start up Intoote, e alcune persone molto vicine al progetto Osa, da Anna Cane a Roberto Gilli, da Paola Fioravanti ad Alissa Mattei, da Marcello Scoccia a Laura Turri. Fino a coinvolgere perfino il pubblico. Ne vedrete e ne sentirete tante. Ci sarù tanto entusiasmo, soprattutto; e tanti oli da olive, il meglio tra le varie espressioni degli extra vergini italici. Condurrà il dibattito l’oleologo Luigi Caricato, direttore di Olio Officina Food Festival e del portale di informazione Olio Officina Magazine.
Ci sarà ovviamente Gabriella Standsfield, che racconterà il progetto, e il maestro Valerio Marini illustrerà l’evento con vignette in presa diretta scaturite per l’occasione.
Gabriella Stansfield, la presidente dell’Associazione Nazionale Donne dell’olio, offrirà a nome delle associate un aperitivo oliocentrico di benvenuto, e così l’olio si mescolerà alle parole.
Luigi Caricato evidenzierà le parole dell’olio nella loro evoluzione temporale. Già, perché l’olio cambia di epoca in epoca e con esso anche le parole con le quali si presenta.
Alissa Mattei e Roberto Gilli entreranno nel vivo di una pioneristica conversazione digitale che lascerà tutti sorpresi.
Anna Cane e Laura Turri parlano dell’olio che fluisce anche in rete. Già, perché la rete non serve solo a raccogliere le olive. Ci sono ben altri strumenti, alquanto innovativi.
Marcello Scoccia parlerà di assaggiatori interconnessi, con il bilancio di un triennio di assaggi online.
Paola Fiorvanti ci guidierà in un percorso che va dai corsi ai concorsi, presentando con l’occasione il Premio “Monna Oliva” .
Non mancherà l’estro di Valerio Marini, con le sue vignette ispirate all’olio. E tante altre sorprese si conosceranno invece solo a incontro avvenuto. Saranno prontamente comunicate a tutti coloro che credono nei valori e nel valore dell’olio da olive
Ora, in attesa di incontrare quante e quanti avranno curiosità di seguire l’evento inaugurale, vi anticipiamo solo che il nome OSA – ci ragguaglia la presidente delle Donne dell’Olio gabriella Stansfield, è anche un invito a non avere paura di percorrere nuove strade, e ne riassume dunque l’essenza e le finalità.
OSA – prosegue la Standsfield – è uno spazio fisico che ha unicazione a Milano, in quanto Milano, anche grazie all’Expo, un luogo in cui l’olio può far sentire la propria voce; un luogo in cui può parlare e trovare chi è disposto ad ascoltare.
OSA – aggiunge – è una sede operativa per l’Associazione, ma è anche laboratorio attivo, un punto di riferimento, una cassa di risonanza per l’olio. Un luogo di incontro, di dibattito e di aggregazione.
OSA – tanto per intenderci – è uno spazio aperto in opposizione a un mondo che tende a chiudersi in se stesso.
Non resta altro che attendere il 19 giugno, dunque, e nel frattempo avere il coraggio di osare. Le Donne dell’Olio già lo fanno – e, particolare non secondario, senza contributi pubblici.
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