Lo scandalo tira
Ci scrive l’agronomo Anna Frezza: “pare che proprio coloro che dovrebbero farsi paladini della difesa della produzione di qualità giochino a demolire l'immagine complessiva del settore. Ciò che è più grave è che anche alcuni produttori sembrano compiaciuti di certi articoli scandalistici

Buongiorno,
ho appena letto il suo nuovo articolo dal titolo “Chiamiamola pure esterofilia. O forse servilismo” e l’argomentazione che lei espone mi è sembrata molto coraggiosa.
Coraggiosa ancor più perché fatta da un soggetto che si fa portavoce del molto olivicolo di qualità. Infatti pare che proprio coloro che dovrebbero farsi paladini della difesa della produzione di qualità in questo Paese giochino a demolire l’immagine complessiva del settore. La cosa ancor più grave è che anche alcuni produttori sembrano compiaciuti di certi articoli dal tono scandalistico che denunciano, senza circostanziare le proprie affermazioni, un sistema corrotto profondamente e senza speranza di redenzione. Viene facile il paragone, in senso lato, con la complessiva situazione del Paese su anche altre questioni come il lavoro, la tutela del territorio, l’istruzione.
Se è vero, come è vero, che esistono grandi problemi legati alla regolarità nella produzione e nel commercio dell’olio extravergine o presunto tale, è altresì vero che esiste una gran quantità di onesti produttori, piccoli, ma immagino anche grandi, che credono nel proprio lavoro e avrebbero bisogno di essere sostenuti. Sostenuti proprio perché fare bene il proprio lavoro in questo paese, molto spesso, è più difficile che agire irregolarmente. Sostenuti perché dobbiamo sempre scontarci con il pregiudizio di un’Italietta pasticciona e arretrata, o peggio criminale, alimentato in anni di piagnistei ed esterofilia inconsapevole.
Dire che tutto va bene e che non ci sono problemi in Italia e nel nostro settore, in questo caso particolare, è dire una falsità, ma continuare questa opera insensata e masochista di demolizione sistematica della nostra immagine è un delitto.
Sono convinta che siamo ancora in tanti a lavorare bene e ad amare ciò che facciamo, a svegliarci con inguaribile entusiasmo e a tirare la carretta in un assordante borbottio catastrofista. Forse è tempo che abbia più spazio la voce di chi è attore positivo, di chi ce l’ha fatta, di chi i problemi li affronta e, anche se con fatica, li supera, di chi in tempi di immobilismo riesce a mantenersi dinamico e propositivo. Io ho 30 anni e ho una vita davanti e mi rifiuto di pensare di non poter provare a realizzare i miei progetti.
La ringrazio per la sua attenzione e per proporre sempre delle riflessioni interessanti.
Cordialmente
Anna Frezza
Agronomo
Ha scritto tutto lei, non ho altro da aggiungere. E la ringrazio per la sensibilità e l’onestà intellettuale nell’aver ribadito lo stato della realtà in cui operiamo.
Quanto ho scritto sul mio blog, Olivo Matto, rappresenta fedelmente il terribile e desolante scenario di un’Italia impreparata, pronta a contribuire alla distruzione del proprio futuro cercando, consapevolmente o meno, la complicità dei malintenzionati.
Non so che futuro avrà l’Italia dell’olio. Tutto possiamo dire, tranne che vi siano persone sagge nel nostro Paese. La classe dirigente non è all’altezza, e nemmeno la base sta vivendo i propri momenti migliori. C’è il morbo dell’insipienza che sta dilagando.
Le persone con la testa sulle spalle, sagge e responsabili, vengono emarginate, pur di imporre la furia autodistruttrice.
Luigi Caricato
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