Terra Nuda

Lo Stato che non c’è

L'immagine che vedete segna la costante sconfitta di un Paese. Non è un'Italia dalle solide istituzioni. Soprattutto nel sud a governare è la criminalità, con i suoi rappresentanti con la coda perennemente tra le gambe, magari costretti a pagare il pizzo per non avere problemi. Non lo sappiamo per certo, ma può essere una ipotesi plausibile. Se questa è l'Italia, allora il nostro posto nel G8 non ce lo meritiamo

Luigi Caricato

Lo Stato che non c’è

Non è soltanto un evento episodico, ma è la prassi. Il nostro Paese ha due autorità: lo Stato ufficiale, che fa capo alla Repubblica Italiana; e uno Stato parallelo, che non sta affatto nell’ombra, ed è lo Stato effettivo, quello che decide di ogni aspetto dell’economia.

L’immagine che vedete l’ha fornita il sindaco di Castellaneta, in provincia di Taranto. L’avvocato Giovanni Gugliotti invita giustamente “gli agricoltori a denunciare qualsiasi atto doloso”, come pure chiede a gran voce di “aumentare la prevenzione attraverso un coordinamento delle forze dell’ordine”. Si chiede anche un “tavolo tecnico”che sia sempre attivo e in allerta.

Ora, io sono andato giù in maniera pesante, ma non è uno sfogo. È una amara verità. Lo Stato ufficiale latita, non c’è, è chiuso per ferie, da molto tempo. Se il fenomeno della criminalità è di fatto irrisolvibile, perché ce lo trasciniamo da decenni, se non oltre, allora che senso ha parlare di Repubblica Italiana?

L’aspetto più grottesco, è che i cittadini che non sono tutelati sono anche costretti a pagare le tasse e a subire i costi enormi e sfiancanti della burocrazia. Uno Stato serio ammette la propria assenza e cerca in qualche modo di fronteggiare l’emergenza defiscalizzando le attività produttive. Che senso ha che le aziende paghino il racket e nel contempo le tasse.

Lo Stato prima deve entrare nel tessuto vivo del proprio Paese, risolvendo antiche questioni e solo successivamente può pensare di imporre la propria autorità.

Il Prefetto sta cercando di fare la propria parte, convocando un Comitato che ha visto la partecipazione dei sindaci dei diversi comuni ionici, unitamente – come ci ha informato il sindaco di Castellaneta Gugliotti – ai rappresentanti delle associazioni di categoria e dei vertici di Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato.

Il fenomeno degli atti delittuosi nelle campagne è tuttavia una storia che si ripete sempre uguale a se stessa, quindi irrisolta.

“Se non diamo un segnale forte – ammette il sindaco Gugliotti – corriamo il rischio di assistere ad una fuga dalle campagne. Un rischio che non possiamo permetterci, perché – incalza Gugliotti – è proprio dall’agricoltura che dobbiamo ripartire, mettendola al centro di tutte le nostre azioni, per un rilancio economico e sociale delle nostre comunità”.

La speranza è sempre viva, certo, ma la non soluzione di un problema che rimane immutato nel tempo sta proprio a dimostrare che lo Stato di fatto non c’è e che tutti sono lasciati allo sbaraglio, perfino gli stessi uomini delle Istituzioni – e chissà se anche loro non paghino il pizzo per stare più tranquilli.

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