Terra Nuda

Made in Italy, il tartufo prodotto di eccellenza

Il settore del tartufo, si può considerare come uno dei settori agricoli più importanti per l’Italia: i numeri, di questo settore, comprendono circa 200 mila raccoglitori ufficiali che riforniscono industrie, negozi e ristoranti per un giro di affari complessivo stimato di circa 500 milioni di euro l’anno. Il tartufo è molto importante nella Regione Marche, soprattutto nella zona del Piceno, e Cia Agricoltori di Ascoli Piceno assieme all’Università Politecnico delle Marche e all’Università di Urbino sono i promotori di un progetto di miglioramento degli standard qualitativi del prodotto e di aumento delle quantità

Marcello Ortenzi

Made in Italy, il tartufo prodotto di eccellenza

La tartuficoltura è un settore agricolo sempre di grande valore per l’Italia. Alcuni testi di legge presentati alla Camera, in attesa che si cominci l’esame in materia di “raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi” tendono a regolare e valorizzare il comparto. Il settore dei tartufi, secondo le associazioni agricole in Italia, conta circa 200 mila raccoglitori ufficiali che riforniscono industrie, negozi e ristoranti per un giro di affari complessivo stimato in circa 500 milioni di euro l’anno.

È necessario quindi che Parlamento e Regioni abbiano l’obiettivo di promuovere la tutela e la valorizzazione dei tartufi e dell’ambiente naturale in cui si riproducono, oltre alla conservazione e alla diffusione delle provenienze autoctone dei tartufi e delle piante ospiti, in modo da sostenere il miglioramento e lo sviluppo della tartuficoltura, ispirandosi ai criteri di qualità ed eccellenza, anche a tutela dei consumatori.

Un progetto della Cia Agricoltori di Ascoli Piceno, insieme all’Università Politecnico delle Marche e all’Università di Urbino, sono i principali promotori di un progetto di miglioramento degli standard qualitativi del prodotto e di aumento delle quantità. Infatti, la zona del Piceno è tra le più importanti in Italia per questo fungo. Nel Piceno grazie al terreno che caratterizza l’area interna, il tartufo si trova in tutte e nove le tipologie che sono commercializzate e per alcune specie si può anche coltivare: il bianco pregiato, il brumale, il moscato, il nero ordinario e il bianchetto. Le specie che invece sono coltivate in provincia di Ascoli sono il nero pregiato e lo scorsone. Le aree in cui sono coltivati i tartufi sono la zona di Roccafluvione fino ad Amandola, ma anche nell’area di Acquasanta. Bisogna tenere conto che le condizioni meteo stanno modificando anche la produzione del tartufo.

Il riscaldamento del suolo permette ad esempio la coltivazione anche a quote più elevate delle montagne del Piceno e questo potrebbe costituire un’importante opportunità per le economie di quelle aree, attualmente non molto sviluppate dopo il sisma. Da qualche giorno è iniziata la stagione di raccolta del nero pregiato che terminerà il prossimo 15 marzo e anche per questa specie si prevede una buona qualità. Quest’anno i tartufi hanno dovuto subire le conseguenze del meteo: il caldo della stagione autunnale non ha favorito lo sviluppo del prodotto e si prevede una minore quantità raccolta. Il progetto della Cia si occupa anche del miglioramento delle tecniche di micorrizazione con tartufo in vivaio in terreni idonei allo sviluppo del tartufo, o resi tali mediante opportune pratiche colturali. Il primo importante passo per il successo della coltivazione del tartufo è disporre di piante ben micorrizate con tartufo e valide da un punto di vista forestale. Queste tecniche con tartufi pregiati di giovani piantine sono progressivamente diventate sempre più affidabili grazie alle ricerche condotte fino a oggi e anche i terrenti del Piceno attendono l’applicazione dei risultati di queste ricerche.

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